Ciao ragazzi,
mia nonna è tornata a casa dalla frattura al femore che aveva patito a maggio.
Io, @drago18121996, sono proprietaria di questa foto e ne sono orgogliosa
Dovete sapere che sono ritornata a casa a maggio per rivederla all‘ospedale, quando non faceva esercizi di fisioterapia o era a passeggio. Siamo stati fortunati perché la frattura era composta, quindi dopo un po‘ di tempo ha potuto muovere i primi passi.
Nonostante questo quando mi ha vista per la prima volta, ritornata dalla Germania e trafelata, le sono quasi venute le lacrime agli occhi, minando la mia sicurezza che le mie nonne non piangevano mai. Ovviamente non devo dirlo che non assomiglio a nessuna delle mie nonne da questo punto di vista. Sono una piangiona in incognito, o meglio ho la mia sensibilità ecco, ecco.
Comunque questa era la mia nonna da giovine:
Io, @drago18121996, sono proprietaria di questa foto e ne sono orgogliosa
Nata e cresciuta nella provincia trevigiana a 12 anni viene spedita dalla famiglia in Piemonte. Doveva aiutare il badget famigliare che non era tra i più floridi, comunque era felice di aiutare i suoi visto che detestava di cuore la scuola. Lei per prima tentava meccanismi di corruzione con la mamma del tipo, se non vado a scuola, ti porto a casa della legna. Il metodo ha funzionato, ma la nonna ha preso la terza elementare, forse. Ancora adesso scrive in modo un po‘ incerto...
Aveva iniziato fin da subito a pascolare le oche da quelle parti e poi aveva fatto la bambinaia a due gemelli i quali ne avevano combinate di ogni. Avevano brodolato su tutti i suoi vestiti, macchiando qualunque cosa fosse alla loro portata. A lei non parevano neanche bambini normali, io credo fossero due demoni.
Foto da pixabay
Poi le cose si erano messe male in Veneto ed era stata mandata in Piemonte, come sopraindicato, durante la sua prima adolescenza.
Viene spedita in un convitto, pieno di suore così bigotte che neanche lasciavano indossare il reggiseno. Ma io dico queste donne, non le facevano mai le scale correndo?
Ecco la sensazione è che il seno, anche piccolo, ti si stacchi visto che ti sembra appeso con un filo, lasciamo perdere il male che avrei io prima del ciclo che c‘è da ululare i vaffa uno dietro l‘altro. Quel convitto era fatto di punizioni ed i reggiseni venivano nascosti sotto i letti e conservati come tesori.
Comunque dopo un po‘ la nonna è riuscita a liberarsi dal convitto di suore assatanate, solo che ha dovuto vivere con sua sorella minore nella stessa casa per anni. Dormivano addirittura nello stesso letto ad una piazza, una si sdraiava in una direzione e l‘altra dormiva al contrario. Non so come si possa dormire con i piedi di tua sorella davanti alla faccia, ma pare che fosse l‘unico metodo che funzionasse. Non solo nella casa non avevano sedie, così mia nonna era andata a parlare con una signora per farsele prestare.
Ovviamente la signora in questione è stata redarguita e cazziata dalla sorella di quest‘ultima con l‘accusa di prestare cose a questi padovani.
Cara la mia signorina Rottenmayer, mia nonna è di Quinto di Treviso. Quinto sarebbe in un‘altra provincia, se deve essere un insulto essere padovani, bene mia nonna non lo è!!! Mi dissocio da insultare chiunque a seconda di dove arrivi, ripeto io mi dissocio..
Comunque deve averne incontrati anche lei di cretini, visto che se anche pagava l‘affitto, anche la padrona di casa è stata rimbrottata a dovere, per aver dato la casa a questi padovani. Mia nonna è trevigiana!!! Ma parlo arabo??? Niente da questo orecchio non ci sentono. Un megafono per favore….
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Ringrazio pixabay che mi aiuta a fissare le idee a questi rinco
Spero di averla convinta, visto che niente era testarda come i muli, se non l‘ho convinta la devo aver rintronata, per alcuni round non dovrebbe essere più nociva.
A quei tempi trovare una casa non era stato facile per la mia giovane nonna, non era sposata e il padrone di casa avrebbe dovuto dare la casa a due sorelle sconosciute e ancor peggio venete. Erano tempi diversi non si era ben visti in quanto veneti, così la mia nonna era partita partita per immense battaglie, sostenendo di essere andata a piedi ovunque a chiedere per una casa. Ricorda me che quando devevo ricercare per un foglio della burocrazia ceca, ho telefonato a mezza Praga.
Comunque ci sono stati episodi fortunati, come quando lei e la sorella andavano in giro in una strada molto affollata, ma avevano trovato i soldi per la strada. Per non farsi accusare di aver preso i soldi e passare un guaio, una aveva messo un piede sopra le banconote e si erano fermate a chiacchierare, finché la folla era diminuita.
Veloci come i fulmini avevano poi intascato il malloppo andando via con estrema nonchalant. E brave la nostra nonna e zia bell'inghippo!!! Strategiche e sempre dotate di soluzioni davanti alle avversità ti facevano veramente capire cosa vuol dire L'unione fa la forza.
La peggiore delle situazioni doveva averla anche lei quando sua mamma si era ammalata ed era dovuta rientrare in Veneto. Il datore di lavoro non ammetteva i permessi e si era dovuta lincenziare, quindi quando era tornata dal Veneto, era a piedi. Conoscendola sarà andata da ogni parte a cercare lavoro, su questo siamo uguali. Comunque pare che un distinto bell‘uomo sindacalista avesse notato la mia triste, ma volenterosa nonna e fu così che la nonna si fece riassumere anche se nella ditta di solito non lo facevano mai, infatti avevano la reputazione di tenere rancore instancabilmente. Brava nonna, vai di anarchia e metti un po‘ di maremoto in questa noia piemontese che tanto odio!
Comunque ho ancora un altro episodio esilerante o almeno io lo trovo tale. Nel Veneto, attendevano i soldi che la nonna spediva alla famiglia, nonostante questo erano molto cattolici. Il prete continuava a dire andate e riproducetevi e così da quelle parti si sfornavano i bambini senza sosta e si era sempre senza grana. Ad un certo punto la zia Palmira che era una dura, si incacchiò completamente iniziò a maldire il prete e sostenendo che la dovevano smettere di avere un asilo di bambini ogni volta. Era arrivata a dire che avrebbero dovuto castrare suo padre, in quanto uomo pericoloso data la produzione industriale di prole.
Che dire, la zia Palmira, nonostante la terza elementare, era una che sapeva argomentare. Coerente con le sue idee, ha avuto una figlia e poi niente più.
:D
Gagliarda la zia.
Vi saluto.
Un bacione,
Alessandra
Che vita si è fatta tua nonna...anche mio nonno è dovuto venire via dal Veneto per la fame. Bell'articolo, complimenti.
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grazie ;D
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Quanta esperienza di vita la nonna!
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sì quando inizia a raccontare è sempre una festa.
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Anch'io sono orgogliosa dei miei nonni proletari 😉
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diciamo che era un tipo avventuroso :) ecco ecco .... non si faceva spaventare...
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Adoro le storie come queste, sono simili a quelle della mia nonna. PS: la tua da ragazza era bella come una diva del cinema!
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lo penso anche io :D
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Bella storia, sofferta e vissuta. Tua nonna è stata la classica donna di ferro come ce ne erano all'epoca, dalla schiena dritta e dagli occhi sempre attenti. Verissima la cosa che decenni fa c'era una forte discriminazione geografica, qui da noi. Si odiavano e guardavano male appartenenti della regione confinante alla nostra. Poi sono arrivati gli extracomunitari e si è "trovato" il "nemico comune".
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bella lì dobbiamo avere sempre i capri ispiatori.
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