La morte improvvisa della madre, uccisa da qualcuno che non ha un nome ne un volto. Un ritrovamento del padre fatto molti anni prima, ma tenuto nascosto per un misterioso motivo. Il segreto di un uomo vissuto un millennio prima, ancora mai rivelato.

Gli ingredienti de “Il Sigillo del Cielo” sono quelli giusti per una buona partenza. Partiamo dalla scrittura e dallo stile, il classico a cui Glenn Cooper ricorre nei suoi libri. Una narrazione spesso concisa, mirata ai fatti, con qualche focus sui personaggi. È uno di quei tipi di scrittura che rende più semplice seguire la storia. Il lato negativo di questa caratteristica è forse la mancanza di una spiccata originalità nelle descrizioni, ma ogni autore ha il proprio marchio e questo è quello di Cooper.

La trama è tutto sommato piacevole, ma il romanzo non mi ha entusiasmato molto. Solitamente, nei libri di Glenn Cooper si trova un elemento a cui riesco ad attribuire un valore esoterico molto affascinante e che rende curioso capire come possa intrecciarsi con una trama che usualmente finisce negli intrighi della vita quotidiana, nonostante l'apparente inizio da fantasy-thriller. In questo libro ho sentito la mancanza di questa spinta in più che normalmente solletica la mia curiosità, e questo ha impattato molto sul coinvolgimento che la trama non è riuscita a raggiungere. Lo reputo comunque un buon romanzo, ma non all'altezza dei precedenti della serie di Cal Donovan (una serie che non rispecchia una trama comune ma che in comune ha soltanto alcuni protagonisti).