UN MALE NECESSARIO - Il resto dello Steem 19.04.21

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UN MALE NECESSARIO
Superlega fondamentale per i top club dopo due stagioni di crisi


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Lo avevo accennato nell'articolo civetta di ieri, dopo aver appreso dello scoop fatto dal New York Times, e adesso il tutto si può collocare nei crismi dell'ufficialità: la Superlega europea, torneo esclusivo ad inviti che coinvolgerà tutta o quasi la nobiltà del pallone del vecchio continente, si è trasformata in poche ore da ipotesi utopistica campata per aria a sconvolgente realtà in grado di cambiare il calcio per sempre, e sarà pronta a partire per la sua prima storica edizione forse già dall'estate del 2022.

Saranno coinvolte venti squadre, divise in due gironi da dieci: le prime tre di ogni raggruppamento si qualificheranno direttamente per i quarti di finale, mentre le quarte e le quinte dovranno affrontare una sorta di play-off per completare il quadro delle otto formazioni abili a partecipare alla seconda fase della manifestazione. Si disputeranno partite di andata e ritorno, da giocare a metà della settimana (probabilmente negli stessi giorni in cui andrà in onda la Champions League), con solo la finale prevista in gara unica.

I dodici club fondatori (Milan, Arsenal, Atlético Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham), ai quali presto se ne aggiungeranno altri tre sui quali vige ancora il massimo riserbo, parteciperanno di diritto ad ogni edizione della manifestazione, indipendentemente dall'andamento nei campionati nazionali, mentre nell'intenzione degli organizzatori i cinque posti rimanenti verrano lasciati liberi per permettere l'invito a quelle formazioni che si saranno particolarmente distinte all'interno della stagione sportiva precedente.

Una scissione vera e propria dall'Uefa, resasi necessaria soprattutto in seguito alle ingenti perdite economiche causate dalla situazione emergenziale delle ultime due stagioni. Come si apprende dal comunicato ufficiale emesso dalla nuova organizzazione, i partecipanti alla Super League riceveranno infatti dalla finanziatrice del progetto, la banca d'affari JP Morgan, "a supporto dei loro piani d’investimento in infrastrutture e per bilanciare l’impatto della pandemia Covid-19" un rimborso una tantum che si aggirerà intorno ai trecento milioni di euro a testa, cifra che sfiora per alcuni di essi quasi il 100% del fatturato annuale.

Da tempo i grandi club si erano dimostrati critici con la gestione dell'Uefa, rea a loro dire di non saper valorizzare adeguatamente a livello economico una manifestazione di portata mondiale come la Champions League; gli stessi prevedono che il giro d'affari complessivo della manifestazione porterà alle casse delle squadre incassi stimati nell'ordine delle due o tre volte superiori alle precedenti competizioni europee, per un volume d'affari complessivo che dovrebbe sfiorare i nove miliardi di euro.

Questo sistema, in stile NBA e NFL, quasi del tutto slegato dalla meritocrazia, può piacere o meno, ma allo stesso tempo va riconosciuto ai fondatori della Super League di aver saputo, a differenza dell'Uefa, tutelare i propri interessi e mettere una pezza al buco nei bilanci, prima che lo stesso si allargasse in maniera irrimediabile. Naturalmente da Nyon non ci stanno e hanno già annunciato di voler intraprendere una battaglia legale, ma dov'erano gli stessi quando una manifestazione come la Champions League, o i vari campionati nazionali, sono stati umiliati e sviliti, costretti a mostrare l'assurdo spettacolo di stadi vuoti?

Perchè l'UEFA non ha puntato i piedi con i vari governi, così come ha fatto per l'Europeo, per difendere le manifestazioni sportive disputate in quest'anno e mezzo? Perché non si è preoccupata minimamente di dare credibilità a sistemi da essa introdotti e facilmente aggirabili, come il Fair Play finanziario? La (ormai ex) governace del pallone europeo si è sentita per anni in una situazione di forza tale da poter disporre del futuro delle proprie associate come meglio credeva, e anche l'annunciata prossima riforma della Champions League si annunciava come l'ennesimo contentino che non avrebbe cambiato più di tanto le cose.

Ciascuno ha il diritto di fare quel che meglio crede, ovviamente nei limiti della legalità, per difendere i propri interessi. Al sopravvivere con una montagna di debiti crescente i grandi club hanno scelto una strada diversa, che permettesse loro di ripartire alla grande, impegnandosi per di più anche a reinvestire all'interno del calcio europeo parte degli ingenti proventi che la manifestazione porterà, tra sponsor, diritti TV e di partecipazione. Non so come la pensiate voi, ma io non me la sento di biasimarli più di tanto.

Ora la vera curiosità sarà scoprire se davvero l'Uefa, come minacciato subito dopo l'uscita del comunicato ufficiale, chiederà l'esclusione delle squadre partecipanti alla Super League anche dai campionati nazionali, svilendo così anche questi ultimi in maniera irreparabile e, paradossalmente, assegnando sempre più importanza alla manifestazione che vorrebbero colpire. Per questo motivo dubito che si arriverà ad una soluzione simile, che non conviene a nessuno (pensate ad una Serie A senza Juve, Milan, Inter e probabilmente una tra Roma e Napoli), ma come in questo periodo abbiamo sentito ripetere spesso, il mondo non sarà più lo stesso dopo il covid-19. Non vedo perchè il calcio dovrebbe fare eccezione.

NASCE ANCHE LA NUOVA CHAMPIONS LEAGUE
L'Uefa vara il nuovo format che partirà dal 2024

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Photo by senolsengul, CC0 Pixabay

In una giornata ricca di colpi di scena, e destinata a rimanere nel tempo come simbolo di un calcio votato al cambiamento, il comitato esecutivo dell'Uefa, dal proprio quartier generale di Montreux, ha ufficializzato ieri il cambio, fino a poco tempo fa solo ventilato, del format alla Champions League, e che entrerà in vigore a partire dalla stagione calcistica 2024/2025.

Le squadre coinvolte nella manifestazione più importante d'Europa (almeno fino alla nascita della Super League) passeranno dalle attuali 32 a 36 e saranno incluse tutte nella medesima classifica; tuttavia, per ovvi motivi di tempo e contingentamento dei calendari, le stesse non affronteranno ogni avversaria ma solo le cinque decise da un sorteggio iniziale secondo un criterio a fasce basato sul ranking Uefa, con partite d'andata e ritorno, per un totale di dieci match iniziali garantiti ad ogni partecipante.

Sei mini gruppi da sei squadre quindi, che tuttavia gareggeranno in qualche modo anche contro tutte la altre unendo i loro risultati in un'unica grande classifica. Alla seconda fase, quella degli ottavi di finale, verranno direttamente promosse poi solo le prime otto della graduatoria generale, più altrettante squadre che usciranno dagli spareggi incorociati disputati tra le restanti sedici squadre (la nona contro la ventiquattresima, la decima contro la ventitreesima e così via), con le perdenti relagate in Europa League.

Una impalcatura tutto sommato originale ed interessante, voluta, oltre che per rinnovare la formula della competizione che si riproponeva identica da diversi anni, anche e soprattutto per aumentare il numero di partite minime disputate da ciascuna partecipante, e di conseguenza gli incassi da botteghino (si spera che dalla prossima stagione gli stadi riaprano senza limitazioni), diritti televisivi e sponsor. Una manna dal cielo specialmente per le rappresentanti delle piccole federazioni, ma evidentemente non abbastanza per impedire ai grandi club di crearsi il loro torneo privato.

Da segnalare come, almeno per il momento, alcune grandi storiche del calcio continentale, come Paris Saint Germain, Bayern Monaco, Porto e Borussia Dortmund, abbiano votato a favore della riforma della Champions League, opponendosi così al progetto riformatore del calcio europeo voluto dai fondatori della Super League. Chi ci guadagnerà da questa situazione è presto per dirlo, ma inevitabilmente, senza le venti squadre previste dalla competizione rivale, la Champions League perderebbe molto del suo fascino e della sua competitività, diventando una sorta di torneo di Serie B.


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ROMA KO, INTER PARI

Le due gare di Serie A disputate nella serata di ieri vedevano impegnate la capolista Inter, sul mai facile terreno del San Paolo di Napoli, e l'unica squadra italiana sopravvissuta in Europa, la Roma di Paulo Fonseca, ospite del Torino.
Nel capoluogo piemontese i padroni di casa hanno fatto prevalere la loro voglia di mettersi al sicuro dal rischio retrocessione, surclassando gli avversari nel secondo tempo; la squadra giallorossa, subito in vantaggio grazie al goal di Mayoral dopo appena tre minuti, si è adagiata sul risultato, accettando di agire esclusivamente di rimessa, ma lo ha fatto in modo superficiale e distratto, forse con la testa alla doppia semifinale con il Manchester United, finendo per venire travolta dall'ottimo secondo tempo del Torino.
L'Inter invece ha interrotto la propria striscia di vittorie, che durava da undici partite, ma il pareggio ottenuto contro il Napoli avvicina ancora di più Conte e i suoi verso la conquista dello scudetto. La squadra capolista si è rivelata ancora una volta solida anche dal punto di vista mentale, recuperando lo svantaggio del primo tempo nella ripresa, grazie al gran goal di Eriksen.

ADDIO MOU, L'EX SPECIAL ONE DI NUOVO SILURATO

E' finita ieri, con un triste comunicato emesso dalla dirigenza del Tottenham, l'ennesima avventura d'oltremanica di José Mourinho, al secolo soprannominato lo "special one", che di speciale in realtà, a giudicare dai risultati e dai continui esoneri subiti nell'ultimo periodo, sembra non avere più nulla ormai da diverse stagioni.
Per Mou si sono rivelate fatali l'eliminazione dall'Europa League per mano della "piccola" Dinamo Zagabria, e il pareggio dell'ultima giornata di Premier League contro l'Everton, che ha lasciato il Tottenham al settimo posto in classifica, distante ben cinque punti dalla zona Champions League.
Con il benservito ricevuto dagli Spurs diventano quattro gli esoneri di Mourinho negli ultimi otto anni, e nemmeno la sua nomea di specialista nelle finali (tra una settimana il Tottenham affronterà il Manchester City nella finale di Coppa di Lega) ha fatto propendere la dirigenza della sua ex squadra verso un rimando della decisione. Nonostante le voci delle ultime settimane, non sarà tuttavia Maurizio Sarri a sostituirlo, poichè la panchina della squadra londinese è stata affidata a Ryan Mason.


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Le ultime dal mondo dello sport

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  • Boris Johnson contro la nascente Super League: "Faremo di tutto per fermarla".
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  • L'Atletico Madrid approfitta del pareggio del Real Madrid e consolida la vetta portandosi a + 4 in classifica sui cugini e a +5 sul Barcellona.
  • La Serie B sospende le prossime due giornate per i casi covid: si riprende il 1 maggio.

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I migliori post sportivi della giornata su Steemit

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ACCADDE OGGI - 19 APRILE
Gli avvenimenti sportivi più rilevanti del passato

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  • 1953: Nasce a Rivoli Veronese, Sara Simeoni, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980 nel salto in alto ed ex primatista del mondo.
  • 1964: La casa automobilistica Ford lancia in diretta televisiva negli Stati Uniti il suo ultimo modello, la Mustang.
  • 1987: Nasce in Russia l'ex tennista Maria Sharapova.
  • 1989: Il Milan batte 5-0 il Real Madrid e vola in finale della Coppa dei Campioni

FRASI CELEBRI
Parole indimenticabili dei protagonisti di oggi e di ieri

  • “La passione muove ogni cosa, è una forza davvero straordinaria.”
    (R. Baggio)

  • “Gli uomini hanno bisogno del replay istantaneo quando guardano lo sport in TV perché dopo 30 secondi si sono dimenticati cos'è successo."”
    (S. Savannah)

  • “Lo sport è uno dei due linguaggi interclassisti interrazziali e internazionali. L'altro è il danaro.”
    (S. Benni)


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LETTERE AL DIRETTORE
Le mie risposte alle vostre domande

Inevitabilmente il tema Super League è al centro dei discorsi, ed Emma da Treviso mi domanda:

Gentilissimo Direttore,
leggo che i club coinvolti nel progetto Superlega sarebbero esclusi dai vari campionati... A quel punto non ci sarebbe il rischio di creare anche una Serie A parallela?

Cara Emma,
non credo che "gli scissionisti" verranno esclusi dai rispettivi campionati, ma la sua osservazione è molto intelligente. MI chiedo se Dazn, ad esempio, pagherebbe ancora i soldi promessi ad una Serie A priva di Inter, Milan, Juve e Napoli o Roma o se preferirebbe investire a quel punto nel torneo italiano parallelo organizzato dalle quattro o cinque big, magari allargato a chi, fiutato l'affare, sarebbe eventualmente disposto a seguirle...

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