La Storia delle Monete Romane e la loro Oscillazione nel Tempo:

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La Storia delle Monete Romane e la loro Oscillazione nel Tempo:

prototipo di scala base per moneta.png
(Immagine di mia proprietà)

Il denaro è l'ingranaggio dell'economia mondiale.
Dai primordi della storia l'uomo ha visto la sua vita subordinarsi a questo principio, ma come nasce? A quando risalgono le sue origini? Chi lo ha inventato? Ed il nostro attuale denaro quanti segreti nasconde del suo passato?
Tutte queste domande avranno presto una risposta, o almeno una plausibile ricostruzione storica.

Innanzitutto, poniamoci una domanda semplice: a cosa dobbiamo la parola “Pecunia”? A quando risale? Immagino abbiate subito pensato che risalga al periodo romano, ed è vero, però aspettate di sentirne le curiosità.

Sappiamo che la civiltà romana nasce nel momento in cui si sviluppa quel processo sinecistico che porterà alla formazione della prima agglomerazione di persone attorno al Tevere, formando alleanze per una pacifica convivenza. Da qui pian piano nasceranno e svilupperanno regole per disciplinare il giusto viver sereno tra di loro.
La 'Civitas' nasce proprio da una sorta di 'contratto sociale' tra le famiglie locatesi nella stessa area geografica.

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(Immagine di mia proprietà)

All'epoca, però, il principio su cui si basava l'economia derivava dal tipo di attività che svolgevano le persone per reggere la società, e dunque dalla pastorizia e dall'agricoltura, perciò chi possedeva più bestiame e terreno da adoperare per la coltivazione era considerato benestante.
Per essere precisi però ad essere considerato più 'ricco' era chi allevava e possedeva animali. L'animale preso più in considerazione per l'epoca era la pecora, in latino 'Pecus'.
Da qui deriva la nostra parola 'pecunia', sinonimo di soldi e di denaro.
(Ed anche questi ultimi due termini derivano da parole romane che stavano ad indicare la moneta del tempo; ma parleremo dopo del 'Solidus' e del 'Denarius'.)

Quando nacque la prima forma di baratto esistevano tipi di pagamento rudimentali.
Tuttavia lo sviluppo del sistema di commercio richiese ben presto forme più precise per identificare il valore reale di un oggetto, così nacquero le monete per come noi oggi le conosciamo.
La forma tonda infatti è stata decisa proprio in questo periodo ed a svilupparla furono proprio i commercianti, il suo peso e valore di riferimento cambieranno nel corso della storia, persino la sua estetica avrà funzione di marketing moderno (ricordiamo che il fatto che vi imprimessero simboli di vario genere fosse un modo per ricordare la grandezza del potere romano).

Il primo prototipo di moneta di bronzo (“Aes”) ad essere coniata fu l' “Aes Signatum”, il cui valore però veniva misurato in base al peso, dunque senza un valore nominale.
Ad essa attribuiamo anche le prime raffigurazioni con appunto animali o simboli della tradizione romana primitiva.

La moneta che però andò a standardizzarsi fu l' “Aes Grave” o “Asse”, la cui unità di misura era basata sulla libbra romana di 327,46 g.
Per cui a questa moneta rudimentale dobbiamo riconoscere il primato sul valore nominale, che le permetteva anche di avere dei sottomultipli monetari in dodicesimi.

Da qui in poi si insedia nelle menti romane il primo concetto di “moneta fiduciaria” e dunque del famoso concetto di “fides” (fede) su cui si baserà l'intero sistema dei loro 'negozi' e rapporti commerciali, da cui nascerà anche l'antenato del nostro diritto moderno proprio su misura di questi.


Chiaramente è giusto specificare anche che non solo Roma avesse sviluppato un sistema monetario, infatti si dice che quest'ultima si fosse rifatta a monete greche (in particolare Campane) per la creazione delle sue monete attorno al III secolo avanti Cristo.
Questo ci viene suggerito anche da alcune immagini praticamente copiate dalle monete greche su quelle romane.
Tutto ciò per facilitare i commerci anche con il sud Italia in cui appunto girava la moneta Greca.

Ma vi erano anche altre monete in circolazione di varie origini, tra cui quelle Etrusche.


Ed ecco che ci ritroviamo ad affrontare la storia della parola 'denaro' di cui prima ho accennato.

La prima moneta d'argento nacque intorno al 211 a.C. ed alla sua nomenclatura di “Denarius” dobbiamo proprio il nostro attuale termine e con esso si rafforzò tutta la struttura dell'economia romana.
Famosissimo sottomultiplo di questo fu il “Sesterzio” equivalente ad un quarto di “Denario”.


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Nel periodo Repubblicano, attorno al I secolo a.C. si coniò la prima moneta d'oro, l'“Aureus”, sempre correlato alla necessità di intrattenere commerci con le comunità greche ed orientali, difatti anche in questo caso esse erano anticipatarie.
Si sostiene che già dai tempi prima della conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare essa circolasse, ma i primi “Aurei” forgiati a Roma li dobbiamo a Lucio Cornelio Silla.


Il periodo del Principato nacque con le conseguenze della crisi dell'assetto socio-economico-istituzionale-militare repubblicano, dei torbidi sociali lasciati dalla fine delle guerre civili dell'età ciceroniana e cesariana, ma risalenti anche a molto prima, in particolare all'età graccana.
Per cui le monete in circolo in questa prima fase vedevano raffigurati volti di importanti personaggi politici della fine del periodo repubblicano.

Tuttavia a sanare la situazione ci fu l'avvento al potere del 'princeps' Ottaviano Augusto del 27 a.C., ricordato come "il salvatore della patria".

Quando quest'ultimo salì al potere, però, ci stava essendo una sorta di 'inflazione monetaria', anche se tuttavia è inappropriato come termine. Sostanzialmente essendo l'oro una risorsa limitata e difficile da trovare (soprattutto in periodi di crisi di governo e guerre, come quelli a lui antecedenti) lo si dovette mischiare con altri materiali meno puri, per cui il suo valore nominale e reale smisero di coincidere con il peso della singola moneta.
Ciò causò non pochi disagi per i rapporti negoziali e commerciali del tempo, e si dovette subito ricorrere ad una misurazione legislativa accurata per regolarne la situazione.

Sostanzialmente la “riforma monetaria di Ottaviano” vede una classificazione dei vari materiali impiegati per creare le monete, a seconda dell'importanza del loro valore sul mercato, oltre che una ridistribuzione dei compiti in materia monetaria al senato.


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Da Ottaviano in poi però vedremo la moneta perdere valore sempre di più.

Lo si può notare già con Nerone che ridusse il valore dell'Aureo ad un quarantacinquesimo di libbra, causando automaticamente anche una sorta di deprezzamento per il valore delle monete d'argento e bronzo.
Ma nonostante i vari tentativi di sanare la situazione da parte di altri imperatori, in particolar modo mi riferisco al periodo del Dominato, la moneta non tornerà mai più al suo valore originario.

Dopotutto dobbiamo considerare che l'assetto ormai economicamente instabile della società doveva far fronte anche ad invasioni barbariche, ed i costi richiesti per farne fronte erano parecchi.
Oltretutto dopo la riforma monetaria di Diocleziano e Massimiano (che nel frattempo avevano rivoluzionato anche l'asse governativo- istituzionale con il nome di “Tetrarchia”) si tentò di fronteggiare la crisi ponendo limiti di massima per le vendite di merci, paradossalmente basati su una moneta che non era neanche più in circolazione.

In questo periodo buio della storia romana, inizierà a farsi strada anche il Cristianesimo, che dopo varie oppressioni, sarà consolidato con l'“Editto di Milano” di Costantino nel 313 dopo Cristo, e dichiarato come religione ufficiale nel 391 da Teodosio I.

Da questo momento in poi vedremo l'impero dividersi definitivamente in 'Pars Occidentis' e 'Pars Orientis'. Si vedrà la nascita dei regni romano-barbarici, e l'impero d'Occidente si spegnerà con la deposizione di Romolo Augustolo dal germano Odoacre.

E se siete stati bene attenti avrete notato che manca la risposta ad un'ultima domanda: “da dove deriva la parola 'soldo'”? La risposta è: da Costantino che nella sua riforma monetaria, introdusse il “solidus” ispirato alle monete miste del periodo di Augusto.


Ed infine eccoci qui, affascinati dalla tradizione di un mondo, che a nostra insaputa, continua ancora ad esistere nascosto dietro ad alcune parole che ci capita di pronunciare con molta leggerezza.
“Pecunia”, “Denaro” e “Soldo”, i nostri antichi predecessori gli avrebbero pronunciati “Pecus” (anche direttamente 'Pecunia' in verità), “Danarius”, e “Solidus”.
Non vi fa sorridere?

A me fa più sorridere il fatto che abbia parlato fino ad ora di 'moneta' senza dire che la parola con cui la indicavano i romani, al tempo era “Nummus”.
Parlando per ipotesi confesso che non mi stupirebbe scoprire che la parola abbia una correlazione con il termine “Numerus” e che “Nummus” sia nato proprio dalla sua radice per indicare un calcolo certo del valore della moneta, dunque un suo valore numerico preciso.

:)

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