La Juventus supera la Lazio 3-1 nell'ultimo degli anticipi di ieri sera e mantiene viva la fiammella della speranza di poter tornare, nelle prossime settimane, nuovamente coinvolta nella lotta scudetto, che ad oggi vede in ogni caso l'Inter in fuga e nettamente favorita per la vittoria finale.

Privo di diversi titolari, Pirlo ha dovuto dare fondo a tutta la sua creatività, schierando Bernardeschi terzino sinistro e Danilo nell'inedito ruolo di playmaker di centrocampo, cosa che ha portato ad un iniziale smarrimento della squadra. Come spesso capitato in stagione, la Juventus non è partita infatti nel migliore dei modi, approcciando alla gara con superficialità e quasi con timore. Nei primi venti minuti la Lazio è apparsa padrona del campo, libera di palleggiare con Leiva e Milinkovic senza troppa opposizione nel mezzo, e l'erroe di Kulusevski, che ha aperto la strada all'azione solitaria di Correa per il goal dello 0-1, non è che la summa di tutto quanto osservato nella prima metà del primo tempo.

Preso lo schiaffo tuttavia, i campioni d'Italia hanno dato fondo a tutte le proprie energie per tornare a sciorinare quei dettami tattici fatti di pressing alto e gioco rapido tra le linee visti a tratti nel girone d'andata. I bianconeri hanno lentamente preso possesso del campo, comprimendo gli avversari nella propria trequarti e dimostrando ancora una volta che questa squadra, se vuole ottenere qualche risultato importante in stagione, deve fare affidamento solo su quest'unica maniera di giocare.

Danilo non è Pirlo, e neppure Arthur, ma comincia a calare i suoi piedi brasiliani nel ruolo di cervello; grazie al martellamento sulle fasce portato da Cuadrado e Kulusevski a destra, e dal tandem Bernardeschi-Chiesa sulla fascia opposta, la diga eretta da Simone Inzaghi (che a fine partita parlerà piuttosto misteriosamente di gara dominata dai suoi) comincia a concedere le prime opportunita. Al 25' l'arbitro Massa non concede un clamoroso rigore ai padroni di casa dopo un evidente fallo di mano di Hoedt, ma nè il VAR nè le trasmissioni televisive successive alla partita ritengono utile approfondire. Forse se ne parlerà tra tre anni, come nel caso** Orsato-Pjanic**.

Il goal è comunque nell'aria e la Signora lo trova a sei minuti dal riposo grazie ad una fucilata di sinistro di Rabiot, che si insacca sotto la traversa. E' la rete che dona ancora più fiducia ai padroni di casa, bravi nel rientrare in campo ancora più motivati per cercare una vittoria fondamentale nel cammino futuro in campionato.
I primi dieci minuti sono ancora frizzanti con occasioni per Chiesa e Milinkovic-Savic, che colpisce la parte alta della traversa con un colpo di testa rovesciato, ma è un rapido uno-due intorno al quarto d'ora ad indirizzare definitivamente la gara.

Su azione di calcio d'angolo infatti, Chiesa è bravo a rubare la palla al neo entrato Escalante e ad innescare un contropiede con *Morata; l'attaccante spagnolo, servito poco dentro l'area, è freddo nello spostarsi la palla sul sinistro ed infilare per la seconda volta Reina e, due minuti dopo, si conferma di ghiaccio nel realizzare il calcio di rigore procurato da Ramsey per l'atterramento subito da Milinkovic-Savic.
Pirlo fa le prove generali in vista del Porto, buttando nella mischia sul finale i recuperati Arthur, Ronaldo e Bonucci, e dopo questa vittoria la sfida di Champions League sembra fare un po' meno paura. Il "Maestro" questa volta le azzecca tutte: speriamo, per il bene della Juventus e del calcio italiano in generale, che il suo momento d'oro continui anche in Europa.

La Roma tiene, pari tra Spezia e Benevento

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La Roma di Paulo Fonseca non molla le ambizioni di quarto posto e si conferma squadra "ammazzapiccole" del campionato battendo 1-0 nel lunch match di oggi anche il Genoa, che dall'arrivo in panchina di Ballardini può comunque contare su di una media punti da qualificazione europea.

Alla squadra giallorossa è bastata una rete di Gianluca Mancini, segnata intorno alla metà del primo tempo di testa, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, per aver ragione di una squadra avversaria comunque ben messa in campo e che non ha rinunciato a giocare la propria partita pur mantenendo di base un atteggiamento guardingo. Bene i padroni di casa nel primo tempo, con Pellegrini schierato accanto a Diawara al posto di Veretout, mentre nella ripresa il Genoa ha provato con i cambi a raddrizzare le sorti dell'incontro, senza tuttavia mai portare veri pericoli alla porta di Paul Lopez.

In attesa del big match Inter-Atalanta di domani, la Roma compie così un passo molto importante verso la conquista di un posto nella prossima Champions League e se il Milan dovesse continuare nel trend negativo iniziato da un mese a questa parte, il quarto posto per Fonseca e i suoi potrebbe davvero diventare qualcosa di concreto; le prossime due tappe di Parma e Napoli, intervallate dalla sfida allo Shaktar in Europa League, si riveleranno probabilmente decisive per il proseguimento della stagione.

Nella giornata di ieri, nella partita giocata allo stadio Armando Picco di La Spezia, i padroni di casa e il Benevento hanno invece impattato sull'1-1 il loro scontro diretto, ricavandone un punto che tutto sommato, classifica alla mano, accontenta tutti e che tiene le due squadre a distanza di sicurezza dal terz'ultimo posto ora occupato dal Torino. Tuttavia i liguri, squadra messa molto bene in campo da Vincenzo Italiano, avrebbero meritato molto di più per quanto visto in campo durante i novanta minuti, ma innervositi dopo il goal del vantaggio ospite, realizzato nell'unica occasione avuta in tutta la partita, hanno sprecato diverse occasioni da rete.

Il Benevento ha un po' perso la brillantezza che lo ha accompagnato nella prima parte di stagione, così come decisamente sotto tono è apparso anche il Sassuolo, sconfitto dall'Udinese 2-0 nell'altra partita giocata ieri. Per la squadra di Gotti questo è il quarto risultato utile consecutivo ottenuto grazie alle reti di due ex campioni d'Italia con la maglia della Juventus, Fernando Llorente, autore della prima rete e Roberto Pereyra, che ha finalizzato il contropiede del definitivo 2-0.

Marcel Jacobs domina i 60 metri agli Euroindoor

Con lo straordinario tempo di 6.47, che è valso anche il record italiano di specialità, lo sprinter classe 1994 Marcel Jacobs ha vinto la medaglia d'oro ai campionati europei di Torun (Polonia), bissando così l'impresa di Stefano Tilli del 1983.
Lo sprinter italo-americano (il padre è texano, la mamma italiana) ha con la sua splendida prestazione battuto il campione uscente, lo slovacco Jan Volko, e stabilito anche il miglior tempo dell'anno sui sessanta metri, piazzandosi al quarto posto nella classifica assoluta dei migliori record di sempre. Con un passato nel basket e nel salto in lungo, Jacobs si è convertito alla velcoità nel 2018 dopo un infortunio e a giudicare dai risultati la scelta è risultata quanto mai azzeccata.
Nella stessa serata è arrivata però purtroppo anche una piccola delusione per l'atletica azzurra, con Larissa Iapichino, la figlia della campionessa Fiona May, incapace di andare oltre il quinto posto nel salto in lungo.

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