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Sto' finendo un libro di Lorenzo Licalzi, uno scrittore ligure, di
formazione psicologo, non credo conosciutissimo.
Si intitola “La vita che volevo”, parla delle mille situazioni che indirizzano una vita in una direzione piuttosto che in un'altra.
Una serie di racconti brevi, l'ultimo autobiografico dove racconta che oltre alla vita che sta vivendo ha un po' di rimpianto per altre due che invece gli sono passate accanto senza pero' “prenderlo”.
Ho trovato alcune analogie con la mia storia e forse quella di molti di voi.
La prima vita che gli e' passata accanto e' stata quella del fotografo a cui pero' ha preferito l'universita' di psicologia.
Io per un certo periodo, ero poco piu' che un ragazzo, ho pensato di fare il giornalista, mi piace scrivere, lo feci anche per alcuni giornali locali, a tempo perso.
Pero' scrivere era ed e' un piacere, farlo diventare un mestiere, a patto che ne avessi le capacita', avrebbe sminuito il gusto che provo nel farlo quando e come ne avevo voglia, poi c'era l'Isef da fare.
La seconda vita di cui parla l'autore del libro e' il classico sogno di una vita al caldo caraibico.
Quando aveva 22 anni visse per un anno in Giamaica, fidanzato con una locale, dove con 30 mila dollari poteva comprare un lotto fabbricabile per fare un resort, parliamo di quasi 30 anni fa e dei soldi di papa'.
Quindi in universi paralleli ci potrebbe essere un Lorenzo Licalzi fotografo e un altro che vive in Giamaica.
Alla fine decise di lasciare perdere, se vogliamo l'analogia e' con le tante volte in cui mi e' balenata l'idea (a me come sicuramente a molti di voi...) di andare a vivere a Cuba.
Pero' Somerset Maugham scriveva nel suo Filo del rasoio;”Uomini e donne non sono solo se stessi, sono anche la regione dove sono nati, la casa dove hanno imparato a camminare, i cibi che mangiavano, le scuole che hanno frequentato, i poeti che leggevano, il Dio in cui credevano. Tutte queste cose li hanno resi cio' che sono, cose che non puoi conoscere per sentito dire, le conosci soltanto se le hai vissute, le conosci soltanto se SEI queste cose”.
Io sono la terra in cui vivo, la mia citta', i miei monti, la bagna cauda, il Toro, le partite di pallone, gli amici che sono tali da 40 anni, le mangiate in compagnia, i supermercati dove c'e' tutto, gli sfizi che posso togliermi, le stagioni che cambiano, il freddo di cui lamentarmi, la palestra, lo sport, Birillo e tante altre cose.
Ci ho seriamente pensato qualche anno fa, i soldi c'erano, poi comunque ho lavorato in tanti posti del mondo, avrei saputo cavarmela, ho preferito regalarmi a vita lo status del turista, turista da 60/90 giorni ogni anno, ma pur sempre turista.
Forse non ho mai fatto il grande passo per poter eternamente lamentarmi con me stesso di non averlo fatto.
Quindi anche nei miei universi paralleli c'e un Milco giornalista ed un altro che vive in qualche modo nell'oriente cubano.
Poi magari fra qualche anno decidero' di passarci qualche mese in piu' ma non ne sono del tutto sicuro.
Oppure le cose cambieranno a Cuba in peggio e, ricordando la scena finale di Havana, faro' come Robert Redford (l'attore che per distanza ho sempre amato di piu').
Da qualche parte della Florida del sud (o di Diano Marina) guardero' l'oceano nell'attesa che qualcosa succeda, anche se non sapro' bene cosa.
Sapro' solo che dall'altra parte ci sara' sempre Cuba ma non piu' la Cuba che ho conosciuto ed amato.
Molti riescono a fare quel tipo di passo ma devo dire che conosco un discreto numero di residenti a Cuba, non ho mai avuto la sensazione che fossero persone felici.
Mi sembrano, senza
generalizzare, personaggi di quei primi film di Salvadores, gente in fuga da qualcosa, da qualcuno.
Certo il caldo, le donne, la vita piu' leggera, pero' almeno io non riesco ad accontentarmi di queste cose, so gia' che non mi
basterebbero, che rimpiangerei troppo quello che ho lasciato.
Facessi una vita di merda lo capirei...ma vivo in un bellissimo posto, faccio un lavoro che amo, viaggio per Cuba o per stagioni estive in Villaggio almeno 120 giorni ogni anno, per ora va bene cosi'.
Gli universi paralleli li lascio dove sono, dove sono sempre stati, chissa'...magari nella prossima vita...
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