Si parla del curatore di steemit, la mia opinione riguarda soprattutto la comunità italiana. Non conosco bene quella fuori dall'Italia, ma devo anche dire che non credo di trovarmi di fronte ad un ribaltamento del mio giudizio, perché il mio giudizio riguarda la piattaforma e qualcosa di più generico.
Se siamo qui è per guadagnare qualcosa, inutile negarlo o saremmo ipocriti dal primo all'ultimo, ma accanto a questa esigenza/speranza vi è anche la necessità di cimentarsi in qualcosa di unico per il proprio percorso sia esso autoriale, interattivo o semplicemente di lettore e attento osservatore delle dinamiche di questo universo piccolo piccolo che è steemit.
Non è detto che una cosa deve fare a botte con l'altra, ma la mancanza della seconda mi produce notevoli problemi etici: uno scienziato può costruire la bomba atomica (essere pagato bene per questo) ma deve anche chiedersi qualcosa intorno al senso della sua attività (anche di colui che utilizzerà il suo lavoro). Questo vale per l'artista o per l'autore, se io non ho alcuna intenzione di essere un artista o un autore, mi alzo la mattina da disoccupato e qualcuno mi dice: "ti pago tot per un post al giorno", posso benissimo accettare (se so un minimo scrivere), ma non sarò mai veramente un artista o un autore. Non perché non sono bravo ma perché semplicemente non ho alcun interesse oltre all'offerta economica che mi è stata fatta.
Io penso che steemit sia questo. Qualcosa che offre un pagamento con delle regole a fronte di creazione di post e attività di curation e allora abbiamo molte persone che si mettono al lavoro per scrivere post e commenti, addirittura avviare piccoli progetti editoriali, magazine, ecc. Ma nessuno di questi, tra quelli che ho potuto vedere all'opera, ha una reale intenzione di avviare un percorso come autori o come editori.
Gli unici appassionati che rimangono in giro (perché gli altri lasciano la piattaforma) sono appassionati di informatica (programmazione), mentre altri cercano di dare valore all'attività in steemit immaginando contenuti che possono richiamare attenzione dai lettori (che ho più volte detto non esserci in steemit, o sono pochissimi), oppure in sistemi automatici per potenziare il meccanismo di crescita di valore (reso possibile da steemit).
Io invece, ad esempio, sono per progetti editoriali che siano al contempo sia progetti culturali sia progetti che raggiungono un equilibrio economico. Come si fa questo? E' difficile ma si può lavorare in questa direzione (ma non si può avere, come ho ripetuto più volte, come unico riferimento steemit). Ma il percorso che propongo io non è comodo, non si può sperare di farlo comodamente dal divano di casa mentre contemporaneamente si fa anche qualcos'altro. Certo, in questa comunità c'è chi si fa il culo per offrire servizi e altro (guadagnandoci anche, penso), non lo nego, solo che questi servizi sono a favore di chi vuole rimanere comodo sul divano e si basano sulla speranza (davvero ingenua) di quest'ultimi di guadagnare in questo modo. Un po' come diventare trader di successo lavorando 30 minuti al giorno ed altre cavolate del genere (che giustificano in rete una miriade di servizi e di corsi).
Il problema sta tutto in questo, poi a valanga tutti gli altri. E steemit non è colpevole da solo di questa situazione. Il problema ancora più generale sta nella cultura (decadente, ingenua e superficiale) in cui siamo immersi (e che siamo anche noi, evidentemente). Per questo non credo che altre piattaforme possono far meglio senza un cambiamento culturale di approccio di tutti noi. Ma se questo cambiamento c'è allora anche steemit potrebbe diventare qualcosa di valido.
Sono stato critico anche dei tuoi post, qualche volta. Perché? Perché scrivi su tutto quello che potrebbe attirare attenzione nel modo (secondo te) più coinvolgente possibile (per me "retorico"), immaginando (ingenuamente) che questo sia il lavoro di un autore, quando questo è solo il lavoro di un autore a comando, di uno scrittore a servizio (che viene pagato a chilo). Un autore chiede conto a se stesso del senso della propria attività e sviluppa un percorso sia personale sia di confronto con altri autori e i lettori. Non dico che non lo fai, dico che questa parte siamo sempre meno capaci di farla, dico quindi che non la fai bene (come anche io, non ti credere).
Stiamo parlando di curation? Allora ti chiedo: come mai io scrivo un commento al tuo post? Qual è la mia motivazione? Saprai che non sto lavorando per aumentare il valore del mio account steemit, in nessun modo, che nelle ultime settimane (e probabilmente continuerò così, se non lascerò la piattaforma) non sto più scrivendo post.
Insomma, per quale motivo impegno il mio tempo per scrivere questo commento? Perché sono un lettore, uno dei pochi qui su steemit e ho letto il tuo post.
Credo che sia un problema molto italiano questa idiosincrasia per l'aspetto artigianale e non artistico di certi lavori: scrittura, pittura, cinema, etc.
Il 99% dei libri pubblicati sono semplici e onesti lavori artigianali, come il 99,99% dei post su Steemit, come il 100% degli articoli giornalistici, etc. etc.
La parte artistica è minima, soggettiva e sostanzialmente irrilevante, la produzione letteraria è artigianale, il che non vuol dire che non possa portare anche a dei guadagni, a volte anche enormi.
All'estero, in particolare nei paesi anglosassoni, c'è il massimo rispetto per chi scrive e, in modo onesto, lavorando, produce dei buoni prodotti letterari, senza nessuna velleità artistica, semplicemente facendo bene il proprio lavoro/hobby.
Se i lettori leggessero solo opere d'arte, letto tutto il pregresso, avrebbero ben poche cose nuove su cui soffermarsi.
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sì, sono d'accordo, anche se userei il termine "tecnico" piuttosto che artigianale, non che sia scorretto il tuo dire (è che così è più vicino al mio pensare). Tecnico vuol dire: ho l'abilità tecnica per poterlo fare e lo faccio (qualsiasi cosa). Ad esempio photoshop (per chi impara ad usarlo) da l'abilità tecnica per fare che so una locandina, ma non l'abilità grafica (che è un'altra cosa). Steemit è una piattaforma tecnica per la pubblicazione di contenuti online, se non sai come crearti un blog da un punto di vista tecnico puoi usare steemit (ma non ti da la capacità di essere comunicativo, originale, creativo, ecc.).
Quello che sta capitando è che molte persone che hanno l'abilità tecnica di realizzare una cosa (con queste piattaforme, ma penso anche altri strumenti come la macchina fotografica digitale, ecc.) la realizzano e sperano di guadagnarci senza chiedere conto intorno al loro fare, e questo è un danno anche per chi vuole fare non l'autore in quanto artista ma anche il comunicatore in marketing, o il giornalista, o l'editore, o il curatore. Venendo meno completamente questo chiedersi conto (dare senso), che è propriamente il percorso culturale di ogni fare, viene meno anche il rispetto verso gli altri (la professionalità ma anche il percorso degli altri).
Oggi però non c'è scampo: o si dialoga (ci si confronta) o si fallisce, tranne l'1% dei grandi furbi e squali che sfruttano la situazione, ma sono in pochi questi e bisogna anche saperlo fare, io onestamente devo dire che non voglio e non so farlo. Confrontandomi con altri vedo che molti sono convinti (ingenuamente) di poter essere questi grandi furbi e si comportano di conseguenza quindi, da furbi non da persone che vogliono il confronto, ecco da dove nasce la retorica del confronto, della comunità falsamente unita, ecc. Perché dico ingenuamente? Perché il 99% di questi furbi non sono squali ma pesciolini che procurano il cibo (quando non lo sono loro stessi) agli squali.
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