Il Diritto Naturale

in ita •  7 years ago  (edited)

Il Diritto Naturale:


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Oggi studiando la definizione tra diritto naturale (universale e conferito all'uomo dalla nascita) e diritto positivo (costituito da fonti e legislazioni), ho riscontrato un'affermazione che mi ha lasciata un pó perplessa.

Però prima di spiegarvi il perché, mi occorre precisare cosa sia realmente il diritto naturale.

Dovete sapere che esso affonda le sue radici storiche fin dai primordi della civiltà greca, e lascia un segno così tanto forte nelle credenze da arrivare fino al medioevo, da qui poi fino al settecento (illuminismo), ed ottocento (umanesimo e rinascimento).

Il "diritto naturale" non soltanto sta a salvaguardare la singola natura dell'uomo, ma anche il suo rapportarsi nella società con un approccio razionale e logico. Si basa sul fatto che essendo l'uomo un essere vivente, ha intrise in sé dalla nascita alcuni diritti al vivere civile e sereno. Questi diritti sono immutabili, inestinguibili ed intrinsechi nella nostra natura, nel nostro essere. Nessuno può privarcene, non essendo stati concepiti da uno stato o da un ente, bensì dalla natura stessa. È dunque un diritto alla vita.

Spesso nella storia ha consolidato la sua tesi in filosofie e religioni, in particolare quella Cattolica, con figure come San Tommaso D'Acquino e Sant' Agostino.


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Che nel loro contesto storico cercavano di spiegarsi le gerarchie umane, prendendo in esempio il tipo di gerarchia tra Dio e gli Angeli, dicendo dunque che se Dio aveva creato l'uomo in tale maniera era per un senso più ampio e per scontare alcune pene nella vita terrena in modo da poter risalire in paradiso come anime pure.
Spesso trattarono argomenti di giustizia naturale tra gli uomini in generale, anche rifacendosi a diritti in epoca romana come "occhio per occhio, dente per dente".

Più in là con la storia questo diritto andò a mutare, poiché il freno inibitorio della chiesa si andò piano piano allentando.
Dunque in epoca illuminista con le guerre di indipendenza americana e francese si ruppe la concezione di oppressione da parte dello stato nei confronti del cittadino, e rinaquero nell'uomo quei principi fondamentali di diritto naturale, quali: libertà, uguaglianza e fraternità contro i governi oppressori.


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(Nel caso degli stati uniti, si ribellarono contro il governo britannico che pretendeva di tassarli, senza che loro creassero un governo autonomo da quello inglese; mentre i Francesi si ribellarono contro la monarchia che faceva morire di fame il popolo.)

Perché bisogna specificare che nei momenti di maggior oppressione storici e di totalitarismi, il diritto positivo (imposto da persone affermatesi in governo) veniva visto come un imposizione dall'alto e molto forzata, e dunque la scintilla del diritto naturale esplodeva nelle coscienze e faceva ribollire il sangue al cittadino che si univa con il popolo per far si che la sua voce prendesse il sopravvento contro le ingiustizie imposte.

Nel mio libro non vengono spiegati nel dettaglio tutti questi eventi storici, ma essendo io appassionata in generale dello studio, ricordo ciò che accadde e lo relaziono tramite "critica" al mio studio.

Dunque dicevamo, il mio libro parla del diritto naturale come poco valente, perché mutabile con il passare della storia, mentre non fa conto che esso evolva con l'evolversi della società e della possibilità più frequente all'uomo di accedere alla cultura. Bisogna dire che al tempo di Sant Agostino e San Tommaso, solo la popolazione altolocata e le persone di chiesa potevano permettersi la cultura, per questo motivo questo tipo di diritto aveva un impronta prettamente Cattolica ai primordi. Ma nell'umanesimo con l'invenzione della stampa la popolazione ebbe modo maggiore di accrescere la propria cultura, anche se pur sempre limitata rispetto ad oggi. Tuttavia fu proprio quell'invenzione e le teorie dei diritti naturali a far nascere il concetto di "borghesia" come l'uomo che si crea da sé, Il "self-made man".


A parte ciò sono rimasta abbastanza male per la frase conclusiva di questo sottocapitolo dei diritti.
Perché termina dicendo che il diritto internazionale prende spunto da questi diritti per creare i nuovi diritti per il singolo individuo, per l'uomo. Ma la realtà dei fatti é abbastanza palese. Né in Italia, né tantomeno in Europa noi abbiamo diritto di parola. Lo abbiamo per modo di dire, perché sono scritti nella nostra costituzione, ma nulla in realtà ci appartiene, noi apparteniamo a loro. Il nostro voto non vale, i nostri poliziotti che dovrebbero essere i difensori della pace interna del cittadino anche contro il governo stesso, ci aggrediscono con la loro autorità conferitagli dal governo; non abbiamo diritto reale alla nostra difesa o alla difesa di proprietà; non abbiamo proprietà perché il governo ha diritto alla confisca sui nostri beni. Siamo solo pedine in una dittatura europea, esattamente come l'Italia lo é per l'Europa.

Alla fine sono solo pensieri miei, non voglio offendere pensieri politici altrui, non mi affermo come pensiero giusto ed assoluto, ma solo come una ragazza che è delusa da ciò che vede e ciò che vive.

Infine dopo tutta la spiegazione il libro conclude dicendo che nonostante ci siano diritti che possono sembrare non giusti, non dobbiamo comunque ribellarci, per il semplice motivo per cui ci servono delle regole guida per relazionarci nella società, e che infondo anche i diritti obiettivamente giusti sono impossibili da realizzarsi perché l'uomo non può privarsi dei suoi difetti e dei suoi vizi, e possiamo solo fare ciò che per legge é legale.

Onestamente penso che questo nostro periodo storico vedrà ancora una volta il lume dei diritti naturali accendersi, e ne ho la speranza.

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Io odio tutto ciò che è sovrastrutturale e che si oppone all'ordine naturale delle cose, te ne accorgi quando apri gli occhi e cominci a pensare per conto tuo, molti nostri coetanei vanno avanti senza farsi troppe domande, quello è l'unico modo per non sentirsi addosso questa cappa di oppressione.

well done ceciliagiordano!

Thank you c: