Il fiume Ombrone

L'Ombrone è, per lunghezza, il secondo fiume della Toscana (161 Km). Nasce sul versante sud-orientale dei monti del Chianti, attraversa le province di Siena e Grosseto e sfocia a Bocca d'Ombrone, poco a sud di Grosseto.
Lungo il suo percorso, riceve diversi affluenti, quali l'Arbia, il Merse, l'Orcia e le Trasubbie.
Per i Grossetani è "il" fiume, anche se non attraversa la città, ma la lambisce soltanto.
Comunque, dal centro di Grosseto, in dieci minuti a piedi, si raggiunge l'argine del fiume, molto piacevole per camminare o andare in bicicletta.

Nelle foto che ho scattato stamani, il fiume è piuttosto asciutto, perchè quest'anno è piovuto poco, ma non sempre è così. Anzi, più volte, nel corso dei secoli, si è gonfiato fino ad esondare, con alluvioni piuttosto disastrose, le ultime verificatesi nel 1944 e nel 1966. Di quest'ultima ho un ricordo molto preciso, dato che avevo già undici anni.
Per fortuna abitavo al quarto piano, perchè, nella mia zona, il livello dell'acqua e del fango provenienti dall'Ombrone raggiunse quasi i quattro metri, sommergendo le case a piano terra e i negozi in diverse aree della città.
Come dice il titolo di un bel libro fotografico, quella di Grosseto è stata "L'alluvione della povera gente", per vari motivi.
Anzitutto, ha avuto luogo il 4 novembre 1966, contemporaneamente a quella di Firenze ed è quindi passata non in secondo, ma in terzo piano, dato che noi non avevamo opere d'arte e ricchezze da salvare. Ma il danno, ve lo posso assicurare, è stato grande anche qui. C'è gente, sia in città che in campagna, che ha perso tutto, anche perchè l'acqua della piena non è limpida, ma sporca e fangosa e mangia e ingloba ciò che travolge. Non si recupera niente.

Ciò che mi sconcerta è il fatto che, dopo il '66, la città si è espansa molto anche verso il fiume, tanto che adesso ci sono molte più abitazioni in prossimità dell'Ombrone ed anche la cittadella dello studente, dove si trovano le scuole superiori, è molto vicina agli argini.
Mi auguro che le opere di bonifica e di messa in sicurezza degli ultimi cinquant'anni siano sufficienti affinchè il fiume rimanga nel suo letto anche quando si dovessero ripetere le condizioni del '66, ovvero piogge torrenziali e mare che non riceve.

Esiste anche una leggenda in merito al "nostro" fiume.
Si narra che una bellissima ninfa, di nome Ambra, danzasse ogni notte in riva al fiume che, vedendola alla luce della luna, se ne innamorò, ma lei non voleva saperne e fuggiva, cosicchè Ombrone prese ad inseguirla. Ambra chiede aiuto alla Dea Diana che la trasformò in un'isoletta di roccia in mezzo al fiume. Ombrone , disperato, la abbracciava con le sue acque e piangeva, ma la roccia non rispondeva rattristato iniziò ad abbracciarla con le sue acque e a piangere, ma la roccia era muta e non rispondeva. La luna, i boschi , i butteri e i pastori udivano di notte il pianto del fiume. Ombrone ha consumato la roccia con il suo abbraccio e il suo pianto ed è ancora lì che aspetta che torni la bella ninfa dagli occhi verdi.

Oltre al fiume, ho messo due foto dei mandorli fioriti, scattate da me stamani e riporto un breve detto in rima, originario della mia zona, proprio in merito a questa precoce fioritura.

"Rallegrati, marito,
che il mandorlo è fiorito!"
"O moglie mia,
è un brutto rallegrare,
il primo a fiorire
e l'ultimo a maturare"