Tasti, Corde e Fabrizio De Andrè

in ita •  7 years ago  (edited)

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Ho sempre amato la musica, fin da quando ero nel grembo di mia madre. Mi muovevo nel suo ventre al tempo di Prisencolinensinainciusol e le altre canzoni particolarmente ritmate di Adriano Celentano e di altri artisti italiani degli anni 60/70 che all’epoca giravano esclusivamente sui vinili.
All'età di 5 anni, mentre tutti gli altri bambini pensavano alle figurine dei calciatori ed i loro album, io creavo i miei strumenti musicali, rubando in cucina qualsiasi oggetto dal quale ricavare un suono. Rovistavo quindi cassetti e credenze spargendo disordine in ogni angolo della casa. A quel punto, disperati, i miei genitori comprarono il mio primo strumento musicale, un organo Bontempi con il quale allietavo i miei pomeriggi ludici. Da li in poi fu un continuo crescendo di richieste, dalla semplicissima "Clavietta" a fiato fino agli strumenti più ingombranti.

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Non ho mai frequentato una scuola di musica nonostante mia madre insistesse per questa scelta vista la mia passione. Ho sempre studiato la musica come autodidatta, cominciando con gli strumenti a tastiera (il primo amore non si scorda mai), passando per gli strumenti a corda e finendo con gli strumenti a fiato e percussione.
Ma se c'e' un motivo per il quale ho passato tantissimi pomeriggi a distruggermi i polpastrelli pigiando delle corde di ferro, è quello rappresentato dall'estrema passione per alcuni cantautori italiani ed internazionali alcuni purtroppo scomparsi, come : Bob Dylan, Jim Morrison, Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Pino Daniele e tanti altri. Tanti generi, tante musicalità.

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Grandissimi artisti e canzoni eccezionali scritte ed interpretrate tra musica e poesia. Ma se dovessi scegliere "il poeta" e l'uomo che più ha determinato la mia passione per il suono e per il canto è senza dubbio lui : Fabrizio De Andrè.
E così tra il pescatore, il cantico dei drogati, passando per via del campo ed una ballata dell’amore cieco sguazzavo nella mia adolescenza alternando diversi stati emozionali quali: l’amore per la solitudine, tristezza, ma anche gioia e goliardia. Capì solo con il tempo quanto determinate canzoni potessero cambiare in maniera quasi subitanea il mio umore, e spesso erano le sue. Musica e parole che ti entrano dentro quindi, che devono essere prima interpretate e poi digerite. Ricordo gli effetti della Canzone di Marinella o la Guerra di Piero, canzoni tristi ma che arrivano a toccarti l’anima se ne approfondisci il significato ed il contesto al quale si riferiscono.

Per arrivare a Bocca di Rosa, forse la canzone più rappresentativa dell’essere De Andrè. E’ una delle canzoni più famose ed a quanto ne so una delle più care all’artista. In quel testo si parla di amore, di dogmi ed immagini del cristianesimo e di discriminazione. Emerge lo spirito anarchico di questo fantastico cantautore in un determinato passaggio quando critica le forze dell’ordine:

Spesso gli sbirri e i carabinieri
Al proprio dovere vengono meno
Ma non quando sono in alta uniforme
E lo accompagnarono al primo treno

che fu successivamente modifica in :

Il cuore tenero non è una dote
di cui sian colmi i carabinieri
Ma quella volta a prendere il treno
L’accompagnarono malvolentieri.

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Tra pochissimi giorni e per tutti gli appassionati e precisamente il 23 e 24 Gennaio in molti cinema d’italia e solo per questi 2 giorni verrà proiettato il film “Fabrizio De André Principe Libero”, titolo che deriva da una citazione meravigliosa di un pirata britannico Samuel Bellamy presente sulla copertina di un suo album “Le nuvole”, che recita:

Cit. Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare

In questo film saranno inclusi i periodi della sua infanzia a Genova, gli amici i rapporti con la sua famiglia e le donne fino ad arrivare ai successi, l’incontro con Dori Ghezzi, il rapimento in Sardegna ed i suoi ultimi concerti.
Il film uscirà anche sul grande schermo a Febbraio sulla Rai che a quanto pare è cooproduttrice. Questo il trailer:

Questo articolo è dedicato a tutte le persone che amano le sue canzoni, nel ricordo di uno dei pochi cantautori che raccontano l’uomo partendo dal basso, raccontando storie e poesie alla ricerca di quella “dannata libertà" che ogni uomo insegue.

E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose.
(La canzone di Marinella)
A presto
Fonte di tutte le immagini: Wikimedia Common CC0 Commons Image

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Ho sempre preferito il linguaggio rarefatto di De Gregori, ma non c’è alcun dubbio sulla grandezza gigantesca di De André. Credo di conoscere a memoria quasi tutto l’album Non al denaro, non all’amore, né al cielo. Per non parlare de La buona novella.

Si linguaggi diversi. Pilastri della musica italiana.

Bel post. De ande era un grande e continuera a vivere con la sua musica

Grazie.. sicuramente....

Fantastico artista...

Ho 30 anni, l'11 gennaio 1999 ne avevo 11. Ho trascorso fino a quell'età ogni giorno della mia vita con i vinili e le audiocassette originali di mio padre che lo adorava e lo adora tutt'ora. Don Raffaè ( sono napoletano) l'ho imparata a memoria in terza elementare. Princesa la cantavo senza capirne il significato fino all'adolescenza, poi in età maggiore ho iniziato a legarmi ai testi anarco-insurrezionalisti come la canzone del maggio.
Fino ad amare il Pescatore, il testamento di tito, via del campo e bocca di rosa ovviamente.
Per me, Faber è al primo posto indiscusso.
Grazie per questo post. Non sapevo del docufilm.

Bhe tuo padre è un intenditore... Grazie per il feedback!

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Bellissimo post! Volta la carta è una delle mie canzoni preferite!

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