Zitto e lavorare 🇮🇹🇬🇧

in hive-184714 •  7 months ago 

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🇮🇹
A completamento del discorso di ieri...
L'altro giorno in palestra un ragazzetto di 19 anni mi raccontava di aver abbandonato, dopo 2 mesi, un lavoro in un supermercato dove aveva un contratto di 6 mesi perche' non gli piaceva il lavoro
e non si trovava bene coi colleghi, troppe ore.
Non e' la prima volta che sento storie simili.
Forse e' cambiato il mondo ma che razza di famiglia hanno questi ragazzi?

Ho iniziato a lavorare a 17 anni, una settimana dopo aver finito la scuola professionale grafica, era il 1979, in una mattina in giro con mio padre trovai un lavoro come apprendista in una tipografia.
Ero ovviamente il piu' giovane, il ragazzo di bottega, inizia con i lavori piu' umili come era giusto che fosse per l'ultimo arrivato.

Non era certo un lavoro che mi piacesse, infatti poi nella vita ho fatto tutt'altro ma era un lavoro, indipendenza economica, un milioncino delle vecchie lire di stipendio, non dover piu' chiedere
nulla a casa, anzi se era il caso anche la possibilita' di dare una mano.

Ripeto, non era certo il lavoro dei miei sogni ma era un inizio, non mi lamentai mai con nessuno di quel lavoro che mantenni anche durante il servizio militare lasciandolo soltanto quando entrai all'Isef, istituto superiore di educazione fisica.
Al di la' dell'indipendenza economica fu importante la mia entrata nel mondo dei grandi, un mondo dove i problemi non erano quale camicia mettermi il sabato sera per uscire con gli amici o la
fidanzata dell'epoca.

Non mi lamentai mai, i miei genitori se avessi mollato non l'avrebbero presa bene, lavoravano duro tutti 2, erano comunque un esempio.
Oggi per ragioni cosi' futili i ragazzi lasciano un lavoro, la famiglia invece di ricordargli che la vita e' fatta anche di sacrifici ricominciano a dargli la paghetta come se non fosse successo nulla.
Non diamo la colpa alla societa', al mondo del lavoro, al momento storico, a quello che volete.
Il problema vero sono le famiglie.
🇬🇧
To complete yesterday's speech...
The other day at the gym a 19 year old boy told me that after 2 months he had abandoned a job in a supermarket where he had a 6 month contract because he didn't like the job.
and he didn't get along well with his colleagues, too many hours.
It's not the first time I've heard similar stories.
Maybe the world has changed but what kind of family do these kids have?

I started working at 17, a week after finishing professional graphic school, it was 1979, one morning while walking around with my father I found a job as an apprentice in a printing house.
I was obviously the youngest, the shop boy, starting with the most humble jobs as it was right for the latest arrival.

It certainly wasn't a job that I liked, in fact later in life I did something completely different but it was a job, economic independence, a little million of the old lira salary, no longer having to ask for
nothing at home, indeed if necessary even the possibility of lending a hand.

I repeat, it was certainly not my dream job but it was a start, I never complained to anyone about that job which I kept even during my military service, leaving it only when I entered ISEF, a higher institute of physical education.
Beyond economic independence, my entry into the world of grown-ups was important, a world where the problems were not which shirt to wear on a Saturday night to go out with friends or the
girlfriend at the time.

I never complained, my parents wouldn't have taken it well if I had given up, they both worked hard, they were still an example.
Today for such trivial reasons, kids leave a job, the family, instead of reminding them that life is also made up of sacrifices, starts giving them pocket money again as if nothing had happened.
Let's not blame society, the world of work, the historical moment, whatever you want.
The real problem is families.

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Ciao @aston.villa, oggi il mondo è diverso, sta cambiando e le nuove generazioni sono diverse, è un mondo fragile e molto morbido quello che vogliono avere.

Però se non si svegliano avranno una vita complicata

  ·  7 months ago 

Indipendenza è la parola chiave, forse alcune persone non apprezzano qualcosa di così essenziale o le loro famiglie, come dici tu, le sostengono così tanto da trasformarle in insaziabili dipendenti, io preferisco essere totalmente indipendente.

L'indipendenza va guadagnata coi fatti