Vista l'importanza che i modelli matematici
hanno per i ricercatori moderni, mi sono
documentato ed ho trovato due spiegazioni
su come vengano usati.
Il primo [1] nella biologia e il secondo [2]
per il clima. Non so se per caso o per
qualche mano invisibile, anche in questo
caso ho notato il diverso atteggiamento nel
loro uso. Molto guardingo e consapevole
dei limiti delle simulazioni virtuali il primo
e molto fiducioso il secondo.
Nel secondo ad un certo punto Pasini
scrive: "Ovviamente, un modello sarà
ritenuto valido se è in grado di ricostruire il
clima passato: solo allora lo si potrà
utilizzare per previsioni del clima futuro."
Io ricordo un articolo della rivista Le
Scienze di diversi anni fa di un signore che
dichiarava di aver trovato la formula per la
predizione delle macchie solari.
Nell'articolo veniva riportato che la formula
era alquanto elaborata con variabili poco
chiare però effettivamente forniva i risultati
giusti per il passato. L'articolo terminava
dicendo che la formula è stata abbandonata
in quanto ha poi sbagliato la previsione di
quelle future!
Nel primo infatti l'autore scrive: "In linea di
principio, l’applicazione di un modello a un
determinato sistema può portare in due
modi a una migliore comprensione del
medesimo: 1) verificando se il modello
matematico predica correttamente, o meno,
il comportamento del sistema (e in
entrambi i casi la comprensione del sistema
ne risulta arricchita);" Qui viene detto
chiaramente che è ritenuto valido se
"predice correttamente".
Insomma non c'è verso di ragionare
scientificamente con gli allarmisti, se mai
ne avessi avuto qualche dubbio (Socrate
docet).
Ma veniamo all'uso dei modelli nel corso
della Storia della Scienza.
Prima dell'avvento dei computer i modelli
erano elaborati dalla mente umana.
Storicamente si assegna a Democrito il
modello "atomistico" della materia.
Questo modello è talmente profondo che
ancora oggi, nonostante le fisica delle
particelle lo abbia smentito, continua a
influire nell'atteggiamento di molti
divulgatori scientifici.
Il modello atomistico infatti prevede che ci
sia una particella unica e indivisibile che
costituisce tutta la materia. Per cui la
differenza di qualità dei diversi materiali
può essere ridotta alla diversa quantità e
quindi struttura degli atomi. Come si è
detto nei laboratori di fisica nucleare non è
mai stato trovata una tale particella e
l'atomo resta composto di diverse particelle
con qualità diverse.
Il modello atomistico è morto, viva l'atomo.
In questo caso trasportato nella logica
invece che nella fisica.
I computer moderni funzionano
esattamente secondo il modello di
Democrito. In questo caso l'atomo è il bit
che però ha due valori: "Alto e basso".
Potremo dire un atomo carico o scarico,
presente o assente.
Tutte le meraviglie che ammirate nei film
moderni e nei video giochi sono una
sequenza di stati logici. Anche tutti i calcoli
e i modelli virtuali sono costruzioni logiche
fondate sul bit I/O.
Pensare che la complessità della realtà sia
riducibile ad una sequenza di I e O è una
vero abbaglio mentale (Film Matrix). Se
così fosse infatti potremmo utilizzare dei
supercomputer invece che gli accelleratori
di particelle per conoscere com'è costituita
la materia o sostiruire i telescopi e le sonde
spaziali per conoscere il cosmo.
Il fatto è, come ben ha scritto Paolo
Tortora, la modellazione virtuale non può
sostituire la verifica e la verifica non è nella
possibilità di descrivere i comportamenti
passati del sistema ma prevedere quelli
futuri: Osservazione!
Se così non fosse anche l'interpretazione
delle quartine di Nostradamus, sempre
esatte dopo che l'evento è accaduto,
dovrebbe essere annoverata fra le discipline
"scientifiche".®
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