Colgo volentieri il suggerimento datomi da @Knfitaly e oggi vi farò una panoramica introduttiva al mondo Open source del BIM.
Perché non si parla mai di Open BIM ma siamo avvolti dai monopoli delle softwarehouse?
Penso che ci siano diversi aspetti da tenere in considerazione per avvicinarsi alla risposta esatta.
Molti dei programmi Open sono in continuo aggiornamento e a volte non risultano “stabili” rischiando di compromettere la produttività dell’azienda.
Per uno studio di architettura/ingegneria che usa un software free o open source, nascerà la necessità della figura dell’informatico interno, per adeguarlo alle esigenze aziendali.
Non tutti conoscono e imparano un software Open perché scarseggia la pubblicità, o perché è semplicemente più facile seguire un corso (organizzato da affiliati alle software house). Questo porrebbe un grosso limite nel trovare personale formato da inserire in azienda, che dovrebbe provvedere alla formazione della risorsa operativa.
Questi secondo me sono i più grandi limiti alla diffusione dei software open o free source, unito al fatto che il BIM è un tema nuovo, richiede una programmazione del database relazionale object-oriented, che da quello che ne so non è proprio facile facile. Le softwarehouse hanno investito moltissimo in ricerca per fornire prodotti completi, e devo dire che hanno raggiunto ottimi risultati. Non ho trovato tra i software open BIM nulla di “completo” e “intuitivo” per poter essere utilizzato così com’è da un utente medio, con l’eccezione di Openmaint che può essere definito pronto per il pubblico.
Detto questo, analizziamo quello che ci offre il mondo BIM free /open source.
IFC
Comincerei dal formato Open per eccellenza, anche se non è proprio un software, è quello che permette a tutti, ma proprio TUTTI, i programmi BIM di comunicare (anche se con qualche errore di traduzione ogni tanto). Sto parlando dell’IFC (Industries Foundation Classes), creato da Building Smart proprio per favorire l’interoperabilità e il flusso informativo tra i vari software BIM. Tutti i software BIM sono in grado di aprirlo e di esportare geometrie e dati nativi in questo formato. Una sorta di esperanto informatico insomma!
IfcOpenshell
IfcOpenshell è un software Open per aprire e leggere formati IFC. Può essere utile a chi intende verificare le informazioni di un modello senza dover acquisire una licenza proprietaria. Attualmente però è ancora in fase di sviluppo, l’ultima versione è di marzo 2017.
Bimvie & BimSie
Bimviews è un visualizzatore di modelli BIM che funziona anche in cloud, insieme a BimSie (Bim Service interface exchange), per visualizzare modelli BIM online dovunque tu sia. Il principio è lo stesso di Autodesk Glue. Il sito ad oggi (febbraio 2018) è ancora in costruzione, ma è possibile scaricare gratuitamente l’applicazione. BimSie invece è il vero e proprio servizio cloud open source. Le librerie e il codice sono open, ma possono essere utilizzate da case software proprietarie, che hanno anche contribuito a migliorare il codice.
xBIM
Iniziamo col descrivere xBIM, (eXtensible Building Information Modelling), sviluppato dalla Northumbria University. Si tratta di una serie di tool per leggere e creare il formato IFC, renderizzare, creare geometrie BIM e per inserire/estrarre dati in formato Cobie. Ogni feature è scaricabile come tool a parte, e possono funzionare in modo indipendente tra loro, anche leggendo il formato IFC creato ed esportato da un software BIM proprietario. La cosa meravigliosa di xBIM è che è assolutamente personalizzabile, anche se ancora in fase abbastanza embrionale di sviluppo.
Dynamo
Dynamo è un software che esiste nelle due versioni: come standalone e come “plugin” associato a Revit. Nelle ultime versioni di Revit è stato integrato direttamente nell’interfaccia del software proprietario, perché ha la potenzialità di poter “far fare a Revit quello che non può”.
Con Dynamo è possibile creare geometrie BIM (e non solo) con la programmazione visuale, o altrimenti chiamata “computational design”. In parole povere è l’informatica semplificata per gli architetti! Semplificata per modo di dire, perché è vero che si può anche non scrivere in linguaggio informatico, ma bisogna comunque conoscere gli algoritmi, e tutto ciò che comportano: matrici, liste, operazioni booleane e logiche…
Se da una parte è vero che con Dynamo puoi fare praticamente tutto (gode anche di una grande community di persone che pubblicano quotidianamente i loro “nodi”), è abbastanza inverosimile utilizzarlo per un progetto completo.
Devo però dire che lavorando in Revit in alcuni momenti è strettamente necessario per forzarlo a compiere una certa operazione, o semplicemente per automatizzare alcuni processi lunghi e ripetitivi.
B-Processors
Questo software BIM è stato sviluppato dalla Aarus School in collaborazione con l’Alexandra institute.
Permette di creare geometrie con un’interfaccia semplice, simile a sketchup. Lo status di questo software è ancora in pre-alpha, ma purtroppo l’ultima release scaricabile è di novembre 2015. E’ fatto bene, ma visto che non sono state più pubblicate versioni successive chissà se continueranno a svilupparlo!
OpenMAINT
Openmaint, distribuito da CMDBuild, è un software open source che non serve propriamente per progettare in BIM quanto per aiutarne la gestione nel tempo. OpenMAINT riesce ad assorbire i dati del formato Ifc e a rielaborarli in un database per programmare la manutenzione e gestione degli spazi.
E dopo questa piccola panoramica scrivete pure se ho tralasciato qualcosa, sarò felice di integrare il post con i vostri suggerimenti!
Tornerò presto ad approfondire ulteriormente questo tema, parlandovi di BuildingSmart, "International home of open BIM"
Buon weekend!
Immagine con licenza Creative Common
Ottimo post! Direi che ne sai un sacco... 😁
Attendo i prossimi
Un saluto, nicola
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Fantastico!
Nel passato mi sono occupata di Revit, lo insegnavo anche in una scuola a Palermo e capisco benissimo quanta ignoranza ci sia in materia di BIM, ogni volta che ne parli con qualcuno, nel 50% dei casi vieni preso per un alieno che parla di fantascienza !
Credo che il maggiore problema per il BIM è che ancora si parla di CAD, moltissime aziende di architettura fanno ricorso a software come AutoCAD perché sin dall'inizio hanno appreso ed acquistato quello. E' difficile proporre una vera emigrazione in questo caso, perché pur intravedendo il potenziale della tecnologia, il passaggio richiede fondamentalmente spese e rallentamenti, sia per le piccole che per le grandi imprese: formazione, riadattamento, aggiornamento, assistenza. Alcune aziende temono che la conversione possa creare disagi e non ragionano in termini di lungo periodo, vedono solo i problemi nel breve termine, perché è ovvio che per qualche tempo ci si scontrerà con problemi d'uso ed incertezze che rallenteranno il lavoro.
Altro punto a sfavore del BIM è che prevede proprio un cambio di ragionamento rispetto al CAD, quindi tanta flessibilità. La generazione dei vecchi tecnici difficilmente si adatta, l'ho visto coi miei occhi. Ovviamente, poi, ci sono dei casi virtuosi e gente che affronta il cambiamento e scopre questo nuovo processo e ne coglie pienamente il potenziale.
Devo ammettere che non ho mai approfondito l'argomento "open BIM", soprattutto perché me ne sono occupata qualche annetto fa', quando le alternative free non erano assolutamente competitive. Proporre un passaggio da un software conosciuto ad uno sconosciuto e da un metodo consolidato ad uno completamente nuovo può essere problematico, ma di sicuro diventa più rassicurante se non si richiede anche uno sforzo economico esoso, ovvero se si tratta di un passaggio ad un software free.
Complimenti, davvero!
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Grazie per il feedback e per il tuo commento!
Il vero costo secondo me nel passaggio cad-bim per le aziende non è tanto la licenza software, quanto il costo del personale...per fare un BIM fatto bene, che sia coordinato e coerente serve più o meno il doppio del tempo per la parte architettonica, e almeno 3 volte il tempo per la parte impiantistica, facendo lievitare i costi a carico del progettista! Ovviamente (in Italia) il compenso che sia cad o BIM non cambia, ma la qualità (e il costo) del lavoro è di molto superiore!
A presto!
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