La storia vera di una “pallina dispettosa”

Stavo lavorando per una azienda che si occupava di organizzazione e ottimizzazione dei servizi negli ospedali e in quel periodo, circa 8 anni fa, stavo nell’ultimo anno di contratto con uno degli ospedali più rinomati di Roma. Prima di lasciare quel posto ho deciso di sottopormi a dei controlli generici per le funzioni vitali più importanti (cuore, polmoni, fegato, apparato digerente). Sorpresa: durante un ecodoppler al cuore mi hanno trovato un Mixoma nell’atrio destro del cuore. Un tumore raro grande come una pallina da golf. Non mi hanno neanche permesso di andare a casa a prendere il pigiama, ricoverato immediatamente per intervento a cuore aperto per l'asportazione dell’intruso. Durante il ricovero nell’attesa dell’intervento ho scritto sotto forma di metafora ciò che stavo vivendo. Due capitoli scritti nell’attesa e il terzo ed ultimo scritto dopo l’intervento. Ecco a voi il mio strampalato diario..

Roma 11-4-2016 - Prima parte
Vi racconto la storia vera di una giovane "pallina" dispettosa:
Non so bene quando cominciò, ma avvenne che la giovane pallina conquistò il mio cuore. Quando la vidi per la prima volta era con dei movimenti elastici, leggeri e si muoveva con ritmo perfetto, una grazie ed eleganza che solo una ballerina dell'opera possiede. Nel vederla ho provato subito un senso di sgomento, senza rendermene veramente conto percepivo comunque la sensazione che avrebbe cambiato la mia vita e dopo la grande emozione iniziale ho realizzato che in quel preciso istante era stretta a me dentro il mio cuore. In poche ore mi sono reso conto di quanto poteva farmi male, ero certo che questa unione sarebbe durata pochi giorni, sono quelle percezioni che avvengono quando nasce un rapporto tra due entità incompatibili, quelle che a lungo andare creano un azione di rigetto e il confine amore/odio è impercettibile. Comunque avviene come avvengono le cose nei colpi di fulmine, 10 giorni con lei passati su un isola dentro un grande albergo di cui per ovvi motivi non posso dire il nome. Posso però testimoniare l’efficienza di tutti quelli che si adoperano per il benessere degli ospiti, un attenzione scrupolosa nei minimi particolari che a volte diventa anche indisponente per la costanza e l’assiduità delle attenzioni. Tutti avevano un grande rispetto per il Direttore, un uomo che sapeva il fatto suo e che non aveva mai rimandato a casa un cliente scontento del suo operato. Non ero stato io a scegliere il posto, tutto è avvenuto per caso, su quell’isola ci avevo lavorato e ci tornavo per trovare alcuni colleghi, il posto non è dei migliori, ma a me poco importava della solitudine del posto, accecato com’ero dall’avventura che si stava preparando per la mia vita.

Ritornando alla mia storia, sta di fatto che entrambi sapevamo già che il nostro rapporto non poteva durare.... insomma in piena consapevolezza abbiamo vissuto 10 giorni molto intensamente... amore e indifferenza e poi tornare con mille attenzioni... entrambi eravamo consapevoli che sarebbe durata poco questa avventura, ed eravamo accompagnati da una silenziosa rassegnazione. Avrei sofferto nella separazione, cosa che confidai ad un amica al telefono che mi restituì parole di incoraggiamento sulla mia domande del perché la vita possa frantumarti il cuore a suo piacimento. I giorni passavano inesorabilmente e un lieve nervosismo era sempre lì pronto ad impadronirsi della mia proverbiale calma ogni volta che tornavo a pensare a come sarebbe dovuta finire questa insolita avventura.

Quella sera, fine del week end, l’ultimo insieme, siamo andati dal Direttore per annunciare che ci saremmo separati all’indomani e ognuno per la sua strada. La mattina del lunedì, un imprevisto ci impedisce di uscire dalle stanze e nel consumare insieme l’ultima colazione, ci siamo guardati negli occhi con un pizzico di serenità per aver posticipato di due giorni il fatidico momento.
Ciao a presto per la seconda parte! e Grazie mille per aver letto il mio articolo!

Sanremy