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in hive-120997 •  3 days ago 

Il Saggio della Caverna di CristalloImmagine

Molto tempo fa, quando i mammut attraversavano ancora le pianure ghiacciate e il fuoco era un dono prezioso custodito gelosamente dalle tribù, viveva un giovane cacciatore di nome Karn. A differenza dei suoi compagni, che trovavano gloria nell'inseguire le prede più grandi e pericolose, Karn era ossessionato da un mistero: una caverna di cristallo che brillava di luce propria nelle notti di luna piena.

Gli anziani del villaggio avvertivano che la caverna era dimora degli spiriti e che nessun umano doveva disturbarli. Ma Karn, divorato dalla curiosità, passava ore a osservare quei bagliori ipnotici da lontano, immaginando quali segreti potessero nascondere.

Una notte particolarmente fredda, mentre la tribù dormiva rannicchiata intorno al fuoco sacro, Karn prese la sua decisione. Armato solo di una torcia e del suo fidato coltello d'ossidiana, si incamminò verso la caverna scintillante.

L'ingresso era un portale di cristalli affilati che sembravano denti di un predatore preistorico. Man mano che si addentrava, le pareti iniziarono a sussurrare. Non erano voci di spiriti, come credevano gli anziani, ma il vento che soffiava attraverso migliaia di cristalli creando una melodia antica quanto la Terra stessa.

Nel cuore della caverna, Karn trovò qualcosa di straordinario: una pozza d'acqua perfettamente circolare, circondata da cristalli che riflettevano la luce della sua torcia in mille direzioni. Mentre si chinava per osservare meglio, vide nel riflesso dell'acqua non il suo volto, ma visioni del passato e del futuro: mammut che migravano attraverso praterie infinite, ghiacciai che si scioglievano e si riformavano, generazioni di umani che venivano e andavano come le stagioni.

Fu allora che Karn comprese: la caverna non era dimora di spiriti, ma guardiana della memoria della Terra stessa. Ogni cristallo conteneva frammenti di storie, ogni riflesso era una finestra su un altro tempo.

Quando tornò al villaggio, gli anziani si prepararono a punirlo per aver disobbedito. Ma quando Karn iniziò a raccontare ciò che aveva visto, persino i più severi tra loro rimasero in silenzio, incantati. Da quel giorno, Karn divenne il primo Custode delle Storie, e la caverna di cristallo non fu più temuta ma venerata come luogo sacro di conoscenza.

Con il passare delle generazioni, la caverna divenne un santuario dove gli umani andavano per ricordare non solo il proprio passato, ma anche per comprendere il loro posto nell'infinito ciclo del tempo. E ancora oggi, si dice che chi sa ascoltare con il cuore può sentire le antiche storie sussurrate dai cristalli, echi di un'epoca in cui gli umani impararono che la vera saggezza non sta nel temere l'ignoto, ma nel cercare di comprenderlo.

Gli anziani del villaggio avevano ragione solo in parte: la caverna era davvero magica, ma la sua magia non era quella degli spiriti, bensì quella della conoscenza e della comprensione. E forse questa, rifletté Karn nelle sue veglie notturne, era la magia più potente di tutte.

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