"Piccola città, una storia comune di eroina" è un libro di Vanessa Roghi.
Non è facile definirlo, perchè non si tratta di un romanzo, anche se ha una importante parte narrativa, ma neppure di un saggio, anche se vi sono molte ricostruzioni accurate dal punto di vista storico e vengono riportati documenti a precisa testimonianza di un'epoca.
Vanessa Roghi è una storica e forse questo spiega il taglio dell'opera, così ben orientata nel tempo, attenta a ogni testimonianza che permetta una adeguata descrizione di certe situazioni.
La "storia comune di eroina" riguarda il padre di Vanessa, nata da genitori giovanissimi e cresciuta in una Grosseto chiusa e provinciale, dove, però, la droga scorreva a fiumi.
Siamo negli anni '70 e poi negli anni '80. Ma l'autrice ricostruisce la storia della "piccola città", partendo da molto più lontano, dal dopoguerra, quando i suoi nonni si sono trasferiti in Maremma.
Ma la particolarità dell'opera è che alterna vicende familiari e personali ad avvenimenti di più ampio respiro, riguardanti Grosseto e i suoi dintorni.
Scrive Vanessa :
Quando arrestano mio padre per spaccio di eroina ho 15 anni, frequento il ginnasio nell'unico liceo classico di Grosseto. Un liceo di provincia frequentato dai figli dei protagonisti della città...
Quando le cose accadono a me io non so come raccontarle. Per questo faccio la storica, racconto le cose che accadono agli altri, eppure questa di mio padre voglio raccontarla...
Ci riesce benissimo, l'autrice, a dare uno spaccato esatto e obiettivo di quella piccola città dove la sua infanzia e adolescenza trascorrono da una parte, con l'affetto dei familiari e la stima degli insegnanti, dall'altra con la presenza dell'eroina nella vita del padre.
In realtà questa droga è molto diffusa, all'epoca, in città e in tutto il paese.
Ma se ne parla spesso in modo non chiaro, con ignoranza.
Vanessa Roghi sviscera questo argomento in modo esaustivo.
La lettura è impegnativa, ma scorrevole e appassionante.
Non è un romanzo, ripeto, ma del romanzo ha la caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi.
A differenza di un testo di narrativa, però, qui non c'è niente di inventato. E' tutto vero, riscontrabile, soprattutto per chi ricorda bene la piccola città di quel tempo.
Un'opera di pregio, davvero meritevole di attenzione.
[immagine scattata da me]
Mi piacciono queste recensioni, ci sono così tanti autori poco conosciuti che vorrei leggere! Troppi! =(
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Gran brutta bestia, la droga, non ho mai iniziato neanche a fumare, per cui sono contrario a tutte le tipologie di dipendenze da sostanze stupefacenti.
Ottima recensione, cara @fulviaperillo, valida e precisa come tuo solito.
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