la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce (Giovanni 3,19)
Quando penso al Natale, che ormai è alle porte, penso a questo passo del Vangelo.
La nascita di Cristo come un messaggio di luce che arriva nel mondo e che non viene accettato. Che non riceve ospitalità al momento di nascere e tanto meno nel momento di morire in croce.
Mi sono allora domandato: quando è arrivata la luce nelle nostre vite?
Per me, tanti anni di vita sono stati anni di tenebra.
Anni senza direzione, senza gioia. Anni tristi e soli.
La luce è venuta nella mia vita per la prima volta sul Monte Athos. Era il marzo 2013 e non sapevo più dove sbattere la testa. Allora mi ricordai del mio amico Alberto, che stava facendo un Master a Salonicco, e che mi aveva invitato a raggiungerlo quando volevo.
Senza pensarci su, comprai un biglietto aereo per la settimana seguente. Poco prima di partire mia madre mi disse: “Visto che sei da quelle parti, cerca di andare sul Monte Athos: dicono che sia molto bello”.
I primi giorni passati con Alberto furono bellissimi. Affittammo un’auto e iniziammo a girare senza meta sulla penisola Calcidica. Vista la stagione, trovavamo su Booking posto in albergo a meno di 20 euro a notte.
Tornati a Salonicco, dove Alberto seguiva le lezioni all’università, io mi diressi verso un ufficio dove rilasciavano i permessi per visitare la repubblica autonoma del Monte Athos, Aghion Oros in greco.
Fin da quel momento mi resi conto di quanto questo luogo sia particolare e unico al mondo. Conoscete altri posti in Europa che puoi visitare solo sei di sesso maschile? Dove puoi soggiornare per un massimo di quattro giorni? Dove non esistono alberghi, ma solo monasteri?
Il Monte Athos è fuori dal tempo e spero che resti così a lungo, in questo mondo che tende spesso e volentieri a diventare uniforme e turistico.
Ad ogni modo, il primo giorno sul Monte fu tutt’altro che piacevole. In primo luogo, incontrai quasi esclusivamente monaci che parlavano in greco o in russo, lingue che io non conosco. In secondo luogo, ogni monastero è diverso dagli altri e il primo in cui decisi di soggiornare, Koutloumousiou, non fu per me affatto ospitale.
“Noi non possiamo mangiare con persone di altra religione” mi dissero, riferendosi al fatto che io, all’ingresso, mi ero dichiarato cattolico, mentre loro sono ortodossi.
“Ma crediamo allo stesso Dio” pensai, mentre andavo a dividere il tavolo con un professore francese che studiava i testi sacri conservati nella biblioteca.
Il giorno dopo, quando intorno alle dieci di mattina dovetti lasciare il monastero (di solito non accettano ospiti per più di una notte) mi sentivo malissimo, perso e solo. Iniziai a camminare verso un monastero sulla costa Ovest della penisola, senza sapere se avevano o meno posto per dormire la notte. In più, a metà cammino il cielo si inscurì, preannunciando temporale. A quel punto avevo esaurito tutta la mia buona volontà, la mia speranza e la mia forza. Mi balenò un solo e semplice pensiero alla mente: “Signore mi metto nelle tue mani”.
Stavo camminando - dimenticavo di raccontare - con un altro ragazzo che avevo conosciuto quella mattina nel monastero, un parrucchiere di Atene che aveva perso il lavoro e viveva da più di un mese dell’ospitalità dei monaci che ormai, però, lo conoscevano e iniziavano a chiudergli la porta in faccia. Decisi che non era quella la compagnia che faceva al caso mio e girai i tacchi. Mi diressi di nuovo verso Karyes e, all’ora di pranzo, mi fermai nell’unica locanda presente. Tra le pochissime cose in menù, mangiai un insalata di cavolo e uno stufato di fagioli. Condivisi il tavolo e un bicchiere di vino con lo stesso professore francese della sera prima che mi suggerì di puntare verso il monastero di Iviron, sulla costa orientale, ma di sbrigarmi perché dalle 15 in poi non accettavano più ospiti.
Arrivai trafelato e pieno di meraviglia per quello che è uno dei posti più spettacolari che abbia mai visto in vita mia. Il monastero di Iviron si affaccia sul mare ed è protetto da alte mura che una volta lo difendevano dagli attacchi dei pirati). E’ in uno stato di conservazione notevole rispetto ad altri monasteri, anche grazie ai fondi che arrivano dall’Europa e da tanti benefattori.
La qualità della compagnia cambiò in maniera isperata. Ad accogliermi incontrai un monaco che sembrava uscito da uno di quei film di cavalieri templari: di neanche 40 anni d'età, alto almeno un metro e novanta e con capelli corvini che scendevano sotto le spalle. E che, soprattutto, parlava un ottimo inglese.
“You have a new Pope” mi disse, riferendosi all’inizio del pontificato di Papa Francesco, iniziato in quei giorni. Io caddi dal pero, un po’ perché non seguo molto le questioni della Chiesa (per me un conto è lo Spirito e un conto, diverso, è la religione), un po’ perché non avevo più avuto contatti col mondo esterno. Se un giorno andrete a visitarlo, sappiate che i cellulari non prendono sul Monte Athos, neanche con il roaming.
Mi ritrovai a condividere la stanza con due ragazzi russi, della mia stessa età, ma molto più pazzi di me.
“Let’s go swimming” mi dissero. Declinai l'invito dicendo che non ero abituato a nuotare nel mare in inverno e mi godetti la mia stanza tutta per me e un balconcino che dava sui campi interni al monastero. Quella sera, ricordo il piacere, di condividere la tavola con tutti gli altri, monaci e ospiti. Mi spiegò lo stesso monaco di prima, Leontios, che ogni monastero aveva le sue regole e le sue tradizioni e che da loro la tavola era una sola.
Chissà, forse avrei potuto anche fare il monaco in questa vita, tra campi, mare, musica sacra (date un ascolto ai loro cori) e preghiera. Eppure da quel giorno iniziai sempre più spesso a lasciarmi guidare, a chiedere a Dio di guidarmi lungo i suoi sentieri. Ad affidarmi a Lui. E oggi sono qui, e in questo qui sento una vita piena e gratificante. Quella luce ha riempito una stanza che prima aveva le persiane chiuse e ancora oggi continua ad essere un faro che mi guida in questo oceano di infiniti destini (per parafrasare una canzone) che è la vita.
Tutte le foto sono di mia proprietà.
Bellissimo. Prendo la parola soltanto per dire questo, perché in verità il commento che avrei sentito più consono sarebbe stato il silenzio. Avrei volentieri continuato ad ascoltarti, ad ascoltarvi parlare di Dio.
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Mi piace tantissimo questo post e mi ritrovo tanto nelle tue parole. Sai, da tempo studio il buddhismo ma l'immagine di Gesù Cristo (non quello cattolico) rimane impressa dentro me. Non so perchè ma ogni volta faccio sempre riferimento a lui. In realtà mi piacerebbe studiare la parte mistica del cristianesimo, unire un pò l'uno con l'altro. Ho letto un post dove dicevi che partecipasti a 10 giorni di ritiro vipassana, ma che ora non mediti più, ora ti trovo a parlare di cristianità. Ti andrebbe di raccontarmi un pò il tuo punto di vista e perchè non mediti più?
Grazie
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Sotto molti aspetti sono simili il messaggio di Buddha e quello di Cristo. Oggi però in quest'ultimo trovo qualcosa che il primo non ha. Tu che, come me, ami coltivare sai che alcune scelte danno più frutto e altre meno. Ecco, nella mia vita vedo che, da quando ho scelto di farmi guidare da Cristo, produco frutti migliori.
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Anche io dal buddhismo sto imparando tanto, ma poi sento che manca qualcosa di fondamentale e non chiedermi perchè ma quel qualcosa è proprio Lui
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Ripensandoci e sintetizzando: il primo mi è servito per svuotarmi (la mente), il secondo mi ha riempito.
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Davvero un bel post. Grazie per la condivisione!
E anche bellissime immagini!
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Grazie a te!
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Bel racconto. Bella storia. Sei coraggioso 👍
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Non so se sono coraggioso o inconsciente, ma mi sono spesso ritrovato in situazioni ben speciali. Grazie!
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Una cosa è sicura..credere, avere fede, è un 'arma..Non importa tanto in quello che si crede...Basta crederci.Il Fatto che sei andato in un posto alto, ha fatto sì che la tua mente e il tuo corpo, respirasse aria pulita,nuova.Posto alto, poche persone, fede, silenzio.Quando SEI(e non sentirsi) solo, sei totalmente presente ed emerge la tua parte Reale.Il modo migliore per fare un reset alla propria vita.Mi spiace dirtelo, ma,secondo me, anche se avresti creduto ciecamente nel dio SHALALA' O ALTRO, AVREBBE FUNZIONATO COMUNQUE PERCHE' C'ERA FEDE.Credo profondamente in nostro Padre, ma mi astengo da tutte le religioni, che sono solo un'arma per sottometterci e dividerci.Per quanto riguarda Cristo, che dire, prima di lui ci sono stati tanti messiah che hanno tutti fatto lo stesso percorso di vita tipo:Horus, Mitra, e tanti altri.E ci sono documenti scritti molti anni prima della nascita di Cristo...ammesso che sia mai nato!Non credermi, vai a constatare con i tuoi occhi.
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