Comunicare per lavoro

in comunicazione •  7 years ago  (edited)

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Oggi voglio portarvi un po' dentro il mio lavoro. Nell'introduzione su Steemit ho detto di occuparmi di Comunicazione e Social Media Managing, una categoria lavorativa nuova e su cui si sa abbastanza poco: è opinione abbastanza comune, per i più, che chi lavora con Facebook o nel campo della comunicazione sul web sia un professionista del fancazzismo, ma c'è dietro qualcosa di più. Anche se essere un po' fancazzisti, paradossalmente, aiuta.
Il Social Media Manager, secondo la mia personale definizione, è un professionista nell'offrire un valore aggiunto al brand che rappresenta, nel dargli una visione e un modo di rappresentarsi: non è esclusivamente una questione di aggiungere like, followers o interazioni (anche perchè con volontà d'investire a quello ci possono pensare le sponsorizzazioni social), ma di dare definizione a un prodotto. La mia esperienza è relativa alle società sportive minori di Palermo, che spesso cercano visibilità per trovare sponsor: le loro potenzialità di raggiungimento sono importanti, ma allo stesso modo i valori, la possibilità di offrire un prodotto intrigante e la famosa "visione progettuale" sono ciò che può attrarre di più un investitore. Ovviamente, se non hai una capacità di penetrazione adeguata non potrai mai raggiungere il pesce grosso, ma la tua attrattiva su aziende locali o investitori minori aumenta a dismisura.

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Capire il tuo target
La prima cosa che deve fare un Social Media Manager è identificare il target su cui lavora. Grazie allo strumento degli insights puoi identificare i tuoi spettatori. Io con le società sportive seguo due criteri, territoriale e anagrafico. Quello territoriale riguarda la dimensione nazionale o locale del post: se sto parlando di un campionato nazionale, con relativa diffusione stampa, l'approccio è diverso rispetto a qualcosa di locale, come la piccola partita delle giovanili. In un caso non devi lasciar nulla per scontato, riferirsi a un pubblico che spesso non ti conosce, guidarlo; nell'altro puoi di fatto parlare a una famiglia.
La componente anagrafica è egualmente importante: se ti seguono i più giovani, l'interattività e il linguaggio cambiano, spesso andando oltre il messaggio, rispetto a un fruitore più "attempato" che invece è abituato a una fruizione dei social come se fossero un mezzo stampa, un'alternativa al classico giornale o al bar in piazza.
In base al tuo target non scegli solo registro o contenuti, ma anche quanto pubblicare, cosa e soprattutto quando: si dice che la fascia tra le 12 e le 15 sia l'ideale per le notizie (anche andando incontro alle necessità dei quotidiani, che avrebbero un contenuto importante già in vista dalle prime riunioni di redazione...su questo ci tornerò qualche altra volta), ma va ovviamente adeguato il tutto al pubblico. L'unica cosa evidente per ogni categoria è che sera tarda e notte portano scarsi risultati.

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Questioni d'organizzazione
Pur essendo un lavoro che lascia spazio all'inventiva o alla produzione di contenuti originali, è fondamentale in quest'ambito avere un'agenda. I contenuti vanno massimizzati, spesi nel modo giusto, posizionati: mettere due contributi forti nello stesso giorno o a poche ore di distanza è sconsigliabile e va evitato. L'esempio della settimana tipo per una società di basket, quella per cui lavoro, che gioca il sabato per me è:
- Lunedì: Highlights partita precedente; se si gioca in casa la partita successiva, preparazione e diffusione della locandina promozionale e creazione dell'evento Facebook relativo alla partita; pubblicazione su Facebook e Instagram delle foto della partita precedente, se disputata in casa.
- Martedì-Mercoledì: Post spesso interattivi (vota il miglior giocatore, la miglior azione, storie da approfondire) più approfondimenti sulle giovanili, relativi alle partite collocate in settimana; manutenzione sito web per parte legata a classifiche e risultati.
- Giovedì: Preparazione intervista prepartita; contatto col fotografo della partita per valutare disponibilità o iniziative.
- Venerdì: Pubblicazione intervista prepartita, scrittura e diffusione del comunicato stampa precedente alla partita, da inserire nel sito web.
- Sabato: Giorno partita. Durante il match il responsabile comunicazione è impegnato su più fronti e si occupa delle introduzioni delle squadre, coordina il servizio statistiche obbligatorio previsto dalla Lega e le riprese video. Da quest'anno abbiamo instaurato autonomamente anche la diretta Facebook quindi mi occupo anche di questo. Naturalmente, se c'è spazio e tempo, piace molto l'idea di fare storie Instagram immediatamente prima o dopo la partita.
- Tra sabato e domenica si ottempera ai pezzi forti della comunicazione sportiva: il postpartita, il comunicato stampa relativo al match, le ottemperanze soprattutto relative all'upload dei video, che dev'essere obbligatoriamente inserito nei programmi appositi riservati dalla Legabasket.
IMPORTANTE: Ogni notizia si muove su più canali. I comunicati e le notizie vanno su sito web, Facebook e Twitter (su cui utilizzo un tono più "istituzionale"), i video vanno su Youtube e Vimeo per poi finire condivisi su Facebook, che è anche la piattaforma ideale per condividere ogni contenuto interattivo, specie dopo l'arrivo delle reactions, che ormai vengono utilizzate sui social anche per piccoli e creativi sondaggi. Instagram è il regno delle foto, vanno raccontati gli eventi chiave sotto forma d'immagini.

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(Foto dell'autore)

Come lavoro
Gli strumenti del mestiere principali? Non più la carta e la penna di un giornalista, questo è sicuro. Occorre avere un cellulare resistente a mille battaglie, più una serie di gadget e programmi. Per le foto e le locandine utilizzo Photoshop, Illustrator (versione anche vecchia va benissimo) e vari strumenti di resizing automatico (MIR). Per pubblicazioni Publisher rimane una garanzia. Per i video ho Premiere ma utilizzo principalmente Edius, programma essenziale ma ben strutturato e intuitivo: ho appreso l'utilizzo del software da solo, andando a tentativi e affinandomi nel corso del tempo. Per le riprese video, senza una tv di riferimento, basta una telecamera (serie Sony HDR va benissimo) con relativo treppiede. Allo stesso modo, per la diretta, con un treppiede, un selfie stick, un cellulare con auricolare il risultato è garantito: se non si vogliono sprecare preziosi giga, al limite si può contare anche su una saponetta, un piccolo router portatile a caricamento USB. Se proprio si vogliono fare le cose per bene, fondamentale anche un microfono. L'I-Rig, con una valutazione di mercato sotto i 50 euro e adattabilità con smartphone e tablet, è perfetto per interviste-lampo senza alcune bisogno di trascinare telecamere, montare treppiedi o perdere ore a disporre il tutto. Perfetto anche quando si viaggia.

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Poco budget, tante idee
Il più grande cruccio, in una società piccola, è la mancanza di soldi. Sarebbe bello avere mezzi all'avanguardia, uno staff strutturato e potenziale per investire. Purtroppo, spesso finisci a lavorare per società piccole, che di certo non spendono tanto sulla comunicazione: a molte società piace riempirsi la bocca con la comunicazione, ma spesso non c'è volontà d'investire davvero.
Il lavoro diventa dunque anche una questione di avere conoscenze, gente che ti può aiutare per passione, amici che ti possono risolvere un problema o nel caso delle società stabilire un rapporto coi giovani, che si sentono gratificati ad aiutare durante la partita dei "grandi". Nella nostra società di Palermo la speaker è una ragazze delle giovanili, sotto la mia supervisione, e lo stesso per la responsabile video. L'addetto alle statistiche ufficiali, remunerato, è un parente di una giocatrice e lo staff organizzativo e logistico (dirigenti accompagnatori) è spesso composto da persone che sono lì solo per passione. Talvolta anche il fotografo è una conoscenza, anche se per ottenere risultati migliori diventa sempre più necessario avvelersi di un professionista. Ma il mondo purtroppo non è ideale, nello sport i soldi non girano e oggi bisogna celebrare le nozze coi fichi secchi, a volte, senza lamentarsi troppo perchè va così. Bisogna sapere accettare di dover fare un po' di tutto, di dover stare attenti su ogni aspetto: la sensazione di controllo è totale, ma è anche tanto lo stress se qualcosa non va (inconvenienti, assenze improvvise, etc.).
I TRE CONCETTI CHIAVE
Riassumendo, credo che questo lavoro si riassuma in tre concetti chiave: multipiattaforma, problem solving e passione. Oggi il Social Media Manager deve sapere lavorare su 3-4 piani diversi, sicuramente deve avere cognizioni di scrittura, video e saper lavorare con le immagini. Il lavoro di "Capo Ufficio Stampa" tradizionale, scrivere comunicati e basta, non esiste più: devi lavorare come se gestissi tu la tua tv, la tua radio, il tuo giornale. Oggi una società sportiva è una testata di sè stessa, non dipende più solo dalle testate giornalistiche. Essere multipiattaforma è fondamentale.
L'imprevisto, in un periodo di ristrettezze economiche, è all'ordine del giorno: i soldi risolvono tanti problemi, chi ne ha meno deve lavorare d'inventiva e spesso per passare da A a B deve accettare di non poter prendere il percorso più breve ma poter transitare da C e D per ottenere risultati.
La passione è il collante definitivo che unisce tutto: nel mondo di oggi, in cui la buona comunicazione è generalmente sottopagata, il tuo lavoro viene visto come un mezzo scherzo da chi ha occupazioni più concrete e tradizionali, la gratifica e il protagonismo sono relativi (sapete nominarmi un giornalista di redazione famoso? Sì? E un Social Media Manager famoso? Ecco...) è sempre difficile sentirsi apprezzati e aver quanto ti spetta. Ciò che ti manda avanti è la consapevolezza di fare un buon lavoro, un lavoro che, se sostenuto con l'approccio giusto e in ambienti adeguati, è quanto di più bello si possa chiedere perchè ti porta a conoscere gente, sperimentare, mettermi alla prova e, ultimo ma non ultimo, esprimersi coi modi che più si amano.
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Ok modifico al più presto.