Lettera aperta in forma di domande a @marcodobrovich

in ita •  6 years ago  (edited)

Caro @marcodobrovich, ora tocca a te essere un po' provocato... ma devo dire che in questo caso, avendo già avuto modo di confrontarci in un paio di telefonate, penso che non avrò problemi ad avere risposte e che posso tranquillamente stuzzicarti senza timori di sorta.


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immagine di mia proprietà

La formula: ogni capitolo una o più domande. Caspita, anch'io sto rubando il mestiere a @serialfiller, dopo il tuo post con Minoli, le video-interviste di @drago18121996 e ora io... dove andremo a finire.

Cominciamo!

format

Immaginiamo un progetto editoriale, ad esempio vogliamo sviluppare un progetto per raccontare lo sport dilettantesco, lo spirito sportivo, lo sport come spirito di squadra, ecc. Una narrazione dello sport evitando ciò che già subiamo tutti i giorni: vale a dire le vicende dello sport professionistico.

Penso che un progetto editoriale come questo debba essere affrontato pensando a molti format (libro su carta, ebook, articoli steemit, mostre fotografiche, video documentari, ecc.). Ciò non significa che si devono sviluppare tutti i format, ma che si deve fare un piano di business che li prende in considerazione tutti e poi in base alle risorse che si hanno (anche in termini di competenze) si scelgono i format più percorribili.
Cosa ne pensi?

Fattibilità economica

Penso che ogni progetto editoriale deve avere un business model per individuare gli eventuali partner, investitori e sponsor in grado di sostenere economicamente il progetto.
Cosa ne pensi?

Risorse

Penso che ogni progetto editoriale deve avere un gruppo di lavoro, costruito per competenze e interessi. Che questo gruppo possa crearsi di volta in volta in base al progetto e che avere un gruppo sempre identico che si occupa di molti progetti editoriali possa essere negativo (inizio di una routine di lavoro, si rinuncia a competenze specifiche per l'argomento del progetto).
Cosa ne pensi?

Steemit

Non penso niente di particolare, la mia competenza ed esperienza della piattaforma è troppo bassa per avere un'opinione.
Secondo te che ruolo dovrebbe/potrebbe avere steemit per un progetto editoriale, dal punto di vista del sistema di ricompense in criptovaluta che la piattaforma è in grado di generare?

Sostegno di gruppi/balene


Secondo te è necessario avere il sostegno (in criptovaluta) di gruppi come SPI o di balene? Secondo quale tipo di partnership?

Comunità

Io credo che la comunità che un progetto editoriale deve intercettare sia quella dei lettori, se non fosse così il contenuto perderebbe la sua centralità e sarebbe inutile qualsiasi discorso sulla qualità e sull'innovazione dei format comunicativi. I lettori vanno cercati dove si trovano, i lettori sono anche e soprattutto gli appassionati di particolari nicchie.
Cosa ne pensi?

Professionalità

Io penso che l'approccio professionale, anche degli autori, sia fondamentale per la proposta di valore di contenuti editoriali. Credo che la maggior parte degli autori di steemit non hanno questa capacità e che bisognerebbe portare autori di qualità a partecipare ai progetti editoriali. Credo che non sia corretto lasciar credere che tutti possono fare gli autori in modo professionale, e che appelli per riunire gruppi di autori senza filtri sia un errore per sviluppare progetti editoriali di qualità.
Cosa ne pensi?

Sulle navi!

Non credi che sia arrivata l'ora di metterci a lavorare?

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Scusate se entro in merito, vorrei rispondere alla tua domanda riguardo Steemit. Io non so quali saranno le evoluzioni della piattaforma. Detto questo, io la userei come incubatrice, sviluppare qui il tutto e solo quando affinato e soddisfacente sposterei eventualmente altrove le attività.

Magari non è la piattaforma ideale, però fra steemit, dtube, dlive, dmania, dsound consente di coprire vari settori ed offre diversificate forme di esposizione dei contenuti. Si possono testare competenze e professionalità.

Hai fatto bene ad intrometterti, la lettera è aperta proprio per questo... sì in certi casi steemit potrebbe essere utilizzata come incubatrice. Ma il tipo di comunicazione, il format, ed altre cose dovranno essere costruite intorno alle piattaforme, quindi per esempio, se ho un editore che mi pubblica un libro sullo sport come strumento per l'inclusione sociale, io posso pensare di fare un evento (esempio mostra fotografica + reading), mentre per steemit si potrebbero pensare a post scritti appositamente (non fare un semplice copia e incolla dei paragrafi del libro)... ma la cosa potrebbe funzionare anche al contrario: prima i post su steemit e su un sito dedicato (il sito dedicato lo farei comunque, non dovrebbe mai mancare in un progetto editoriale) e poi se richiama particolare interesse (un certo numero di lettori seguono gli articoli) un editore potrebbe essere invogliato a pubblicare il libro... sono solo esempi questi, naturalmente.

Il problema di Steemit rimane legato alla qualità. Pochi mesi bastano per capire che un buon lavoro non equivale a tanti upvote. Inoltre, se non scrivi in inglese stai praticamene perdendo tempo. L'unica cosa positiva è che la sua natura piramidale è Open. Puoi arrivarci tramite investimento, balene o utenza. Ecco, l'utenza mi sembra la via da percorrere a prescindere.

Da quando ci sono i social, si chiamino essi steemit, FB oTwitter è l'utenza che assume un valore economico. E' determinante..

(1)Utenza + (2)Traduzione + (3)Capacità
Se hai queste tre cose puoi muoverti e trovare la tua strada.
Rimanere in Steemit o fare altro. So che non è una visione poetica delle cose, però questa è ormai la realtà delle forme di comunicazione. Il sito riferimento è ovvio anche per me.

E perchè solo il sito? ci sono vie più veloci..
Di certo non le scrivo qui! :-)

E' come dici, steemit è steemit, dobbiamo capirlo, un po' adeguarci e un po' cercare di giocare con la sua struttura, ma dobbiamo anche accettarlo per com'è. E' questo vale anche per i social, per il web, e per ogni format che vorremmo sperimentare. E' sempre così, per noi e per gli altri.

Ricordati che dietro ogni utenza c'è una persona, spesso umiliata (disumanizzata) dalla piattaforma (dallo strumento), e io preferisco il contenuto che si rivolge alla persona, quando accade un contenuto può stupire, offendere, emozionare. Gli altri contenuti li lasciamo al marketing, agli esperti in comunicazione che oggi sono sempre meno esperti.

Ma non c'è solo steemit, come non c'è solo il web, appunto, e le vie da scegliere non sono solo le più veloci ma anche le più belle. Questo è il confronto con il mondo, che qualsiasi contenuto cerca, senza arroganza, con umiltà, come il cantastorie che percorre le strade delle città di tutto il mondo.

io non sto partecipando alla querelle...ma una cosa la voglio dire.
abbiamo tanta inbtelligenza, preparazione, cultura, competenza e anche un "capitale" che potremmo far fruttare a favore di tutta la comunità e invece investiamo/perdiamo tempo a fare guerre di religione e polemiche....
boh....
scusa @anedo se ho utilizzato il tuo post come mezzo

  ·  6 years ago (edited)

Caro @ciuoto, in questo post non c'è nessuna querelle (io non sto partecipando a nessuna querelle), ma un confronto tra me e marco e tutti coloro che vogliono partecipare. Le domande che faccio a marco le faccio anche a chiunque voglia rispondere se no gli scrivevo in privato.

Tuttavia penso, ma questa è una mia opinione, che @marcodobrovich sia uno che ha la professionalità per rispondere a molte delle domande che gli ho fatto e che a me interessa la sua opinione in particolare.

Io non voglio perdere tempo a fare guerre di religione e polemiche, forse hai sbagliato interlocutore, oppure spiegami perché e in che modo io sto facendo guerre di religione e polemiche e ti risponderò. Però non farlo come commento in questo post perché sarebbe secondo me fuori luogo, fai un post e io ti rispondo, molto ma molto volentieri, perché significa che vuoi un confronto con me.

Io non voglio perdere tempo a fare guerre di religione e polemiche

nemmeno io, ecco perchè non ho fatto post ne altri commenti ma è evidente che qualcosa non funziona nel verso giusto.
Non mi riferivo a te come istigatore ne persona che fa polemica.
ho solo approfittato del tuo post per esprimere il mio personale parere sullo stallo in comunità.
tanto che

scusa @anedo se ho utilizzato il tuo post come mezzo

e di nuovo mi scuso sperando di aver chiarito il mio intento

ok, scuse accettate, ma lo davo per scontato perché ti ho letto e ti stimo, non mi sono sentito disturbato per il tuo intervento. 🙂

Se vuoi partecipare dando un contributo ai contenuti di questo post ne sarei felice.

Nel mio post precedente Sintesi per voltare pagina (sempre di oggi) esprimo il mio parere sullo stallo di spi (non della comunità perché sono d'accordo con un commento che mi fa @sardrt sul cominciare a parlare della Comunità italiana di steemit non come il gruppo discord di spi, ma come l'intera comunità italiana degli utenti steemit). Nello stesso post esprimo la decisione di voltare pagina e che non mi interessano polemiche fine a se stesse, e questo post rappresenta questa mia fase successiva.

Sono d'accordo in parte con te:

abbiamo tanta intelligenza, preparazione, cultura, competenza e anche un "capitale" che potremmo far fruttare a favore di tutta la comunità

Sto cercando di sviluppare progetti concreti (fruttare le intelligenze, le competenze, ecc.), ma non a favore di tutta la comunità, perché io non sono in grado di fare progetti che vanno bene per tutti, credo che nessuno lo sia e chi racconta di saperlo e poterlo fare fa bene a proporre la sua ricetta e a provare a farlo. Non sarò certo io ad attaccarlo per principio, ma come sempre esprimerò il mio parere sulle cose che non mi convincono.

visto oggi il post ma non ho avuto tempo di leggere causa lavoro.
domani mattina lo leggo bene.

perché io non sono in grado di fare progetti che vanno bene per tutti

credo nessuno lo sia ecco perchè il modello comunità è vincente
gruppi dedicati ad attività/progetti diversi secondo competenza ed affinità
e se lavorano e rendono bene ne guadagna tutta la comunità

Esatto e sono d'accordo, ma la comunità deve essere libera, questo secondo me è lo stallo di spi: di essere un gruppo e non una comunità e come gruppo può solo fare la sua parte non tutta la parte, mentre si propone come comunità (questo secondo me è un grande limite, se poi non sa neanche far bene gruppo, il tutto può diventare un disastro, o semplicemente una serie di attività interessanti che si reggono su un non detto, vale a dire l'insoddisfazione degli utenti che non lo dicono liberamente).

parliamo la stessa lingua :)
abbiamo idee molto simili