Contest - Crea un'immagine

in hive-184714 •  6 months ago  (edited)

Uno strano negozio: signore e signori, qui si vende fumo sul serio...🤣🤣🤣🤣
Disclaimer: immagine creata con Freepik (intelligenza artificiale) per seguire le regole del concorso Digitaly crea un'immagine (attraverso l'uso della IA). Quanto al testo, invece, è farina del mio sacco.

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Disclaimer in English: image created with Freepik (artificial intelligence) to follow the rules of the Digitaly competition create an image (through the use of AI). The text, on the other hand, is all my own work.

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Disclaimer en español: imagen realizada con Freepik (inteligencia artificial) para seguir las reglas del concurso Digitaly crear una imagen (mediante el uso de IA). En cambio, el texto es toda cosecha mía.

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In diretta da Edgar e Milady:
SOGNO O REALTÀ? Vendita di fumo? O si può ancora sperare tra le distopiche distopie caratterizzanti le...

...STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO: IL RETROCASA XIV
No, non si trattava di un uomo delle pulizie, fosse pure il capo, dato che, man mano che il tempo scorreva, lo vedeva coinvolto nell'organizzazione degli eventi. E spesso a fare pappa e ciccia con il dottor Grassini. Doveva essere un dirigente. All'inizio Natalina venne presa dall'ansia, per non dire panico, non fosse che il Prozac aiutava non poco. Meglio sarebbe stato avere a che fare con qualcuno che riteneva più alla sua portata. Dato che in città alle soglie del quarto millennio gli insegnanti, specie se supplenti, specie quando le loro materie fossero umanistiche, erano considerati falliti, oltre che dalla signora Fiorina, dal cittadino medio, uso vivere su Nettuno e dunque ritenendo che la mera condizione di laureato dovesse essere foriera di millemila offerte di impiego dirigenziale da parte di tutte le aziende cittadine, Natalina si sentiva disagio. Anche se non avrebbe affatto vacillato, una volta che avesse dovuto metterlo al suo posto in caso di avances ben più acccentuate, intimandogli di riservarle alla moglie o fidanzata che fosse. Vero era che non portava la fede al dito, ma quanti uomini in città se la toglievano o non ne facevano uso di proposito, per non apparire sposati o fidanzati quando in cerca di avventure? Nel frattempo videro arrivare un ragazzo tutto trafelato e ansante. Natalina lo conosceva bene, era Francesco e frequentava la sua comunità. Era uno studente di ingegneria che lavorava come stagista nell'industria di Vittorio. Mi scusi per il ritardo, ingegnere, purtroppo c'è stato un guasto al mio autobus. È rimasto fermo e le porte non si aprivano più, il conducente ha dovuto chiamare i soccorsi. L'unico modo per non fare tardi era saltare dalla finestra per cercare l'autbus successivo... A Natalina venne naturale dirgli di andare bere un po' d'acqua, anzi si offerse di cercargliene un bicchiere. Sapeva che Francesco non mentiva e quando faceva tardi ai suoi impegni c'era sempre dietro un motivo serio. Fortunatamente, anche il bello sconosciuto, ah, un ingegnere, dunque e sperò non rimproverasse il suo povero amico, altrimenti l'avrebbe sentita eccome, ma no, sembrava fidarsi di Francesco anche lui, perchè gli disse di dare retta a lei e lo giustificò per il ritardo senza neppure sognarsi di rimproverarlo. Ovviamente non pretendeva affatto che il povero stagista si rompesse il collo saltando dal finestrino di un autobus per non fare tardi al lavoro.
Quindi sei un ingegnere, disse Natalina, aggiungendo involontariamente un accidenti, quando il ragazzo si era allontanato in cerca di acqua, dispensandone la sorella di fede dal reperirla per lui. Si, lavoro nella divisione robotica. Accidenti, dunque lavorava nel suo dipartimento. Stavolta, un accidenti di troppo le era sfuggito a voce alta. Scusami, io... cominciò Natalina. Pensavi fossi un uomo delle pulizie? le chiese il bello sconosciuto con il suo solito sorriso smagliante, senza offendersi minimamente per il fraintendimento. Erano passati a darsi del tu per iniziativa di lui che non avrebbe voluto sentirsi vecchio anche se aveva già passato i quaranta e Natalina non aveva avuto nulla in contrario a scartare una mera formalità. Scusami, non intendevo affatto essere offensiva, ma mi hai detto che Alboino è tuo collega. Il bello sconosciuto ingegnere le rispose che non si era per nulla offeso e tu non saresti offensiva neppure volendolo. Non c'è nulla di male a lavorare nelle pulizie. E considero colleghi non soltanto gli ingegneri come me, ma anche gli impiegati, gli operai, i magazzinieri e chi lavora nelle pulizie come Alboino. Senza di loro questo stabilimento sarebbe peggio di un canile e quindi in che condizioni lavoreremmo? Come puoi vedere, se è così lustro lo si deve proprio alle donne e uomini del servizio di pulizia. Chi pulisce è importante tanto quanto chi programma gli androidi.
Natalina iniziava a mettere da parte l'ansia, anche se non ancora la diffidenza. È bello che tu dica questo. Immagino che saprai che in città chi la pensa così è una primula rossa. A lui piacque la metafora. Bello, questo paragone. Fine e delicato come soltanto una letterata come te può essere. La prima cosa che venne in mente a Natalina fu un oh, porca miseria, trattenendosi però dall'esprimerlo ad alta voce. Ora torna a corteggiarmi. Dal punto di vista della dignità umana è corretto, ma lo sarà anche...però quei giorni a cominciare da quel martedì marzolino risultarono i più felici della vita di Natalina Granata, quando scopri che lui non era sposato nè fidanzato. In maniera piuttosto insolita, peraltro. A pomeriggio inoltrato le chiese se a casa avesse qualcuno da avvisare che avrebbe tardato, perchè gli eventi scolastici nello stabilimento si sarebbero protratti più a lungo del previsto per gli insegnanti e ovviamente per il preside, una volta tornati a casa gli studenti. Ma i docenti avrebbero avuto da preparare il pomeriggio più importante, vale a dire quello del venticinque di quell'aprile marzolino. E già: proprio a causa del festivo, si sarebbe colta l'occasione per dare il massimo nell'evento. Non c'era però da preoccuparsi perchè il bar dello stabilimento avrebbe presto portato a tutti bevande e cibo gratis, ritrovandosi ben fornito anche per gli allergici. Dopo avere rilevato che difatti era allegica al mais e si teneva bene alla larga dalla carne rossa, Natalina disse che c'erano i suoi genitori da avvisare. Quindi vivi ancora con loro, le aveva domandato. Ma la domanda fu maldestra, specie l'ancora, sfuggitogli però senz'animo di offendere la sua bella.
Ecco che ora penserà che sono la classica bambocciona, termine tanto amato dai presentatori della tivù. Ci manca solo più che un uomo di successo che forse è pure alla ricerca di un diversivo si burli di me. Dunque rispose, alquanto prevenuta, che lo stipendio degli insegnanti, specie se precari e quindi che possibilmente non avrebbero lavorato tutto l'anno come i loro colleghi concorsati, considerando che i concorsi pubblici negli ultimi decenni erano finiti nel dimenticatoio, non permetteva di mantenere da soli le spese di un appartamento, a meno che non lo avessero ereditato e niente condomini energivori e sanguisughe. A meno che non si trattasse di un monolocale in periferia e zero ascensore, cosa che comunque Natalina non poteva permettersi perchè c'erano i debiti di suo padre, che però omise di menzionare davanti a un uomo sicuramente come minimo benestante. Già non era facile avere a che fare con la consapevolezza dell'inferiorità di condizione rispetto a lui, per essersi ritrovata tra i poveri relativi per colpa dell'ultimo covid. Anche se suo padre continuava a ritenersi un piccolo-borghese, dato che secondo una frangia di giornalisti i nuovi piccolo-borghesi erano quelli come lui. Ovviamente, sua moglie Fiorina gli dava dell'idiota. Perchè lei si sentiva povera ed era fin troppo avvezza a sminuirsi. A quasi trentotto anni suonati, Natalina non si divertiva affatto di vivere con due genitori da casapazza, soprattutto sua madre, intenti peraltro a cercare di sistemarla con individui che definire discutibili significava restare più corti delle maniche di un gilè, soprattutto sua madre, altro aspetto che preferì non comunicargli. E si trattenne dar dirgli che un insegnante non poteva certo permettersi le larghezze di un ingegnere.
Ti prego, perdonami, mi sono espresso male, malissimo. Non mi sognerei mai di ripetere le menzogne divulgate dai media che scaricano la colpa della disoccupazione, dei bassi stipendi e del precariato sugli adulti che vivono con i genitori, anzichè sul sistema socio-politico, il vero colpevole di questo stato di cose. È solo che vorrei ci conoscessimo più da vicino. Non intendevo certo criticarti perchè vivi con i tuoi. Anzi, se io potessi, vivrei ancora con mia nonna. Natalina, speranzosa che dunque non fosse sposato, ma pur sempre diffidente, gli domandò pechè non potesse. Perchè purtroppo è morta. La ragazza se ne dispiacque. Dovevi esserle molto affezionato, gli disse. Si. Mia nonna è stata praticamente la mamma che io e i miei fratelli non abbiamo mai avuto. Per la verità, non abbiamo mai avuto un gran che di madre e men che meno di padre. Mio nonno è stato il nostro vero padre, ma purtroppo se n'era andato presto, quando non avevo ancora terminato le scuole e i miei fratelli minori erano ancora piccini. L'hanno conosciuto a malapena. Era stata mia nonna, allora, a mandare avanti tutta la baracca. Una vita difficile, suppose Natalina. Gli domandò allora se i suoi genitori fossero ancora vivi. No, sono morti entrambi in un incidente d'auto, in seguito ti racconterò meglio. E io e i miei fratelli piccoli siamo stati al riparo grazie a nonna, altrimenti ci sarebbe toccato pesare su mia sorella maggiore, che aveva già messo su famiglia. Io ero già maggiorenne e potevo comunque lavorare, ma i miei fratellini erano ancora due bimbi da scuola dell'infanzia. Sarà che vivevano ancora tutti assieme? I tuoi fratelli piccoli, adesso che non c'è più la nonna, quindi... cominciò, sperando di sapere di più e constatare, sia pure per vie traverse, come stavano i suoi affari in fatto di donne. Adesso sono grandi anche loro e lavorano. Vivono con me nella casa che un tempo era di nostra nonna. Mia sorella maggiore è l'unica a essersi sposata e quindi ha una casa e una famiglia tutte sue, mentre noi siamo tre scapoloni impenitenti...questa fu la maniera del bello sconosciuto, oramai sempre meno sconosciuto, per informarla di essere assolutamente single e quindi vincere la sua diffidenza, ma si accorse di aver commesso l'ennesima cappella...No, aspetta, non fraintendermi, sono bravo a esprimermi in maniera pessima, però vedi, non sono un letterato erudito come te...non siamo assolutamente di quegli scapoli che vivono perennemente in cerca di avventure. Volevo dire dire che la nostra vita è fatta di lavoro, casa, chiesa e attività sportiva che pratichiamo per conto nostro come meglio ci riesce. Niente vizi e niente avventure, te lo assicuro. Chiesa? È meraviglioso sentirtelo dire. Sai com'è, l'uomo medio di questa città è ateo o agnostico e si vanta di tutte le avventure avute con quante più donne possibile. E caso mai facesse parte di quei gruppi chiamati incel, sono geremiadi infinite per non riuscire a vivere da play boy o cercando di farlo cadendo il più in basso possibile. Natalina iniziò a mettere da parte pure la diffidenza, anche se la sua natura non glielo permetteva mai del tutto. Si, purtroppo è vero. Ma io sono credente. Buone notizie! E dove frequenti, se posso chiedere? La giornata seguiva splendida per com'era iniziata. Ma sicuro, chiedi pure tutto quello che vuoi! Appartengo alla chiesa Metodista, dove mi sono anche battezzato. Ottime notizie, era pure un correligionario! Anche se molto probabilmente arminiano e non calvinista, ma anche gli arminiani andavano considerati fratelli di fede. Natalina poteva dunque sperare? Poteva finalmente relazionarsi davvero con un uomo assolutamente non discutibile, non un mammone, non un vecchio decrepito che non avesse mai visto un barbiere in vita sua, non uno scarto della società, ma un risolto in carne e ossa e non un fantasma? Poteva finalmente dimenticare il suo fantasma e sorvolare su quelli che parevano i sentimenti che un androide sembrava provare per lei? Ma era sogno o realtà? Era vero? L'indomani si sarebbe risvegliata nel suo letto o in una stanza del reparto psichiatrico come suo cugino e la sua migliore amica negli otto anni precedenti? E una volta terminati gli eventi scolastici, lui si sarebbe ancora ricordato di lei? Mentre millemila interrogativi le affollavano la mente e il suo uomo era stato chiamato a risolvere qualcosa nei piani superiori, si soffermò davanti alla porta del salotto delle arti visive, tenuto dal collega di disegno e storia dell'arte Roberto De Matteis. Solo un minuto, perchè da lì a poco avrebbero avuto luogo gli eventi in tutti i salotti artistici e letterari, compreso il suo. Appeso alla porta c'era un quadro digitalizzato che destava ammirazione. Sembrava quasi una foto. Impossibile non soffermarsi a guardarlo, specie considerata l'insolita tematica: un luminoso e curiosissimo negozio la cui attività commerciale consisteva nella vendita di fumo. No, attenzione: non si vendevano nè sigarette nè sigari, nella maniera più assoluta. In quel negozio si vendeva fumo, ma fumo per davvero, proprio come da un pezzo avveniva nel reparto psichiatrico del dottor Heinz da parte di una paziente oramai arciconvinta di essersi trasformata in una Ferrari Testarossa. Il pittore doveva essere davvero un creativo.

smokeshop.png
A - STRANGE - LUMINOUS - SHOP - SELLING - SMOKE (l'immagine che partecipa al concorso, che sono pure stata costretta a ritagliare ritenendone gli elementi principali sempre a causa della scarsa collaborazione delle IA🤣)

In neretto e corsivo, una didascalia sotto il quadro riportava il nome dell'autrice del quadro, Catinina Ferraro detta Nina, con la data di pubblicazione e digitalizzazione...Natalina sperò non si trattasse di un'omonimia. Se una ragazza affetta da maladaptive daydreaming e disturbi di depersonalizzazione dovuti a una vita infelice e indigenza assoluta aveva potuto riscattarsi attraverso le arti visive, significava che allora davvero la speranza doveva essere l'ultima a morire.

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