Gli stimoli visivi e un testo estrapolato da "Dio la benedica, Mr. Rosewater" di Kurt Vonnegut.

Resto particolarmente affascinato da paesaggi bellissimi, come quelli condivisi da membri di Steemit quali @alinakot , @fboccassi e tanti altri.

La cosa non stupisce, siamo molto suscettibili agli stimoli visivi, luci, colori e via dicendo.

Ma c'è una cosa molto importante di cui in genere non si parla, ed è l'effetto che può provocare lo stimolo continuo di tali immagini. Il nostro cervello, nei millenni precedenti, si è evoluto per osservare e analizzare tutto ciò che noi intendiamo come "reale", questo vuol dire che ogni qual volta il cervello recepisce delle immagini come un paesaggio, un buon pasto, una bella donna e via dicendo, non è in grado di distinguere tra finzione e realtà. Ovviamente ci rendiamo conto che la foto di una torta non è come la torta stessa, ma più le immagini su schermo si fanno realistiche, più diventa difficile distinguere una torta a risoluzione massima su uno schermo con tecnologia 3D da una torta vera.

Il cervello comunque non fa questa distinzione, e gli impulsi che invia al corpo sono gli stessi di quando vediamo una persona o una cosa reale, una foto di una bella torta ci stimolerà l'appetito, una foto di una persona attraente ci stimolerà sessualmente.
Il cervello umano non era pronto agli stimoli a cui è stato sottoposto dall'avvento di internet, e in molti casi i risultati sono lo sbocciare di nuove dipendenze(video giochi, social network etc.).

Ma veniamo al passo del libro da cui ho preso spunto per scrivere questo post, citazione:
[...]
"Ti piace quella Harry?" domandò
"Mi piace cosa?"
"Quella ragazza lì"
"Quella non è una ragazza è un pezzo di carta"
"A me pare una ragazza". Fred Rosewater gli lanciò un'occhiata maliziosa.
"Allora ti lasci imbrogliare facilmente" disse Harry "E' fatta con l'inchiostro su un pezzo di carta, quella ragazza non è sdraiata lì sul banco. E' a mille miglia di distanza, non sa nemmeno che siamo vivi. Se questa fosse una ragazza vera, io per campare non dovrei far altro che starmene in casa a ritagliare fotografie di grossi pesci".

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Il cervello prende per vero ciò che vede, in parole povere è facile da ingannare.

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