L'Europa, culla della rivoluzione industriale, ha visto la sua economia evolvere attraverso secoli di trasformazioni tecnologiche, istituzionali e sociali. Dalla fine del Settecento a oggi, il continente ha attraversato cambiamenti profondi, che hanno plasmato non solo la sua struttura economica, ma anche il suo ruolo nel mondo.
Nel XIX secolo, le economie di Francia, Germania, Impero Asburgico, Russia, Italia e Spagna hanno conosciuto una fase di consolidamento, caratterizzata da un'accelerazione industriale e da innovazioni tecnologiche. Questo sviluppo è stato accompagnato da cambiamenti istituzionali fondamentali, come la nascita di sistemi bancari moderni e l'espansione del commercio internazionale.
Contemporaneamente, fuori dall'Europa, nuovi giganti economici iniziavano a emergere. Gli Stati Uniti e il Giappone, con i loro modelli di sviluppo unici, si sono affermati come principali concorrenti, introducendo dinamiche globali che avrebbero trasformato il panorama economico mondiale.
Il XX secolo ha portato sfide inedite. La Grande Guerra e la nascita dell'Unione Sovietica hanno rimodellato i confini politici ed economici. Le crisi degli anni venti e trenta, con il crollo di Wall Street e la conseguente Grande Depressione, hanno messo in luce la vulnerabilità dell'economia globale, spingendo molti paesi a cercare nuove soluzioni economiche e politiche.
La ricostruzione postbellica degli anni cinquanta, grazie a piani come il Piano Marshall, ha gettato le basi per la nascita di uno spazio economico europeo integrato, culminando infine nell'Unione Europea. Questo periodo ha visto la cooperazione economica diventare un pilastro fondamentale della pace e della stabilità in Europa.
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