Se si da un’occhiata in rete molti semplificano questo libro come un semplice manuale per dittatori, al contrario Gustave Le Bon con questa opera affronta vari argomenti di manipolazione, facendo notare che persino le caste più dotte ne sono suggestionate. Esso cita come esempio i grandi condottieri che hanno scritto pagine di storia ancora tutt’oggi studiate e ammirate…Non solo tra i vari capitoli si rimprovera, già d’allora, il sistema scolastico che massifica i giovani allontanandoli dai lavori manuali e agricoli…
Le Bon spiega quanto sia facile suggestionare le folle e la grande forza che può esercitare. A seconda del caso si passa dalla ferocia all’eroismo, tutto dipende dal leader e dalle sue ambizioni…
C’è da dire che l’autore come psicologo e investigatore semplicizza l’influenza delle religioni sulle masse, senza tener conto della profondità spirituale di quella cristiana in particolare, che andrebbe valutata solo dopo averla praticata in modo serio e convinto; altrimenti si cade nella banale frase di Marx: “La religione è l’oppio dei popoli”. Anch’egli grande intelligenza ma con i suoi limiti.
Da credente libero leggo di tutto, e senza dubbio consiglio la lettura di questo libro. Un’opera attualissima che agli oratori più influenti non è sfuggita. Per esempio Mussolini stesso disse: “Ho letto tutta l’opera di Le Bon – e non so quante volte abbia riletto la sua “Psicologia delle folle” E’ un opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno”.
Già, il consiglio è proprio di leggere e rileggere questo libro senza dimenticarsene, specie oggi nell’epoca in cui il sistema mass mediatico ha un’influenza potentissima sulle nostre menti, bastano dieci minuti di televisione per lavare via due – tre ore di buona lettura.
Di seguito alcuni passaggi tratti da diverse pagine.
Su quali idee fondamentali si reggeranno le società successive alla nostra? Al momento lo ignoriamo. Ma, fin da ora, si può prevedere che, nella loro organizzazione, esse dovranno confrontarsi con una nuova potenza, ultima sovrana dell’età moderna: quella delle folle. Tratto da pag. 6
-L’immaginazione delle folle
Tutti i grandi uomini di Stato di tutte le età e di tutti i paesi, compresi i despoti più assoluti, hanno considerato l’immaginazione popolare come il sostegno della loro potenza. Non hanno mai cercato di governare contrariandola. «Facendomi cattolico, diceva Napoleone al Consiglio di Stato, ho terminato la guerra della Vandea; facendomi mussulmano mi sono insediato in Egitto, facendomi oltramontano ho conquistato i preti in Italia. Se avessi governato un popolo di Giudei, avrei ristabilito il tempio di Salomone.» Mai, forse, dopo Alessandro e Cesare, un altro uomo ha meglio compreso come l’immaginazione delle folle deve essere impressionata. La sua costante preoccupazione fu di colpirla. Cercava di farlo nelle vittorie, nelle arringhe, nei discorsi, in tutti i suoi atti. Tratto da pag. 52
L’importante è di presentare le cose in blocco e senza mai indicarne la genesi. Cento piccoli delitti o cento piccoli incidenti non colpiranno mai l’immaginazione delle folle; mentre un solo delitto notevole, una sola catastrofe, le colpiranno profondamente, e con dei risultati infinitamente meno micidiali dei cento piccoli accidenti riuniti. La grande epidemia d’influenza che uccise a Parigi 5000 persone in poche settimane, colpì poco l’immaginazione popolare. Infatti quella vera ecatombe non si esprimeva con immagini visibili, ma soltanto con le indicazioni ebdomadarie delle statistiche. Un incidente in cui fossero perite, invece delle 5000 persone, soltanto 500, lo stesso giorno, su una pubblica piazza, per mezzo di un fatto visibile – la caduta della torre Eiffel, ad esempio – avrebbe prodotto sull’immaginazione un’impressione immensa. Ora, le statistiche ufficiali indicano che in un solo anno sono andati perduti un migliaio di bastimenti. Di questi incidenti successivi, molto più importanti per perdite di uomini e di mercanzie, le folle non si preoccuparono neanche per un momento. Dunque non sono i fatti in sé che colpiscono l’immaginazione popolare, bensì il modo come si presentano. Questi fatti devono condensarsi, se posso esprimermi così, in modo da produrre un’immagine impressionante che occupi e opprima lo spirito. Conoscere l’arte di impressionare l’immaginazione delle folle, vuol dire conoscere l’arte di governarle. Tratto da pag. 52-53
-Fattori immediati delle opinioni delle folle. Le immagini, le parole, le formule
Sappiamo già ciò che colpisce l’immaginazione delle folle, il potere e il contagio della suggestione, specialmente se presentati sotto forma di immagini. Ma le suggestioni possibili essendo d’origine molto diversa, i fattori capaci di agire sull’anima delle folle possono essere diversissimi. E necessario quindi esaminarli separatamente. Le folle sono un po’ come la sfinge dell’antica favola; bisogna saper risolvere i problemi che ci pone la loro psicologia, o rassegnarsi a essere divorati da essa. Leggi tutto
https://newsinfoalternativa.wordpress.com/2017/06/22/gustave-le-bon-psicologia-delle-folle/