Come il nostro cervello ci ricompensa quando compiamo un’azione nel modo giusto

in ita •  7 years ago  (edited)

Ciao a tutti! Inauguro oggi una serie di articoli a tema scientifico che spero vi interesserà e non annoierà troppo. Ovviamente la questione l’ho semplificata molto pur cercando di sottolineare i punti principali, non sono quindi presenti consigli medici di alcun tipo. Il mio scopo è difatti dare un primo assaggio ad una disciplina a mio parere incredibilmente interessante, la neurofisiologia. Oggi parliamo di un meccanismo ancora poco conosciuto, quello della ricompensa, e di alcune patologie ad esso correlate, come il celeberrimo morbo di Parkinson. Sperando vi piaccia, fatemi sapere come migliorare!



Nel progettare e nel compiere ogni tipo di azione, mettiamo in moto quella che viene definita corteccia cerebrale. La corteccia cerebrale è un ammasso di neuroni che ricopre la superficie del cervello e rappresenta il punto di partenza e di arrivo di ogni stimolo cosciente, vale a dire pensato (o sentito) razionalmente. La corteccia stessa è suddivisa in diverse aree, le quali presentano caratteristiche morfologiche e funzionali diverse. Esiste, per esempio, un’area da cui parte il movimento (cioè una qualunque azione che compiamo), un’area in cui questo movimento viene progettato prima di essere compiuto, e molte altre. Tra queste aree cerebrali ne figura una molto interessante, l’area soppressoria (o 4s di Broadmann). Da quest’area partono gli stimoli che vanno a sopprimere e inibire un movimento che già è stato progettato oppure che è già in corso d’opera. Quest’area soppressoria, in particolare, è attivata in base al cosiddetto meccanismo della ricompensa. Il meccanismo della ricompensa viene attivato su base incosciente da una struttura (la sostanza nigra) che fa parte del tronco cerebrale. Il tronco cerebrale è la continuazione del midollo spinale e controlla tutti gli stimoli incoscienti (per esempio la motilità di stomaco e intestino, la sete, la fame...). La sostanza nigra, nello svolgersi del meccanismo della ricompensa, rilascia un ormone, la dopamina. Se la dopamina viene rilasciata in quantità elevate, allora il movimento non viene inibito, poiché non si attiva l’area soppressoria della corteccia cerebrale. Se invece la dopamina viene rilasciata dalla sostanza nigra in quantità basse, allora il movimento viene soppresso. Il rilascio di dopamina è controllato sulla base di stimoli incoscienti che possono essere muscolari, dell’equilibrio, oppure di stimoli comunque incoscienti che provengono dal cervelletto e che ci dicono, letteralmente, se il movimento che stiamo compiendo lo stiamo portando a termine in modo giusto oppure sbagliato


Il meccanismo della ricompensa è alla base di molte patologie psichiatriche e neurologiche. 

Una delle patologie psichiatriche più conosciuta, anche ai non addetti ai lavori, cioè la sindrome ossessivo compulsiva, è provocata da un malfunzionamento del meccanismo della ricompensa. Difatti, i soggetti che ne soffrono, sono portati a ripetere una determinata azione compulsivamente perché, terminatala, la sostanza nigra del tronco cerebrale li “ricompensa” rilasciando una grande, spropositata quantità di dopamina. 

Così anche una malattia neurologica molto studiata e conosciuta, il morbo di Parkinson, ha la medesima base patologica, ma all’opposto. Difatti, in questa patologia, vi è una distruzione della sostanza nigra (cioè quella che rilascia dopamina): ciò determina il mancato rilascio di dopamina. I bassi livelli di dopamina portano quindi ad una inibizione continua dei movimenti che si esplica, clinicamente, nel tremore che dei soggetti che ne soffrono.

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