Se fino a quel momento Freyja era stata titubante riguardo all’esistenza di questo Ludwig Reynard, ora aveva la certezza della sua esistenza. Lo aveva di fronte a lei e, se doveva basarsi su una prima occhiata, non le sembrava una persona così importante. Non era altro che un vecchio signore barbuto, con i capelli abbastanza lunghi e poco curati, ma, nonostante l’età sembrava reggersi bene sulle sue gambe. Non ci trovava nulla di speciale in una persona del genere, ma d’altronde anche Kuhgla, se ci si fosse fermati ad analizzare il suo aspetto esteriore, non sembrava niente di speciale. La cosa doveva essere assolutamente diversa per Vrynn e Mistrel. La loro emozione si poteva percepire nell’aria: gli occhi del ragazzo si erano improvvisamente illuminati alla sua vista e quella sorta di tensione, perennemente visibile agli occhi di Freyja, era quasi scomparsa; la ragazza, della quale non aveva ancora compreso l’età, visto che alcune cose non le tornavano, era talmente emozionata da non aver smesso di sorridere un secondo.
“Ben arrivati! E...felice di vederti Vrynn!” disse Reynard.
“E felice di vederti Mistrel, no?” chiese lei emozionata e leggermente stizzita.
Freyja non aveva intenzione di assistere a una piccola scenata di gelosia della ragazza, per cui decise di ignorare il tutto e fare una domanda all’uomo.
“Salve, Signor Ludwig Reynard. Mi chiamo Freyja e vengo da Alfhild. Da quando ho incontrato i vostri amici, ho sentito spesso parlare di voi. Visto che sostengono che siate una persona molto importante, potrei chiedervi gentilmente se avete notizie dell’Imperatore? E’ da ieri che cerco di avere un incontro con lui ma non c’è stato nulla da fare.”
“Piacere mio, cara. Innanzitutto grazie per le belle parole; poi…mi dispiace ma non credo sarà semplice esser ricevuta al castello. E’ da tempo ormai che cerco un contatto con lui, ma sembra come scomparso. C’è qualcosa di molto strano. A corte non si possono ricevere visite e l’Imperatore non risponde a nessuno.” rispose gentilmente lui.
“Scomparso?” esordì agitata Freyja.
“Beh, non ne ho la certezza, ma la mia deduzione è proprio questa. Spero di riuscire presto ad avere altre notizie, ma per il momento non posso esserti d’aiuto… mi dispiace.”
“Adesso che hai ottenuto le tue informazioni, possiamo parlare del motivo che ci ha portato qui?”
Mistrel era visibilmente irritata dal fatto che Freyja le avesse rubato la scena.
“Scusatemi, non volevo irritare nessuno e nemmeno creare disturbo. Vi ringrazio infinitamente per le preziose informazioni. Me ne vado...” disse la ragazza dispiaciuta.
Non appena salutò cortesemente con la mano i presenti, richiamò Roth e si diresse verso l’uscita. Vrynn, che aveva assistito alla scena dispiaciuto, la fermò.
“Non fare caso a Mistrel, ha il suo caratterino ma è buona. Se ci pensi, ieri sera ti ha pure lavato il cane!” le disse sghignazzando.
Un sorriso le incorniciò il volto. “Sì, hai ragione. Ma davvero, grazie per l’ospitalità, per la compagnia ma io devo andare. Devo incontrare una persona!”
“D’accordo. Però non girare da sola per città, non si sa mai di questi tempi. Se vuoi possiamo vederci di nuovo alla locanda al tramonto. Ti aspettiamo! E… stai attenta Freyja!”
“Grazie Vrynn. Ci proverò! Spero che possiate trovare quello che state cercando.”
Roth le camminava a fianco e annusava gli odori della strada che stavano percorrendo. Soffiava un venticello leggero e questo rinfrescava l’aria; non era abituata a quel tipo di temperatura, di solito affrontava quotidianamente tempeste di neve. Decise di recarsi nuovamente nel cuore della Città Imperiale, era sicura di trovare lì Joel.
Purtroppo, dopo esser entrato a castello, aveva perso le tracce di Freyja. Era riuscito a seguirla tutto il tempo, ma proprio non era riuscito a resistere allo squallido spettacolo delle guardie che la prendevano in giro. La cosa che più gli dispiaceva era aver preso parte anche lui a quell’orribile giochetto, ma doveva pur sempre mantenere la sua parte. Se qualcuno di loro avesse anche solo intuito che Joel provava un sentimento per Freyja… sarebbe stato un problema. Avrebbero affidato il suo compito a qualcun altro e lo avrebbero fatto fuori. Immediatamente. Ci teneva alla sua vita, anche troppo, ma teneva altrettanto inaspettatamente a quella della ragazza. Non sapeva assolutamente cosa inventare per scusarsi. Era tra l’incudine e il martello.
“Pensi che ci darà buca Joel?”
“Uoooof!”
“Era così strano ieri, piccolo Roth. Non era mai stato così strano...”
La ragazza iniziava a pensare di aver sbagliato ad aprirsi con lui. Certo, non lo aveva fatto totalmente, ma comunque gli aveva dato troppa confidenza. Alle sue spalle, una voce.
“Dobbiamo sempre incontrarci così?” le chiese Joel ridendo.
“Così come?” rispose lei senza voltarsi.
“Beh, che ti sorprendo di spalle!”
“Smettila con i giochetti. Cosa sta succedendo? Cosa è successo ieri esattamente?”
“Posso offrirti un pranzo? Sapevo già che avresti detto di no ad un pranzo in osteria, quindi ho portato qualcosa io. Due zuppe e qualcosa per il tuo nuovo amico.”
Joel si sedette di fianco a lei, per terra. Erano in un piccolo prato adiacente alle vie interne della città e c’era parecchia privacy. Le porse un piccolo contenitore di latta con la zuppa e qualche rimasuglio di osso da sgranocchiare per Roth.
“Grazie. Scusami ma sono nervosa. Ieri sera mi hanno derubata. Se non fosse stato per Vrynn e...” Il Generale la interruppe.
“Aspetta un attimo, chi è Vrynn?”
“Se mi lasciassi finire di parlare… Mi hanno derubata e mentre stavo inseguendo il rapinatore, all’improvviso sono sbucati fuori un ragazzo e una ragazza, Vrynn e Mistrel, che l’hanno bloccato e mi hanno consegnato la mia sacca. Per fortuna...” La faccia di lui si fece più seria.
“E tu ti sei fidata immagino. Non potresti pensare che magari erano semplicemente d’accordo? Hai controllato che ci sia tutto dentro la tua borsa?”
“So badare a me stessa, Joel.” gli rispose stizzita, bevendo un sorso di zuppa, poi continuò:
“Non sono una bambina. A questo non avevo pensato, però. Vengono da Rak-Thul. Lui è un ragazzo timido e gentile, lei una specie di streghetta. Ancora devo capire se stanno insieme o meno. Devo ammettere che lei è abbastanza gelosa.” riprese Freyja.
“Piccola Freyja, non devi fidarti di nessuno qui. Li hai ringraziati e te ne sei andata, vero? Dove hai passato la notte?”
“No. Mi hanno offerto di viaggiare con loro e quindi abbiamo passato la notte in una specie di casa mezza cadente e impolverata che Mistrel ha sistemato con la magia. Poi stamattina siamo andati da un certo… Lud… non ricordo il nome ora. Ma li rivedrò al tramonto.”
“Da una parte sono felice che tu non sia sola in questo tuo viaggio, ma d’altra parte sono in pensiero. Vorrei poterti proteggere io.”
“Non viaggio con loro per protezione, sciocco! So benissimo come difendermi! Non so, c’è qualcosa che non mi è chiaro e voglio capirci di più in quella coppia buffa. Comunque, vorrei sapere una cosa Joel...”
Lo fissò negli occhi. Ogni volta in cui lei lo guardava in quel modo, il cuore di Joel batteva più forte e l’impulso di baciarla cresceva.
“Lo so, vuoi parlare di ieri. Mi dispiace per come mi sono comportato. Non mi aspettavo di vederti qui e non ho detto a nessuno che noi...beh, siamo quello che siamo. Le guardie poi mi avrebbero preso in giro. Mi hanno sempre detto che per colpa della mia rigidità emotiva non avrei trovato nessuna donna e non volevo apparire...”
“Se le cose stanno realmente così… vorrei sapere perché non ho potuto avere un appuntamento con l’Imperatore.”
“Freyja, non puoi arrivare qui, una sconosciuta e chiedere dell’Imperatore. Potresti essere chiunque! Potresti volerlo uccidere, ad esempio! Soprattutto essendo donna… le cose qui stanno un po' in modo diverso. Comunque ci ho parlato. Al castello le cose sono molto caotiche. Questa luna ha creato disordini interni quindi per il momento non è possibile che tu lo veda. Ha molto da fare. D’altronde deve dirigere tutto. Spero che tu capisca. Non appena sarà disponibile, ti assicuro che me lo farà sapere.”
Joel sapeva di mentire. Stava mentendo spudoratamente alla donna che amava. Sapeva che l’Imperatore non era impegnato e sapeva benissimo che stava cercando di metterle timore e diffidenza verso i suoi nuovi amici, sia per gelosia, sia per il suo scopo. Questo lo faceva veramente stare male. Il suo volto si fece improvvisamente cupo e lei lo notò immediatamente.
“D’accordo. Joel… Ora godiamoci questo momento. Chissà quando riusciremo a vederci di nuovo.”
Le prese il viso tra le mani e la baciò. Un bacio lungo e appassionato. Roth era steso sull’erba che cercava di prendere una piccola farfalla con le zampette. Tutto sembrava apparentemente perfetto. Passarono un’ora insieme, tra baci, risate e chiacchiere. Il sole iniziava a calare e Freyja decise che era giunto il momento dei saluti. Lei e Roth si diressero alla locanda, come prestabilito.
"Scusate il disturbo, sono tornata." disse Freyja aprendo la porta.
A quelle parole intervenne il vecchio: "Nessun disturbo, cara. Se posso permettermi , mi piacerebbe offrirvi ospitalità questa notte. Non preoccupatevi di nulla. Ovviamente vale per tutti.”
"Sarà meglio!" Mistrel lo fissò scontrosa.
“D’accordo, grazie Reynard.” disse Vrynn.
“Noi siamo due donne, dormiremo nella stessa stanza, Freyja! Non mi dispiace avere nuovamente compagnia femminile.” esordì poi Mistrel emozionata.
“Non pensare che faremo i giochetti da donne. Non mi farai le treccine ai capelli e nemmeno chiacchiere confidenziali.” rispose seccamente Freyja.
“Almeno portiamo Roth con noi!” continuò poi la strega.
“Certo Mistrel, non ho intenzione di lasciarlo fuori dalla porta.”
Una volta arrivate in camera, Roth si dispose a forma di ciambella sul pavimento e iniziò a sonnecchiare. Freyja si appoggiò sul letto e prese la sua sacca in mano; in quel momento, la boccetta con l’inchiostro magico le scivolo sbadatamente sul letto. Decise di fare finta di nulla, e rimise immediatamente l’oggetto all’interno della borsa. La sua compagna di stanza, però, l’aveva vista. Improvvisamente Mistrel rimase come paralizzata per qualche secondo. Nella sua testa riecheggiava forte una frase:
Come ipnotizzata, si girò verso il caminetto della stanza e si chinò prendendo l’attizza fuoco.
“Ehi Mistrel, hai freddo?”
Nessuna risposta.
“Tutto ok?”
Freyja cominciava a spaventarsi. Roth iniziò ad abbaiare e si mise davanti alla sua padroncina. Mistrel si diresse verso Freyja con l’arma in mano, la guardò negli occhi e...un grido riecheggiò nella locanda.
Selenya: Le sei Ombre della Luna
Le Sei ombre della Luna - immagine di @armandosodano
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