Due giorni all'Avana

Come ogni vacanza anche a dicembre ho trascorso gli ultimi 2 giorni nella capitale di tutti i cubani.
Il post racconta la piccola vacanza di un “Palestino” acquisito all'Avana.

Sono arrivato nella capitale alle 4.30 del mattino arrivando direttamente da Las Tunas con un taxi, anzi una guaguita, collettiva.
L'ultima volta avevo soggiornato in una renta sul Malecon a questo giro volevo qualcosa di un po' piu' centrale, un amico
italiano mi ha dato i riferimenti di una casa in Virtudes, praticamente la prima traversa da Paseo del Prado venendo dal Capitolio.
Mi ha chiesto 20 euro per un giorno che in realta' sono stati quasi 2 perche' sono andato via alle 19 del giorno dopo.
In quella zona sono tutte vecchie costruzioni con soffitti altissimi, la casa ha 3 cuarti, nulla di
particolarmente lussuoso ma nel cuarto c'era tutto cio' che serviva.
Il barrio e' molto ma molto black, almeno per chi come me arriva da una provincia blanca come Las Tunas.

È incredibile come a ridosso di una delle zone piu' turistiche al mondo ci sia una umanita' cosi' vasta che in qualche maniera campa malgrado le difficolta' di tutti i giorni.
La mattina dopo il mio arrivo, al risveglio, sono uscito per la mia prima giornata avanera, andando subito al Capitolio per prendere la calle a fianco dell'hotel Inglaterra, percorrendola tutta fino ad
arrivare in Calle 23 dove ci sono tutti i chioschetti che vendono braccialetti, collanine, gadget, regalini e cose simili, facendo
ovviamente il pieno di tutto.

Continuando il mio giro (quel giorno faro' 18 km) dalla Rampa ho percorso tutto il Malecon fino al Morro per poi regalarmi una aragostina ed un ottimo mojito in un locale di fronte ai cannoni, dall'altra parte della strada.
Verso le 17 rientro a casa, doccia, un po' di riposo giusto per accorgermi che nella casa girava una fanciulla fatta venire per la bisogna...ma i cancelli erano oramai chiusi, come lo saranno durante la serata quando 3 nere, in momenti differenti offriranno le proprie grazie, con l'approccio :"Hola Guapo".
Un paio erano anche notevoli ma ero Game Over.
Ovviamente in vecchiaia paghero' tutto questo ben di Dio lasciato andare...ma c'e' un momento per ogni cosa, francamente...non ne avevo più..

Alla sera faccio un giro per il barrio rendendomi conto che un buon 80% della gente in giro e' nera, lo dico come puro dato statistico visto che non me ne puo' fregare di meno.
Mangio qualcosa di leggero in un locale e torno a casa con le gambe pesanti, vado subito in branda.

Il giorno dopo come la mattina precedente la duena mi fa trovare dell'ottimo caffe' e mi metto in viaggio, il secondo giorno arrivo a 15 km percorsi, ovviamente camminata tranquilla godendomi in pieno la bellezza di quella meravigliosa citta'.
Vado in giro un po' alla cazzo, plaza de las Armas, la statua di Eusebio Leal, il barrio chino, a pranzo c'e' l'offerta nel ristorante del Teatro Alicia Alonso aragosta a 750 pesos.
La ordino con un mojito, il crostaceo era buonissimo, la bevanda una porcheria ma non si puo' avere tutto nella vita.

Me ne vado ancora a zonzo senza una meta fissa, resto come sempre affascinato dalla bellezza di tutto cio' che vedo ma che contrasta con Avana vieja dove tutto letteralmente sta cadendo a pezzi, immondizia e calcinacci ovunque.
Le due facce della stessa medaglia.

Las Tunas e' gia' quasi dimenticata, l'Italia non e' ancora nei miei pensieri, questo interregno e' meraviglioso, lascio un mondo ma prima di rientrare nell'altro mi godo questa fascia di mezzo a cui non rinuncerei per nulla al mondo.

Verso sera rientro a casa, metto le poche cose nel mio zainetto militare che rappresenta il mio solo bagaglio, verso le 19 viene a prendermi il taxista che e' il dueno della casa de renta accanto.
E' ora di andare, lasciare Cuba non e' mai un problema, a patto chesempre ci sia un ritorno.