Come capita a chi legge molto, e con passione, mi è accaduto più volte di innamorarmi dei personaggi letterari. Ho iniziato con D'Artagnan, intrepido e appassionato moschettiere, proseguito con Incompreso (aiutata in questo dal film strappalacrime uscito quando avevo circa dieci anni e che aveva per protagonista un mio coetaneo molto carino), per continuare, qualche anno più tardi con Julien Sorel, bello e tormentato precettore rubacuori de Il rosso e il nero.
In realtà non ho mai smesso di provare forti emozioni per i libri che leggevo, ma pensavo di essere uscita dall'innamoramento cronico da lettura, fino a che, pochi anni fa, mi sono imbattuta nei libri di Maurizio De Giovanni e, in particolare, nel suo fantastico personaggio, il commissario Luigi Alfredo Ricciardi.
A partire dal primo libro della serie, ovvero "Il senso del dolore", ho capito che la mia relazione letteraria con Ricciardi era destinata a durare. Aveva infatti tutte le caratteristiche che mi hanno sempre colpito nei protagonisti dei romanzi (e perchè no, anche un po' nella vita, perchè negarlo) : un uomo intelligente e tormentato, con profondi occhi verdi in cui si nascondono segreti e ricordi dolorosi, poco incline al riso, ma profondamente onesto. Ecco : come si fa a non amarlo?
Luigi Alfredo Ricciardi è di famiglia nobile, è niente meno che il Barone di Malomonte, ma ha scelto di dedicarsi a una professione borghese e nascondere la sua ricchezza e i suoi natali.
La serie del commissario Ricciardi si svolge nella Napoli degli anni '30, una città bellissima e colorata, insieme tragica e ridente, i cui spettacoli naturali ed umani si intrecciano con l'ombra cupa del fascismo. Una ricostruzione dell'epoca fatta con estrema precisione e dovizia di particolari fa sì che il lettore si senta parte di quell'incredibile affresco della città partenopea dipinto da De Giovanni con tanta maestria.
Delitti e indagini sono cruenti e appassionanti, ma è lui, Ricciardi, a rendere indimenticabili le storie. Un uomo diverso, con un "dono" che è una condanna, una sensibilità particolare, capace di amare, ma troppo spesso frainteso. Un uomo che piace alle donne, bellissime e disinvolte, ma che ne ama una sola, la giovane e delicata Enrica, sua dirimpettaia, che ricambia questo complicato sentimento.
Descritti in modo egregio anche i personaggi secondari (ognuno di essi è un quadro), a partire dal maresciallo Maione, collaboratore fidato, al dottor Modo, scanzonato e anticonformista, la bella Livia e Bambinella, indimenticabile "femminiello" dal cuore grande.
Ad ogni romanzo della serie, Maurizio De Giovanni si conferma, più che un giallista, un grande scrittore e il Commissario Ricciardi sempre più affascinante e tormentato, non si può non amarlo. Anzi, si può sviluppare un innamoramento cronico, come me, per l'appunto.
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Interessante. Non lo conosco. Dovrò sfogliare qualche pagina scritta dal Barone.
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Maurizio De Giovanni è anche autore dei Bastardi di Pizzofalcone, altra serie godibilissima. Io preferisco Ricciardi, ma consiglio vivamente anche i Bastardi.
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