In psicopatologia sono state analizzate varie condizioni di disturbi legati all'immagine corporea, in particolar modo esse si associano allo spettro dei disturbi ossessivo-compulsivi ed è dunque importante che da essi venga fatta una diagnosi differenziale prima di poter diagnosticare ad un soggetto un disturbo di questo tipo.
Essi si estendono da condizioni caratterizzate da una percezione più o meno delirante di determinati aspetti corporei, come nel caso di dismorfismo corporeo o dei disturbi del comportamento alimentare, fino a manifestazioni riscontrate in persone che presentano obiettive sfigurazioni, con pesanti conseguenze personali e sociali.
Il “Disforfismo Corporeo” o “Dismorfofobia”
In questo tipo di disturbo dell'immagine corporea il soggetto mostra una persistente preoccupazione per una piccola anomalia fisica (o un difetto immaginario) che gli provoca un significativo disagio.
il Soggetto è assolutamente certo che le sue “carenze estetiche” siano evidenti ed ovvie anche per gli altri, al punto da attuare comportamenti che compromettono il normale funzionamento sociale, lavorativo e di altre importanti aree di vita.
Il focus centrale della preoccupazione può riguardare la dimensione, la forma, la simmetria o qualsiasi altra tipologia di difetto di specifiche parti del corpo.
Anche se le zone coinvolte più frequentemente sono il viso e la testa, è stato riscontrato nelle donne un alto grado di insoddisfazione per fianchi e cosce e negli uomini per tonicità e muscolatura.
Relativamente a questo, esiste un sottotipo di DDC chiamato Bigoressia o Dismorfismo Muscolare.
Questi soggetti , che cercano in tutti i modi di perseguire il conseguimento di un fisico perfetto, si vedono come eccessivamente esili anche se di fatto possenti e muscolosi, con un perenne e insoddisfatto desiderio di avere muscoli enormi in assenza di tessuto adiposo.
Da un punto di vista neurologico, nei soggetti affetti da DDC sono state osservate disfunzioni nella corteccia occipitale dorsale, nella giunzione temporo-parieto-occipitale destra, nel giro fusiforme e nella corteccia prefrontale dorso-laterale, che spiegherebbero le distorsioni nella percezione dei volti e del corpo tipiche di questi soggetti.
Inoltre, problemi nella corteccia prefrontale ventromediale , responsabile dell'inibizione delle risposte limbiche a stimoli avversivi, potrebbe dar conto dell'incapacità di inibire le reazioni di ansia e disgusto innescate dai difetti corporei percepiti.
Nell'eziopatogenesi del disturbo vengono considerate rilevanti le esperienze precoci di vita e l'apprendimento sociale nello sviluppo delle convinzioni e degli atteggiamenti relativi all'immagine corporea (in particolare il ruolo genitoriale, interazione con i coetanei, influenza dei media e della sua “cultura estetica” spesso priva di senso e significato), nonché i conseguenti bassi livelli di autostima e di accettazione di sé.
In riferimento al trattamento di questo tipo di disturbi hanno dimostrato buoni risultati le terapie psicologiche di supporto e rinforzo di un'immagine positiva di sé e delle proprie capacità sociali, coadiuvate dall'uso di inibitori della ricaptazione della serotonina.
Trattamenti dermatologici e di chirurgia estetica invece non hanno mostrato alcun risultato positivo, in quanto anche in caso di obiettivo miglioramento, essi rimanevano insoddisfatti o passavano immediatamente a preoccuparsi per altri aspetti del proprio corpo.
Nel prossimo post vi parlerò dell'esperienza estetica che i soggetti con disturbi alimentari hanno del proprio corpo.
Grazie per la lettura.
Per chi volesse approfondire le dinamiche psico-sociali che girano attorno all'argomento, post utili che si ricollegano ad esso possono essere:
- Identità
https://steemit.com/ita/@aditili/io-sono-cio-che-penso-che-tu-pensi-che-io-sia
- Desiderio mimetico
https://steemit.com/society/@aditili/social-media-sharing-i-can-t-get-no-satisfaction-eng-ita
- Percezione dei volti
https://steemit.com/neuroscience/@aditili/il-nostro-cervello-e-la-percezione-dei-volti
Fonti bibliografiche:
Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th Edition text revision. American Psychiatric Association.
I disturbi dell'immagine corporea, diagnosi e trattamento. Dettore, D.
Ossessione da bicipite, Abadie S.
Le immagini sono tutte libere da copyright e/o etichettate per il riutilizzo.
Fonti immagini
See page for author [Public domain], via Wikimedia Commons
Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4922920
https://www.flickr.com/photos/42219708@N02/3902317618/in/photostream/
Davvero un post interessante...un argomento che coinvolge un po’ tutti soprattutto in età adolescenziale mentre i nostri corpi sono in continuo cambiamento. Un saluto @giornalista
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Ciao @giornalista!
Grazie mille per il tuo interesse, hai detto qualcosa di molto importante rispetto alla relazione con il proprio sé corporeo, che si rinnova e ristruttura continuamente in.adolescenza è vero, ma se certe insicurezze sono normali, la patologia si sviluppa in condizioni a-normali (per fortuna). Ovviamente non tutti sono a rischio di cadute patologiche.
(Ho scritto un post sull "identità" tempo fa, che spiega meglio queste dinamiche. Mi hai fatto pensare che può essere utile linkarlo su. Grazie mille!!)
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Interesting. Thanks for sharing, hehe. I'm Oatmeal Joey Arnold. You can call me Joey.
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Thank you joey! Do you understand Italian post?
Anyway I will translate my posts in english, so it will be easier! 😊😊
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Being A SteemStem Member
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MOlto interessante.
Il cervello umano ha delle potenzialità a volte miracolose, a volte devastanti...
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Si è davvero un infinita sorpresa, sempre ogni volta, anche per me, conosciamo così poco ancora del suo modo di funzionare, che poi non è altro che il "Nostro" modo di funzionare...
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Molto interessante il tuo post !!!! Sono già curiosa del prossimo :-D
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Ma quanto ti ringrazio caroline?! 💜😘💜😘💜😘💜
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Grazie a te per le info.... mi è sempre interessato sopratutto il corpo e la mente dell'essere umano! Per questo è il soggetto principale dei miei quadri solitamente :-D
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L arte è un'espressione della mente umana, una forma di comunicazione, un approccio al proprio mondo interno e anche a quello esterno...
Tra l altro le artiterapie sono quelle che io adoro maggiormente, anche se non sono un'esperta, ho solo seguito qualche convegno e seminario per interesse personale.
Qualche volta approfondisco se può farti piacere ed essere utile!
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WOW! Certo che m' interessa :-D
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Incredibili risvolti della complicata macchina umana... seguo la serie, molto interessante e ben scritta!
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Grazie mille Mariella! Quanto hai ragione...
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Bello il post ma dolorante per le persone che soffrono di questa malattia.
Ci sono delle cure ?
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Hai ragione... si le cure ci sono per fortuna, in particolar modo un supporto psicologico di tipo cognitivo comportamentale x migliorare l autostima e le capacità sociali, ristrutturare l immagine che il soggetto si creato di sé stesso e del propriosé ideale e l'uso di inibitori della ricaptazione della serotonina come farmaci, rappresentano la migliore terapia d'impatto, poi dipende tutto dal livello di gravità che la patologia ha raggiunto e dalle capacità di lavoro su di sé e sul proprio modo interno.
Ideale sarebbe comunque agire a livello preventivo ovvero quando si cominciano a presentare i primi sintomi di non accettazione del proprio corpo o di parti di esse e ancora meglio tramite la diffusione di una cultura che eviti di amplificare questo tipo di sofferenze psicologiche.
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Hai descritto delle patologie di cui sono affette, in maniera più o meno profonda, un buon numero di persone, che presentano alcuni aspetti delle malattie da te sapientemente descritte, eccellente lavoro davvero quello che tu hai realizzato, complimenti
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Ti ringrazio davvero tanto @mad-runner.
Hai ragione, l incidenza del disturbo è incrementata parecchio nrlla popolazione generale a causa della " cultura della bellezza" che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Ovviamente tanti rimangono all interno della "normalità" avvicinandosi al disagio, ma senza sfociare mai nella patologia vera e propria.
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Mi hai fatto pensare a una frasetta giuliva che ai tempi tiravamo fuori spesso nel mio gruppo di amici: "Mi avevano detto che avrei potuto diventare qualsiasi cosa, così sono diventato una nuvola!" Nuvolaman è il palestrato patologico, che si guarda allo specchio anche soltanto per farsi l'occhiolino e per controllare il bicipite o l'addominale mentre solleva i suoi pesi, perennemente insoddisfatto del proprio corpo, con le vene pulsanti che sembrano dovergli schizzare fuori dal corpo da un momento all'altro; quello che non entra nei vestiti e indossa le canottiere, un po' per necessità (la camicia esploderebbe) e un po' per vanto ed esibizionismo. Ma il punto è che non lo fa per amore dello sport o della competizione, lo fa per una perenne insoddisfazione, non sopporta il proprio corpo e lo vorrebbe diverso; ne ha una percezione tutta sua, come nelle camere degli specchi: lo vede distorto e brutto, reagendo in modo spesso distruttivo. Un mio lontano parente, per esempio, ha scelto la via del culturismo e si è confrontato con una serie di persone che lo hanno a poco a poco portato sulla via degli integratori (i barattoloni all'americana, per intenderci), le diete iperproteiche che stendono il fegato, le super sessioni in palestra che ti ammazzano. E invece di essere contento del proprio corpo, sembra proprio un perenne insoddisfatto. E, ovviamente, io sono preoccupata.
Sono preoccupata perché nella mia vita sono passata anche io, per altri motivi, per quella camera degli specchi e ho cominciato a vedermi in modo diverso, sono diventata un mucchietto d'ossa eppure mi vedevo sempre distorta; sono andata oltre i limiti della normalità, lo ammetto, ho varcato il confine della patologia (ma non quella che descrivi in questo articolo, immagino che ne parlerai nel prossimo post!). Quindi, adesso, a naso identifico quasi subito le situazioni anormali e mi preoccupo.
Ad ogni modo, so che un supporto psicologico può fare la differenza, insieme alla volontà della persona di uscire dal circolo vizioso della patologia. Prima di ogni cosa, avviene tutto nella nostra testa e se non decidiamo noi stesso che è giunto il momento di cambiare, a volte è impossibile perfino accettare ogni forma di aiuto. Per la mia esperienza, so che si raggiunge un momento in cui si tocca il fondo; da quel momento in poi accade qualcosa, scatta una molla che ti spinge di solito verso la guarigione o ti trascina verso la distruzione. Ma se quella molla non scatta, allora nonostante il migliore percorso di recupero, il malato rimarrà tale, almeno secondo me. Certo, un percorso forzato può dare comunque qualche speranza, ma se non c'è la volontà credo non ci siano i presupposti.
PS: Il migliore nuvolaman ovviamente è l'istruttore palestrato di The Lady, hai presente? Elevata, vorrei agguantarla!
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Sei sempre così profonda e al contempo stemperi con qualche battuta, queste sono proprio le cose che ci accomunano... 💜
È assolutamente come dici...
Ed è così, serve la volontà si, ma da non sottovalutare é anche la capacità di riemergere dagli abissi che non è la stessa per tutti... l amore delle persone vicine rappresenta cmq la struttura di base principale su cui poter costruire nuovi e più forti "edifici"
Grazie ancora
💜
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