Ai tempi del mio precedente impiego presso una casa editrice universitaria, nei periodi di attività più frenetici veniva ad aiutarci un ragazzo, che di sera lavorava con grande passione anche dietro al bancone di un cocktail bar. Amava a tal punto il suo ruolo da barman da sperimentare continuamente nuove soluzioni e da ritenersi intransigente non solo sull'uso di materie prime di qualità, ma anche riguardo alle dosi.

Come una specie di Iginio Massari dell'alcol, riteneva che sbagliare le dosi anche solo di pochi millilitri potesse trasformare un cocktail esplosivo in una ciofeca imbevibile. Non so quanto delle sue parole fosse effettivamente frutto di esperienza e bravura e quanto peso specifico invece avessero le piccole sbruffonate tipiche di quell'età, tuttavia credo che, volendo trasformare alcuni personaggi del mondo del calcio in una fantomatica bevanda alcolica, il nostro esperto sconsiglierebbe un mix che preveda l'uso degli ingredienti Sarri e Lotito all'interno del medesimo shaker.

La notizia dell'accordo quasi raggiunto tra la Lazio e l'ex allenatore della Juventus sta rimbalzando in queste ore su tutti i giornali sportivi e non, tanto da essere comparse già le prime presunte liste della spesa che il tecnico toscano avrebbe indirizzato alla dirigenza della sua presunta nuova squadra; scusatemi ma io, alla maniera di San Tommaso, a costo di essere smentito con i tasti ancora caldi, stento a credere che questo matrimonio avrà mai luogo.

In primis per un discorso economico, che poi quando si parla di personaggi come Lotito assume quasi sempre un ruolo preponderante. Il rinnovo con Simone Inzaghi era pronto sulla base di un compenso stagionale di poco superiore ai due milioni, addirittura ribassato rispetto a quanto il futuro tecnico dell'Inter percepiva all'inizio della sua avventura sulla panchina della prima squadra biancoceleste.

Sarri chiederebbe, secondo quanto riportato dagli ambienti vicini al tecnico toscano, una base di partenza di almeno tre milioni a stagione, che con eventuali bonus arriverebbero a fiorare i tre milioni e cinquecentomila euro di ingaggio. Decisamente troppo per il patron latinista del club capitolino, che più volte in passato ha dimostrato di non gradire richieste eccessive da parte degli allenatori (i 3,5 milioni richiesti da Bielsa, ad esempio, furono ridotti a poco più di 2,5 dopo estenuanti trattative).

Difficile che un allenatore come Maurizio Sarri che, a torto o a ragione, dopo aver vinto trofei in Italia e in Europa si ritiene un top di categoria, possa accettare un accordo a cifre di troppo inferiori rispetto a quelle che gli sono state garantite dall'ultimo contratto con la Juventus e che superavano i cinque milioni di euro a stagione; forse la penale pagata dal club bianconero alla sua ex guida tecnica (circa 2,5 milioni di euro) per non far scattare la clausola di rinnovo anche per il terzo anno di contratto potrebbe in parte ammorbidire le richieste, ma al momento non ci credo più di tanto.

Dalle parti di Roma inoltre sono state avvistate ultimamente diverse figure tecniche a colloquio con il direttore sportivo biancoceleste, Igli Tare. Ufficialmente la Lazio ha definito questi summit come cautelativi, nel caso in cui Maurizio Sarri decidesse all'ultimo di rifiutare la proprosta avanzatagli dal club, ma chi conosce bene le vicende della banda Lotito sa bene come il presidente biancoceleste abbia una spiccata propensione per il risparmio.

Ecco allora avanzare le candidature prepotenti non solo del portoghese Vitor Pereira, ieri sera a cena a Formello proprio con Lotito e Tare, ma anche quella dell'ultimo minuto di Fabio Liverani, ex allenatore del Parma nonché giocatore proprio della Lazio, che sta raccogliendo sempre più consensi in quanto soluzione low cost che risulterebbe gradita anche ai tifosi.

Discorsi economici a parte infine, quanti di voi scommetterebbero sulla pacifica convivenza tra due caratteri piuttosto ostici come Sarri e Lotito? Siamo sicuri che, dopo l'esperienza fatta con un altro presidente burrascoso come De Laurentiis, l'ex allenatore del Chelsea abbia voglia di trascorrere quelli che potrebbero essere gli ultimi anni della sua carriera in un clima di probabile tensione dopo i primi risultati negativi?

Photo by Fanny Schertzer, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Quando il campionato giunge a termine, capita sovente che gli atleti stranieri più in vista della Serie A vengano chiamati a difendere i colori delle proprie Nazionali: che si tratti di competizioni ufficiali o semplici amichevoli, capita ad alcuni di loro, in queste occasioni, di rilasciare dichiarazioni piuttosto pepate alla stampa locale o internazionale, in grado di far storcere il naso a molti tifosi.

Nell'ambiente ovattato e protetto delle rispettive selezioni nazionali, i nostri campioni si sfogano contro questo o quel personaggio del mondo del pallone, senza risparmiare in alcuni casi nemmeno compagni di squadra, allenatori o presidenti. E' stato un po' questo anche il caso di Cristiano Ronaldo, che sebbene finora non si sia ancora sbilanciato più di tanto sul proprio futuro, in una lunga intervista al canale Youtube, Livescore, ha fissato alcuni momenti particolarmente soddisfacenti della sua carriera.

Curioso che tra di essi non se la sia sentita di evocare alcun immagine del proprio triennio bianconero, ma che al contrario ci abbia tenuto a sottolineare la vittoria nella finale di Champions League del 2017 contro la sua attuale squadra, nonché il goal realizzato in rovesciata allo Juventus Stadium contro l'attuale compagno, Gigi Buffon, nel suo ultimo anno con la casacca del Real Madrid.

Nessuna dichiarazione clamorosa, sia ben inteso, ma non sono in pochi quelli che stamattina mi hanno segnalato questa indelicatezza da parte dell'asso portoghese. Meglio sarebbe stato, sostengono i più (e io con loro) non richiamare alla memoria partite portatrici di dispiacere agli attuali tifosi, sostituendole magari con qualche successo in Nazionale o, perché no, anche con la tripletta rifilata all'Atletico Madrid nel 2019.

Che Ronaldo si senta quindi già un ex giocatore della Juventus piuttosto che un protagonista bianconero ancora pronto per un anno di battaglie? E' possibile, anche alla luce delel ultime controffensive del Paris Saint Germain, che punterebbero proprio sul cinque volte pallone d'oro, nell'anno del mondiale in Qatar, per accrescere la popolarità del calcio nel Paese ospitante.

​

Photo by geralt (Pixabay), CC0

• Simone Inzaghi ha firmato un contratto biennale con l'Inter, diventando ufficialmente il nuovo allenatore della squadra.
• Dalla stagione 2023-24, la Ligue 1 tornerà a 18 squadre.
• Battendo in finale 23-20 il Petrarca Padova, la Femi Cz Rovigo è diventata campione d'Italia di rugby.
• Per la prima volta nella storia, la nazionale di baseball cubana non parteciperà alle Olimpiadi. Per i caraibici decisive le sconfitte contro Canada e Venezuela.