Razzismo o classismo subdolo

in demografia •  7 years ago  (edited)

Decenni fa si parlava di bomba demografica. Più precisamente si faceva riferimento al numero di figli medio per donna, noto come tasso di fertilità. Questo tasso risultava piuttosto elevato nei paesi in via di sviluppo. Oggi il fenomeno ha minore intensità, ma rimane comunque un treno che procede per inerzia e che decelera.

I paesi in via di sviluppo ora registrano un incremento dell’aspettativa di vita media, rischiando di diventare come l’Occidente, a causa del concetto di transizione demografica: una popolazione sempre più anziana.
Tuttavia questi paesi non hanno lo stile di consumi dell’occidente, come ad esempio la carne rossa, il condizionatore in casa, altri elettrodomestici, etc.
A questo punto serve domandarsi come decidere chi può fare cosa.
Se gli africani sub sahariani iniziano a consumare carne rossa, le emissioni schizzano. Se in Europa si vuole contrastare la carenza di giovani tramite degli incentivi sulle nascite, le emissioni aumentano. Se gli indiani iniziano a volere i condizionatori, le emissioni schizzano. Insomma, se i più poveri del globo iniziano ad avere lo stile di vita dei più ricchi, il famoso 1% globale in cui rientrano anche degli italiani con la casa di proprietà, tramite le tecnologie attuali, le emissioni schizzerebbero, assieme alle già presenti instabilità migratorie, politiche, economiche, etc.
Dire che alcuni popoli hanno più diritti di altri significa riproporre alcune tesi della Germania degli anni 20. Continuare con le politiche attuali significa ignorare ed accettare, indirettamente, che in futuro la maggior parte dei morti causati dai cambiamenti climatici avverranno nelle aree più povere del globo. Il che ha dei punti in comune con delle tesi passate. Però va anche detto che la mente tribale umana tende a pesare le morti in base alla distanza affettiva.
A questo punto, viste le mie usanze, non resta che esplorare le vedute politico-economiche che spiegano certi comportamenti di consumo in occidente, e che rischiano di replicarsi nei paesi più poveri mano a mano che le loro economie si svilupperanno.

Le varie vedute politico-economiche

Per introdurre le vedute, mi serve prima un collegamento che lega demografia ad economia-politica ed ambiente. Essenzialmente l’esplosione demografica si può attribuire al successo del capitalismo nel saper sviluppare nuove forze produttive su vari fronti industriali, anche quello farmaceutico, che hanno innalzato lo standard di vita a svariati milioni di persone, iniziando in occidente vari secoli fa. Al di là della presunta data della nascita del capitalismo, che ha origini di almeno 400 anni, si può affermare che questa forma economica affonda le sue radici in un mondo con meno di 1 miliardo di individui.
Il comportamento nei consumi ha vari nomi e varie sfumature. Dei liberali si focalizzano sulle scelte individuali che creano la domanda, dei keynesiani sul ruolo dello stato nei consumi, dei socialisti sul controllo dei prezzi e dalla quantità di beni e servizi offerti dallo stato.

Dei liberali sostengono che la sensibilità individuale sposterà i consumi verso prodotti più ecologici, innanzitutto in occidente. Quest’insieme di scelte causa costi minori, lato produzione, dei beni più ecologici e costi più contenuti, lato consumatore, a causa dell’economia di scala. La maggior accessibilità in occidente renderà i beni più accessibili anche nel resto del mondo più povero.

Dei keynesiani vorrebbero togliere o inserire degli incentivi su alcuni prodotti. Qualcuno parla di togliere i sussidi alla produzione della carne rossa, ma questo significherebbe anche mettere in crisi varie aziende. Allora si potrebbe procedere per altre vie: cambiare l’IVA su certi prodotti, renderli sottraibili all’ammontare di imposte da versare (come le prestazioni mediche ed altri servizi), creare monopoli, bandire dei prodotti, etc.
Giocare su tasse e imposte di certi prodotti con una certa impronta ecologica, può sia alterare sia la produzione interna che l’importazione. Gli esportatori potrebbero vedere la cosa come un dazio, alzando i rischi di una guerra commerciale, come quella che ultimamente sembra incombere a causa delle misure volute dal governo Trump.

Dei socialisti tramite l’economia pianificata, contrapposta all’anarchia dell’economia di mercato che causa crisi di sovra-produzione cicliche, unita alla gestione dei lavoratori delle aziende nazionali, avrebbero più sensibilità nel gestire l’impatto ecologico dei vari processi aziendali, così come l’insieme dei processi di vari tipi di industrie. Lo stipendio non rappresenta, in questo caso, un ostacolo all’accesso di beni più ecologici perché vige il controllo dei prezzi e il reddito rappresenta una paghetta mensile più che un mezzo che permette la sopravvivenza e la vita di un individuo o famiglia. Questa strategia, da quello che so al momento, rappresenta quella più vicina al rischio di guerra civile, visti gli esempi di Francia, Russia ed altri paesi.

Fattori per la decrescita demografica

Osservando questo grafico interattivo si può osservare come in quei 65 anni le guerre civili hanno determinato un calo della popolazione in varie aree. L’ultimo esempio lo si trova in Siria.
Spingendosi più in dietro, in genere i cali vengono attribuiti a carestie (superate dal modo di produzione capitalistico), malattie (tipo la peste bubbonica), guerre mondiali, disastri e calamità naturali.
Nel presente il calo demografico avviene principalmente per il concetto di transizione demografica, pur se si può argomentare che il fattore precarietà frena le persone ad avviare una famiglia.
In futuro le calamità naturali, incrementate dai cambiamenti climatici, potrebbero far aumentare i morti. In occidente tenderanno ad aumentare i morti per inquinamento, quindi per malattie. In entrambi i casi i morti si concentreranno nelle fasce più deboli, ossia quelli che hanno meno disponibilità economiche. Per quanto riguarda la sanità pubblica occidentale, ricordo che in una delle sue punte di diamante, quella italiana, si trovano code di svariati mesi per esami o interventi. Non a caso sempre più italiani rinunciano alle cure o si rivolgono al privato.

Riassumendo

Il modo di produzione capitalistico ha permesso lo sviluppo delle forze produttive che hanno innalzato lo stile di vita delle persone, a partire dall’occidente. Questo ha permesso anche un calo della mortalità infantile ed un allungamento della speranza di vita media. Col tempo l’occidente si è accorto che non serve fare 7 figli per vederne sopravvivere almeno 2. Oggi i paesi in via di sviluppo stanno acquisendo questa consapevolezza, che porterà successivamente ad un cambiamento nei consumi, causati dal loro sviluppo economico. Consumare come l’occidente, però, rischia di aggravare ulteriormente la situazione climatica del pianeta, aumentando il numero dei morti connessi al clima. Le vittime si concentrerebbero fra i più poveri del globo e fra i più poveri delle nazioni occidentali.

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