Nella storia del divorzio tra Antonio Conte e l'Inter, molti dei tifosi nerazzurri stanno ancora attraversando una sorta di fase di rifiuto: alcuni stentano a rendersi conto di come sia diventato possibile che che quell'uomo, fino a pochi giorni prima innamorato alla follia dei loro colori, tanto da difenderne a spada tratta storia e tradizioni, li abbia improvvisamente abbandonati.

Altri, e vi assicuro che li ho sentiti con le mie orecchie, sono ancora convinti dal mancato annuncio ufficiale del sostituto, che alla fine Antonio tornerà, in groppa ad un cavallo bianco alla maniera del miglior Richard Gere, vinto da un'irrefrenabile voglia di sposare l'Inter e portarla sul tetto del mondo, mentre i più infervorati se la stanno prendendo con la società, rea di non aver accontentato il loro ex condottiero in ogni sua richiesta.

Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno fa, a Torino i tifosi della Juventus come il sottoscritto ci sono già passati. Del resto i narcisisti come Conte agiscono sempre nella stessa maniera: prima ti fanno diventare dipendenti dal loro amore e dalle loro attenzioni, poi ti abbandonano quando non sei più funzionale, facendoti cerdere che le colpe della separazione siano esclusivamente tue.

Solo che, per questi soggetti, non sempre le cose vanno nella maniera immaginata. L'ex allenatore di Juventus e Chelsea era probabilmente convinto, dopo aver abbandonato alla deriva la nave nerazzurra come uno Schettino qualunque, di sedersi sulla dorata panchina del Real Madrid, ma il club di Florentino Perez ha anticipato tutti, scegliendo Carlo Ancelotti come successore di Zinedine Zidane.

Non so cosa, dalle parti della capitale spagnola, possa aver spinto la dirigenza ad affidarsi nuovamente ad una guida che non ne imbrocca più una da ormai diverso tempo (quest'anno con l'Everton ha chiuso la stagione al decimo posto), ma evidentemente l'affidabilità e la serietà dell'uomo Carlo Ancelotti deve aver pesato di più dei risultati sportivi del tecnico salentino.

Già, perché quando lasci ogni società con la quale hai lavorato in maniera burrascosa, sbattendo la porta dopo capricci insostenibili, devi anche mettere in conto che, prima o poi, la voce tra le società inizierà a correre, e che i presidenti coscenziosi preferiranno affidare la panchina delle loro squadre alle cure del giardiniere dello stadio piuttosto che a quelle di un piantagrane, seppur di discreto successo.

Scherzi a parte, il futuro di Conte rimane al momento nebuloso. Di panchine libere di un certo prestigio ne sono rimaste solo un paio, entrambe in Premier League: la prima è quella dell'Everton, appena lasciata da Carlo Ancelotti, la seconda quella del Tottenham, alla ricerca di un uomo sul quale imbastire un progetto di rilancio dopo l'ultima deludente annata.

Entrambe scaldano tuttavia poco il cuore del mister pugliese. All'Everton, Conte giocherebbe verosimilmente per obiettivi di rincalzo, mentre a Londra avrebbe a disposizione una squadra che con buona probabilità verrà privata della stella, Harry Kane, e che per di più si ritroverà costretta ad un impegno nell'Europa di Serie C, denominata Conference League.

A questo punto, perché l'all-in messo sul tavolo dal buon Antonio nel momento di abbandonare l'Inter non si riveli un clamoroso autogoal, rimane un'unica possibilità: che il Paris Saint Germain acconsenta alle richieste di Mauricio Pochetino di tornare sulla panchina del suo amato Tottenham, puntando proprio sull'ex Commissario Tecnico della Nazionale per il nuovo corso.

Uno scenario difficile da realizzarsi che al momento prospetta come soluzione più probabile un altro anno sabbatico per l'allenatore campione d'Italia. Come le vicende di Allegri e Sarri hanno insegnato però, quando si esce dal giro non è poi molto facile rientrarvi. Se poi ti sei fatto la nomea del piantagrane, potrebbe diventare difficilissimo.

Ieri pomeriggio ho intrattenuto una piacevole conversazione con il mio amico @spiceboyz, che anche se è al momento un po' fuori dalla vita della community, rimane sempre a mio modo di vedere uno dei migliori utenti della piattaforma, uno dei primi ad aver creduto nelle potenzialità di Steemit e ad aver fatto parte dello storico nucleo italiano.

Gli argomenti della nostra chiacchierata sono stati diversi, dalla situazione attuale per quel che riguarda il lavoro, fino ad arrivare agli ultimi avvenimenti che hanno travolto il nostro gruppo, non senza prima passare dalla visione generale di tutto il mondo delle criptovalute.

Con lui, in passato, ho condiviso diversi progetti (alcuni li potete trovare tra i podcast nell'area download più in basso) e in un prossimo futuro abbiamo in mente di elevare la qualità della nostra collaborazione provando a realizzare dei prodotti ancora migliori.

Nel frattempo, colta al volo la ghiotta occasione, ne ho approfittato per spolverare la mia vena da podcaster e ho trasformato la fine della nostra telefonata in una breve riflessione su quello che sarà il futuro della Juventus.
Questo è ciò che ne è venuto fuori, buon divertimento.

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Photo by geralt (Pixabay), CC0

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