Ecco altri tre dei 21 precetti che Musashi lasciò scritti prima di morire, molti di questi precetti richiedono tempo per essere compresi a fondo, non sempre vengono accettati, la difficoltà maggiore per me è vedere la differenza dei tempi in cui è vissuto Musashi, oltre alla sua vita particolare.
Origine immagine: Pxhere CC0 public domain.
Precetto sette.
Non siate mai gelosi.
La gelosia è un sentimento morboso che viene generato dalla paura di terminare un rapporto con una persona. Ma si può applicare anche agli oggetti, si può custodire qualcosa con gelosia, in certi casi si può trasformare in invidia (uno dei sette vizi capitali).
Non essere gelosi è facile a dirsi ma non a farsi, la consapevolezza che una persona amata possa abbandonarci per un'altra diviene quasi naturale, specialmente in una società dove le relazioni sono più soggette a variazioni accentuate e imprevedibili. Sentimento forte quanto inutile, la gelosia non porta niente di buono, si diventa possessivi nei confronti di persone o cose scordandosi che bisogna cercare le cose che ci rendono felici in noi stessi e non nelle cose esterne.
Come altre emozioni e sentimenti Miyamoto consiglia di non esserne influenzati.
Precetto otto.
Non siate tristi a causa di una separazione.
Come il precetto precedente, qui Musashi prende in esame la tristezza dovuta a una separazione. Sfiorando la non umanità ci invita a non provare tristezza, a prescindere da quale sia la separazione.
Ancora una volta bisogna guardare questo precetto dagli occhi del guerriero solitario che ha passato buona parte della sua vita in solitudine, Musashi era una di quelle persone che avevano persone vicine solo quando era assolutamente necessario, per interesse personale e per nessun altro motivo. Non contare su altre persone se non su se stessi rende facile non essere tristi per le separazioni che si affrontano.
Questo è un buon precetto, ma per persone normali che hanno una famiglia e delle persone vicine diventa sicuramente una forzatura. Normalissimo nella mia opinione sentirsi tristi quando ci separiamo da una persona che ha il nostro stesso sangue o con cui abbiamo condiviso anni della nostra vita. Più che non essere tristi a causa di una separazione io direi imparare ad andare avanti e oltre la tristezza, applicando il precetto al di fuori della propria famiglia.
Precetto nove.
Il risentimento e le lamentele non sono appropriate per noi o per gli altri.
Questo precetto è fantastico e andrebbe stampato a grandi lettere un po' ovunque, noi italiani siamo per eccellenza il popolo delle lamentele, qualsiasi sia l'argomento o il problema c'è sempre qualcosa di cui lamentarsi.
Le lamentele non servono a niente se non a creare un clima negativo, inoltre se diventa una cosa cronica le persone inizieranno ad evitare gli argomenti che le scatenano, essere negativi e non proporre soluzioni ai problemi non fa altro che spazientire il prossimo.
Il risentimento è sulla stessa linea delle lamentele in quanto a utilità. Qualcuno vi ha fatto del male? avete litigato o siete stati offesi? sono sicuro che è capitato a tutti voi nella vita, in un modo o nell'altro. Se avete nutrito risentimento verso la persona che vi ha arrecato del male avete provato un sentimento che misto alla rabbia vi ha consumato pian piano dentro, lasciandovi con un ricordo negativo.
Il risentimento, così come le lamentele, non portano niente di buono, fanno sprecare tempo ed energie a concentrarsi sul passato o su situazioni che sarebbe meglio affrontare piuttosto che tamponare come possibile. Probabilmente le lamentele aiutano le persone a sentirsi meglio, puntare il dito verso una persona o un gruppo ci libera della responsabilità addossandole agli altri (ricordate comunque che quando puntate il dito verso qualcuno tre dita puntano indietro a voi stessi).
Anche questi tre precetti possono essere studiati e applicati alla vita di tutti i giorni, prossimamente ne scriverò e commenterò altri tre. Una volta completati stavo pensando di scrivere un post con quelli che mi sono piaciuti di più e che penso sia bene seguire.
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Alcuni concetti sono chiaramente riconducibili ed utilizzabili meglio nell'ottica del guerriero, ma l'ultimo sul risentimento è realmente applicabile al 100% anche alla vita odierna, e lo condivido in pieno, anche se a volte non è proprio facile adottarlo.
Bravo @charlesx, ottimo lavoro
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Grazie caro! è vero non sono facili da applicare, ma se ci si esercita e alla fine si riesce secondo me diventano belle soddisfazioni :)
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