Giornalismo nelle varie epoche parte2

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Si è molto discusso che quelle volte in cui il fatto di cronaca viene fissato dallo scrittore, pare che abbia formato un giornale "parlato" talmente intenso che è arrivato a noi con la tradizione orale. Sappiamo che il bisogno d'informazione e di opinione sia una peculiarità che si manifesta, lo si capisce anche leggendo Giulio Cesare, che pone in essere come i Galli fossero particolarmente avidi di notizie, tanto da fermare viandanti che venivano da lontano per farsi raccontare le novità dei paesi di provenienza.

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Si tenga presente che in Gallia alcuni stati avevano leggi che proibivano ai privati di rendere pubbliche le notizie ricevute se prima non ci fosse stato il parere di un giudice e il lascia passare per un'eventuale diffusione. Il tutto fa pensare che oltre al bisogno d'informazione che la popolazione sentiva, vi era la paura dell'opinione che qualsiasi notizia poteva generare. In Grecia invece c'erano gli araldi che comunicavano notizie ufficiali. C'erano anche gli aedi che vagando di città in città cantavano imprese epiche. E furono portatori di notizie di attualità e che le abbiano date anche alla folla che veniva in piazza per ascoltarli. Qui c'è da fare una differenza con i popoli orientali: l'adagiarsi al volere dei potenti, al fato è caratteristica di questi ultimi. È poco sentita dai popoli greci. C'è un bisogno di opinione che si affianca al bisogno di cronaca.