Gioielli e Tesorini
Anna Sandrelli, madre di Giulietta, aveva avuto in sorte di acquisire col matrimonio, un cognome lezioso come Tesorini. Sua sorella Maria (che mai aveva voluto essere da meno) era comunque riuscita a sposare Giorgio Gioielli. Così le due sorelle Sandrelli (come l'attrice , ma non parenti, tenevano a precisare) avevano dato vita ad una stirpe di Gioielli e Tesorini, praticamente un piccolo forziere di preziose tenerezze... Ma, tra le pietre preziose del portagioie di famiglie, ne era venuta al mondo una un po' speciale, per la quale il cognome Tesorini pareva capitato per puro ed ironico accidente, mentre il nome di battesimo, Desdemona, era già più adatto, se non altro per il suono importante e l'apparente doppio accento Dè-sdè-mo-na.
Giulietta ha sempre provato un certo imbarazzo nel parlare di sua sorella. Forse perchè sono così diverse. Oppure perchè i suoi comportamenti le sono spesso sembrati fuori luogo, fin dall'infanzia, quando era turbolenta e litigiosa e, soprattutto, con la risposta pronta e tagliente. Numerose le sue storie giovanili, tutte troncate da lei. Tutto questo mentre studiava con impegno, però. “Sono due cose separate- diceva sempre- un conto è lo studio, un conto i ragazzi”. Ora non si può dire che quella di Desdemona fosse un'esistenza lineare, se si parla di sentimenti. Ma lo era per il resto. All'università scelse Psicologia e, dopo la laurea, lavorò per qualche anno in un consultorio. Poi, con grande cruccio dei genitori, impiegati dello stato,lasciò il posto fisso per la libera professione. E, nonostante i timori della famiglia, che divenne in breve una psicoterapeuta nota e stimata, spesso anche richiesta come perito in tribunale. Fu lì che conobbe quello che avrebbe poi sempre definito “il socialista craxiano”.In effetti lo era, ma la sua vera professione era il cancelliere di tribunale, solo che spesso faceva da portaborse ad un onorevole socialista e su questo fatto Desdemona lo aveva preso in giro fin dal primo momento. Tra l'altro, negli anni della prima giovinezza, il bello e possibile era stato per alcuni anni l'attore non protagonista di fotoromanzi minori, in questo dimostrando, secondo lei, una sua vacuità di fondo
“Cosa ci porti nella borsa, Osvaldo? Il sedano? Oppure è vuota come la tua testa?”.
Ora bisogna dire che, a un uomo normale, basterebbe una frase come questa per fuggire lontano. Il biondo e longilineo Osvaldo era abituato a donne che per lui facevano pazzie, sia perchè era davvero un bel giovane, sia per il potere indiretto che rappresentava. Rimase così letteralmente folgorato dai modi poco urbani della rampante psicologa.
La quale si era sempre buttata nella vita tanto quanto Giulietta aveva cercato di rimanere al coperto.
E poi era solita raccontare le sue storie con una disinvoltura impensabile per la famiglia Gioielli- Tesorini.
Poco tempo prima di incontrare l'Osvaldo, ad una cena tra donne (presenti Giulietta e le Incompiute),aveva raccontato quella che era rimasta poi nota come “la faccenda del rossetto”.
Era accaduto che Desdemona, dopo una cena a lume di candela con uno dei suoi corteggiatori di nome Mario, avesse deciso di concludere la serata a a casa di quest'ultimo. Il quale, dopo qualche preliminare e quando entrambi erano già spogliati, aveva avuto l'infelice idea di premettere che non voleva legami.
Desdemona, a cui per l’appunto non mancava mai la parola, lo aveva guardato con attenzione, soprattutto “lì” e poi aveva concluso: “A cosa dovrei legarmi, scusa? Mi sembra un rossetto, anzi, piuttosto un campioncino della Avon”. E con queste brevi parole lo aveva letteralmente steso. Si era rivestita e se ne era andata, consigliandogli l'indirizzo di un collega psicologo per riacquistare l'autostima.
C’era poi stato il periodo di strane poesie con ambigui doppi sensi che non si peritava di leggere a voce alta durante i pranzi di famiglia. Epocale era stato l’Elogio della cabina telefonica che Desdemona aveva declamato in un Natale degli anni ’80. “Cosa potrei mai gradire più del rigido ergersi solitario e spesso misterioso di una fredda cabina? Isolata mi piace, non nel mezzo alla gente ,magari nella notte, improvvisa, penetrante, regina dei contatti…E se è umido intorno, ma l’aria ancora calda, la cabina risplende e si avvolge felice di favorire inquiete conoscenze d’amanti. Trasmette impulsi e voci, ricordi e desideri. Rilassante, ma viva. Nulla mi riempie il cuore così completamente, e proprio non m’importa quel che dice la gente.”
Madre e zia erano inorridite, mentre la nonna, per fortuna, non aveva capito e aveva commentato: “Però brava, Desdemona, senti come scrive bene”.
Con il socialista craxiano, superata la questione della borsa, le cose erano invece andate alla grande . Desdemona e Osvaldo sembravano entrambi soddisfatti e lei, per la prima volta, rilassata, tanto che aveva concesso al sunnominato di abitare con lei nei fine settimana. Lo aveva perfino accompagnato a qualche congresso socialista dove aveva conosciuto anche Bettino e pare che, proprio in occasione di uno di questi eventi, dopo una cena dove forse aveva esagerato col vino, le sue difese si fossero talmente abbassate, da consentire ad uno spermatozoo del portaborse di incontrarsi con un suo ovulo fresco di giornata.
La gravidanza di Desdemona era stata per le trepidanti congiunte insieme fonte di grande gioia e di notevole preoccupazione.
Prima di tutto, non riuscivano ad immaginarla mamma, troppo egocentrica e agitata. E poi non voleva saperne di matrimonio, cosa che ai genitori, agli zii e alla nonna matriarca non faceva certo piacere.
Ma lei, rivolgendosi proprio alla nonna, aveva detto che pure avrebbe dovuto capire: in una famiglia come la loro, gli uomini erano un necessario accidente, forse un'appendice. Quindi sposarsi non aveva senso.
Aveva portato avanti gloriosamente la sua gravidanza, come un trionfo di femminilità. Era così che amava definire il suo modo di essere donna “Il Femminile Trionfante” diceva. E non aveva dubbi che la creatura concepita all'ombra di Bettino fosse una femmina. Infatti, il 25 aprile del 1989 ( quale data avrebbe potuto essere più adatta per una madre così libera) nacque la piccola Elisabetta, che i genitori chiamarono subito Bettina, naturalmente.
Desdemona si organizzò quasi subito per tornare al lavoro: nonni, baby sitter e anche zia. Erano tutti a disposizione, compreso il bell' Osvaldo che curava e cullava la piccina con tenerezza decisamente superiore a quella materna.
Bettina era bionda come il padre, dolcissima e buona. Per questo i nonni e la zia Giulietta non vedevano l'ora che fosse il loro turno per coccolarla un po', prima di riaffidarla alle regole ferree della madre, ironicamente soprannominata “La Montessori”.
Per quattro anni tutto sembrò andare per il meglio tra i genitori della piccola Bettina, tanto che in famiglia si continuava a pensare che prima o poi si sarebbe celebrato quel matrimonio “riparatore”.
Ma il Destino riserva talvolta svolte improvvise ed inattese. (continua)
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Gioielli e Tesorini...priceless! Complimenti
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la prossima puntata arriverà quanto prima.
#gioielli #tesorini #comingsoon
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