UNFORGETTABLE TRIP - Viaggio a Puerto Padre - Cuba

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Questo è il racconto di un viaggio.
Un breve viaggio da Las Tunas a la playa Socucho de Puerto Padre.
Qualche vacanza fa, qualche anno fa.

Verso le 9.30 passo a prendere la fanciulla che frequento all’epoca a casa sua.
Di solito usiamo un unico borsone con il necessario per il mare, un borsone che lei tiene dietro, a tracolla.
Si viaggia in scooter, è bello sentirla seduta dietro di me, mi abbraccia e mi appoggia sulla schiena il suo grande seno.

Da dove vive lei siamo già sulla strada, in un attimo passata la linea ferroviaria, e l'università Lenin si arriva all'incrocio.
Se vai a destra esci dalla città mentre a sinistra ti inoltri nel reparto Buenavista.
Giro a destra, nello spiazzo tanta gente che chiede un passaggio.
Molti militari, anche loro hanno qualcuno a casa che li aspetta.
Passiamo accanto a Rio Potrero, mi vengono in mente le mille volte che mi sono fermato li' ad aspettare un'altra fanciulla, tanti anni prima.
Tutto, nella vita, passa e si mescola, è giusto che il passato rimanga dov'è .

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Usciamo dalla città, sfrecciamo accanto all'hotel del partito,quello destinato agli alti papaveri.
Molto bello, con piscina e parco, si trattano bene gli scaldasedie in divisa.
Subito dopo la scultura in marmo che delimita l'uscita dalla città, troviamo delle bancarelle che hanno sempre dei mandarini buonissimi a 10 pesos mn alla bacinella.
Ci annotiamo mentalmente di comprarne al ritorno, cosa che faremo poi puntualmente.

Mentre vado ai 65 km/h, la massima velocità consentita dallo scooter, attorno a me scorre il campo cubano, una delle cose più belle ed emozionanti dell'isola.
Ragazzine che vanno a scuola con la loro divisa immacolata, tagliatori di canna che, coi loro machete posati accanto, si riposano all'ombra, butteri cubani coi loro cavalli, donne che fanno km per un litro d'olio, biciclette, calessi, camion con a bordo tutta la loro umanità sudata .

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Dopo 35 km siamo a Vasquez, una cittadina dove non c'è un quasi nulla di interessante ma piena di gente che affolla la piazza, belle case costruite grazie ai soldi dei tanti che vivono fuori dal paese.
Proseguendo, dopo altri 15 km scorgiamo le caravelle di Colombo, o meglio, la caravella superstite che si erge nella rotonda che immette a Puerto Padre città.
Qua occorre rallentare onde evitare un fastidioso controllo di polizia.

Percorriamo la strada centrale della cittadina, prima del Malecon giriamo a sinistra.
Ci aspettano 10 km di strada sterrata che, per inciso, si percorre meglio in scooter che in auto.
Dopo un paio di km e un chioschetto che vende cerveza despensada c'è il punto de control ,chiamiamolo cosi'.
Una sorta di cabina da spiaggia, con un poveretto in divisa che ti ferma giusto per parlare con qualcuno.
Mai avuto problemi di sorta con nessuna fanciulla al mio fianco.
Soltanto in un occasione, anni prima, un graduato ha fatto tutti i controlli del carnè con la radiolina, ma poi ci
ha lasciati andare col più classico dei "desculpa la molestia".

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Quella strada fa davvero schifo, lo scorso anno ci ho fatto il mio solo ed unico volo con lo scooter.
C'era una pantano de madre, la ruota è slittata, ero quasi fermo e mi sono inclinato fino a mettere la mano
a terra.
Ho risollevato lo scooter mentre sacramentavo come un talebano avvolto nella pelle del maiale, ma guardando la fanciulla che avevo al mio fianco che rideva come una matta, mi sono subito rimesso in pace con "l'universo criato", per dirla alla Camilleri.

Arrivati al mare giriamo a sinistra dove c'è, dal lato opposto, dell’hotelito .In una delle baracche sulla riva dello stagno di acqua dolce vive un vecchio zio della mia fanciulla.
Non sarebbe proprio uno zio ma, visto che suo padre appena lei è nata ha pensato bene di alzare definitivamente le tende, ha aiutato la madre a crescerla.
Ora è un vecchio, lei gli vuole un bene dell'anima, lasciamo lo scooter a casa sua mentre andiamo a prendere il barchino.è anche un occasione per lasciargli qualcosa, tutto serve a Cuba.

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Da lui mi fermo pochissimo perché, vista l'acqua dolce dello stagno e l'erba circostante, è pieno di mosquitos che mi mangiano vivo, accidenti a loro.
Il barchino ci porta dall'altra parte dove ci aspettano le prelibatezze di Roberto, il mio amico ristoratore di
fiducia, ma questa è un altra storia, da raccontare un altro giorno.

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