- LAZIO ZONA ROSSA - Era nell'aria..

Eccoci di nuovo precisamente come un anno fa. Non è cambiato nulla tranne la consapevolezza o la rassegnazione di dover rimanere chiusi in casa.

Io vivo sul litorale laziale, non distante da Roma ma in una cittadina tranquilla di 50 mila abitanti.

E per quanto la mia regione è riuscita a rimanere per molto tempo in zona gialla, purtroppo il bollettino di ieri, 12 marzo non ha lasciato dubbi:
1.757 casi positivi (-43), 24 morti (+8). Roma a quota 800. Indice Rt a 1.3. (dati ansa)

Da un anno ormai sentiamo parlare di questo indice Rt e sappiamo che ogni settimana è il suo esito a determinare il colore delle nostre regioni.

Si tratta di un indice che ci dice quante persone possono essere contagiate in media e in un certo periodo di tempo da una sola persona.
Per esempio se l’indice Rt è 2 significa che una persona infetta può contagiare altre due persone e queste due persone a loro volta ne possono contagiare altre due nel periodo successivo.
Per questo motivo è necessario che l’indice Rt resti sotto quota 1.

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Per quanto abbiamo superato di poco l'indice Rt e rimanendo una regione con meno casi rispetto ad altre realtà, credo sia giusto non sottovalutare l'aumento dei contagi e ricorrere a misure più drastiche.

Il virus con le sue ultime varianti si diffonde più velocemente e soprattutto colpisce le fasce d'età più giovani e per chi è genitore questo è un campanello d'allarme che fa entrare ogni mamma e papà in modalità protezione.

Sono stata preoccupata per i miei genitori e abbiamo sempre fatto molta attenzione.
Dopo un anno ci siamo abituati ad avere contatti a distanza e spesso mascherine in casa.

Ma adesso sono sincera, tutto cambia.
L'idea che questo virus subdolo possa attaccare anche la generazione dei nostri figli in modo cruento lasciandogli chissà quali effetti a lungo termine, no non può essere accettato.

Adesso dobbiamo proteggere le generazioni più giovani, per loro al momento non ci sono vaccini anche se nel Regno Unito è iniziata la prima sperimentazione clinica al mondo su 300 giovani volontari, di cui 150 di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e altri 150 tra i 12 e i 17, ai quali viene somministrato il vaccino Astrazeneca, stesso dosaggio somministrato agli adulti.RIF.

Speriamo di uscire al più presto da questa situazione. Speriamo di trovare i vaccini giusti per tutti e che si possa tornare ad avere un po' di speranza nel futuro, perché adesso è un po' complicato.

Stiamocene tutti a casa. Rispettiamo tutti le regole.

Grazie per aver letto il mio post.

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