Le nostre scelte sono consapevoli?

in ita •  7 years ago  (edited)

Cari amici di Steemit, permettetemi di cominciare questo post in maniera leggermente inusuale: sto per proporvi un piccolo esperimento, al quale avrete la bontà di farmi da aiutanti.
Poche righe più sotto troverete infatti due figure, due gatti, contrassegnate rispettivamente da una lettera (A o B).
Il compito che vi prego di svolgere è semplicissimo: scegliere di primo acchito e senza soffermarsi per più di una manciata di secondi, quale dei due piccoli animali incontri maggiormente la vostra preferenza, per un qualsivoglia motivo.
Una volta effettuata la scelta dovrete semplicemente ricordare la lettera corrispondente e scorrere velocemente in fondo alla pagina, fino al capoverso Seconda parte del test, prima di tornare qui e approfondire, se vorrete, il resto dell'articolo.

𝓟𝓻𝓲𝓶𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝓭𝓮𝓵 𝓣𝓮𝓼𝓽

Scegliete in pochi secondi quale tra i due gattini è quello che vi piace di più, quello che vi ispira più simpatia o tenerezza, poi annotate la lettera corrispondente (Foto A o Foto B) e scendete al termine dell'articolo per completare il test e leggere la seconda parte. Vi raccomando, scorrete velocemente fino in fondo senza leggere, in questa prima fase, la parte centrale dell'articolo!

Il concetto di Choice Blindness

Preferite il "dolce" o il "salato"? Vi piacciono di più le "bionde" o "le more"? Preferite gli uomini "sportivi" o "eleganti"? Sono tutte domande alle quali pensiamo che il nostro cervello risponda in maniera razionale e logica. E se vi dicessi che in realtà spesso ciò non corrisponde al vero?
Credereste al fatto che molte delle scelte che facciamo sono dettate dall'istinto più che dalla ragione, e che le stesse vengono validate e giustificate dal nostro cervello solo una volta che sono state compiute?
Anzi, vi dirò di più: quando ci troviamo di fronte ad una scelta, potremmo addirittura non ricevere ciò che abbiamo chiesto, non accorgercene, e difendere a spada tratta ciò che in realtà non preferivamo!

Tutto ciò è stato analizzato in diversi studi[1], effettuati dal team degli scienziati Petter Johansson e Lars Hall, presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università svedese di Lund.

  • In uno degli esperimenti è stato chiesto ai soggetti esaminati di scegliere, tra i due volti proposti in foto, quale fosse quello più attraente: dopo aver indicato la preferita, lo sperimentatore con un piccolo trucco passava al soggetto esaminato l'altra immagine, quella scartata.
    Tre persone su quattro non si accorgevano dello scambio e, alla richiesta di motivare la loro scelta, la giustificavano adducendo a particolari caratteristiche della persona nella foto, spesso non corrispondenti nella scelta originale, quella compiuta pochi istanti prima.
    Una volta svelato il trucco, molti si rifiutarono di credere agli sperimentatori, ritenendo impossibile l'essere stati garbatamente raggirati.

  • In un altro test il team di scienziati chiedeva, a delle persone scelte per strada, di compilare un questionario nel quale venivano poste diverse domande sull'orientamento politico: anche in questo caso si ricorreva ad un piccolo stratagemma per sostituire il foglio originale, riempito dal soggetto preso in esame, con uno contenente risposte diametralmente opposte.
    E così, se per esempio per il soggetto risultava di grande importanza la salvaguardia dell'ambiente, nel questionario si indicava l'opposto, ovvero che la cura dello stesso non rappresentava una necessità primaria.
    Anche in questo caso circa l'80% delle persone prese ad esame non si accorgeva della sostituzione, e provava ad argomentare sul perchè di scelte non realmente effettuate.

  • In un supermercato fu chiesto a dei clienti, di assaggiare della marmellata da due barattoli anonimi[3]; le due composte erano molto simili per colore, ma di sapore assolutamente differente. Dopo aver effettuato la scelta, si procedeva con un nuovo assaggio, questa volta dell'altra marmellata, indicandola come quella preferita.
    Alla richiesta di motivare la decisione, la quasi totalità dei clienti non si accorse dello scambio e, nonostante il gusto completamente diverso, cercò di giustificare i motivi che li avevano portati a quella decisione.

Come viene spiegato questo processo mentale?

Già dai tempi di Sigmund Freud, molti psicologi concordano col fatto che una buona parte dei processi compiuti dal nostro cervello, avvengono in maniera inconsapevole[2].
Fondamentalmente il nostro computer interno è alla continua ricerca di qualcosa di familiare, qualcosa che abbia senso, preferendo tenersi alla larga dalle ciò che appare insicuro. Il cervello svolge un importante compito di auto-protezione, e per lo stesso motivo per cui tendiamo a vedere dei volti umani anche negli oggetti inanimati, siamo soliti giustificare le nostre scelte una volta che le abbiamo compiute, in modo da non dover affrontare le fastidiose conseguenze.

Del resto, pensateci un attimo: di quanta "potenza" cerebrale dovremmo disporre, se ogni volta dovessimo ridiscutere tutte le scelte? Dovremmo ridiscutere se sia giusto o meno respirare, parlare, muoversi e quant'altro; è molto più comodo giustificare le decisioni prese piuttosto che metterle in discussione!

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Volto umano in oggetti inanimati - CC0 Creative Commons

Questo automatismo presenta però, come logico, anche un'altra faccia della medaglia.

Questo trucco psicologico è ben conosciuto in alcuni ambiti commerciali e finanziari: è necessario prestare sempre molta attenzione nel momento in cui ci viene chiesto di scegliere tra diverse opzioni, preparando il più possibile in anticipo uno schema mentale delle nostre preferenze. In linea di massima potrebbe essere utile evitare di aderire a combinazioni predefinite, districandosi in maniera ottimale tra le varie opzioni e assicurandosi che combacino con quelle che abbiamo in mente.

Conclusioni

Se volete approfondire l'argomento, vi rimando alle fonti, riportate più in basso. Vi esorto inoltre a commentare circa i risultati dell'esperimento che vi ho prposto poco più in alto, e a lasciarmi un vostro cortese feedback.

Grazie a tutti, alla prossima!

𝓢𝓮𝓬𝓸𝓷𝓭𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝓭𝓮𝓵 𝓣𝓮𝓼𝓽

_ _

Adesso vi chiedo di osservare nuovamente la figura preferita (A o B) e di pensare ad una caratteristica della stessa che possa motivare la vostra scelta.
In altre parole fingete di dover spiegare ad un ipotetico sperimentatore su quale leva si è appoggiata la vostra decisione, perchè avete preferito proprio quel micino e non l'altro.
Vi lascio qualche secondo per pensare, dopodichè vi esorto ad andare avanti e leggere i risultati.

Risultati

Avete trovato una motivazione valida per la vostra scelta? Perfetto, sono orgoglioso di voi. Solo che devo comunicarvi un piccolo trucco: tra le due parti del Test le foto sono state scambiate! L'immagine A è diventata la B, e viceversa.
Se ve ne siete accorti, probabilmente a quest'ora vi starete facendo gioco di me e del mio Test, mentre se viceversa siete stati ingannati dal piccolo espediente, non preoccupatevi: siete tra la stragrande maggioranza delle persone che è cascata nel tranello; in entrambi i casi potrà interessarvi approfondire la questione e scoprire perchè ciò accade più spesso di quanto pensiamo, tornando su leggendo il resto del post.


Fonti

[1] Studi Johansson - Hall; Lund University Cognitive Science

[2] Sappiamo davvero perchè facciamo ciò che facciamo? - Psinel.com

[3] Davide Tonarini, Il Geni(ett)o maligno, Ed. Youcanprint.

[4] Jochen Mai, Perchè esco per comprare il latte e torno con un televisore, Ed. Feltrinelli

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Sinceramente il cambio di lettera è la prima cosa che ho notato....ma l'articolo di per se è interessante!

grazie, probabilmente l'esperimento è più efficace dal vivo :)

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