Criptogenesi - 58° puntata

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L'uomo non si era certo dimenticato il numero di cellulare della caposala, era talmente facile da ricordare che non c'era nemmeno bisogno di memorizzarlo sul cellulare, un ancor più rapido cenno di assenso tra i due, poi i saluti e il congedo dal nosocomio, il referto dell'esame istologico sarebbe arrivato via mail, per cui, se non strettamente necessario, nessun ulteriore contatto con quella struttura.

Questo fatto aveva scatenato un'ondata improvvisa di buonumore in Greta, anche considerando il fatto che il chirurgo che aveva operato Fabrizio aveva ventilato l'ipotesi che si trattasse di un puro e semplice restringimento di pelle, escludendo che potesse derivare dalla famosa malattia autoimmune...

Già nel corridoio del reparto dell'ospedale l'uccellino incominciava a cinguettare, ma non si trattava certo del pisello di Fabrizio, perché questo aveva una forma ben diversa...

"Bene, così non vedrai più sta troiona vecchia del cazzo, non la sopporto proprio, ho dovuto farmela andar bene, ma mi sta veramente sulle palle, ma di brutto!!"

Fabrizio tacque, in questi casi una lingua muta ne stanca 100, ma la voglia di dare una ripassata a livello verbale alla cara mogliettina c'era eccome, ma continuò a fare passi lunghi e ben distesi, come si suol dire...

Badava unicamente a raggiungere la vettura, per ritornare a casa nel più breve tempo possibile, ma c'era sempre il tragitto di trasferimento dall'ospedale alla loro abitazione, fu molto lungo e brodoso, in quanto Greta riuscì a dare il meglio di sé, in senso negativo, con continui sproloqui e sputazzamenti di veleni vari.

Tutto passa, tutto scorre, per cui anche la tortura di quel tratto di strada arrivò a terminare, i padiglioni auricolari subirono una fortissima pressione, anche se in ogni caso erano ormai abituati a gestire da tempo, la tendenza degli ultimi anni era in quella costante direzione, mega rotture di cazzo e grandissimi giramenti di coglioni, con monologhi esasperati ed esasperanti che ottenevano come effetto principale quello di allontanare sempre di più Fabrizio dalla consorte.

L'apertura pomeridiana del negozio rappresentava la classica boccata d'ossigeno di cui l'uomo aveva disperatamente bisogno, fare la stessa cosa del giorno precedente, andando a sistemarsi nell'ufficio superiore, ritagliandosi dei periodi di tempo con cui fare prendere aria al proprio uccello...

Un veloce contatto anche con la sua pesciolina, riportandole il fatto che tutto era effettivamente andato bene, era unicamente in attesa dell'esito dell'esame istologico, per poter dire che tutto era finito e tirare finalmente un bel sospiro di sollievo, ma nella mente di Fabrizio si stava materializzando una strana voglia, si domandava anche quale fosse il motivo e la reale portata di quelle elucubrazioni, ma una vera e propria risposta non era riuscito a darsela, o forse, per meglio dire, non era disposto a darsela, per non ammettere una certa cosa che si stava facendo strada, negli oscuri meandri del suo cervello...