Nel corso degli anni, sia per motivi personali, sia perchè ho ricoperto alcune cariche politico-amministrative, mi sono trovata ad occuparmi dei servizi per l'infanzia, soprattutto gli asili nido che scarseggiano sempre (quelli pubblici) e non di rado hanno costi proibitivi. Peraltro, la necessità di strutture per l'infanzia è sempre più sentita, dal momento che (fortunatamente) le donne lavorano con maggiore frequenza e la"istituzione nonni" è per vari motivi meno risolutiva che nel passato. Quando ero assessore, ho provato a incentivare la creazione di nidi di caseggiato, cioè asili con caratteristiche familiari, molto elastici nell'orario e con pochi bambini, in abitazioni private. La proposta (già sperimentata con successo in altre parti d'Italia e soprattutto in Europa) non ha avuto seguito, mentre sarebbe un modo efficace, poco costoso e semplice per rispondere almeno a una parte della domanda, specialmente nei piccoli centri.
Nella storia della mia famiglia materna, con netta prevalenza femminile nelle diverse generazioni, il problema del nido si è post davvero in anticipo, dato che la mia bisnonna (classe 1866) già lavorava. Anzi, in certo qual modo, era una piccola manager (piccola in tutti i sensi, pare non arrivasse al metro e cinquanta), dato che gestiva insieme al marito l'unico negozio di alimentari, mescita del vino e osteria nel paese di Campagnatico, di cui ho già avuto modo di parlare.
Anche sua figlia, mia nonna, lavorava con lei da ragazza e anche dopo sposata, fino a che la famiglia non si trasferì a Grosseto. Gli orari dell'attività commerciale che gestivano non erano brevi e neppure prevedibili, dato che si basavano sulle esigenze della clientela e c'era inoltre la necessità di mantenere puliti i locali, provvedere al lavaggio di stoviglie e tovaglie, senza naturalmente che esistessero lavatrici e tantomeno lavastoviglie. Si può capire dunque come mia nonna e sua madre fossero davvero molto indaffarate.
Ma ormai pochi ricordano che, negli anni venti, forse anche prima, la comunità di Campagnatico aveva dato una sua risposta all'esigenza delle madri che lavoravano oppure avevano necessità di collocare la prole per qualche ora per meglio organizzare i lavori domestici. ![]
Una signora di nome Irma, che non credo avesse qualifiche particolari, ma molta buona volontà, aveva creato insieme alla madre una sorta di ludoteca, diremmo ora, dove accoglieva bambine da uno a quattordici anni.
Solo femmine, dirà qualcuno? Sì, ma teniamo conto che si parla di quasi cent'anni fa.
Le bimbe potevano rimanere tutto il giorno o solo al mattino oppure qualche ora. Lì giocavano, mangiavano (si poteva portare il cibo da casa oppure la mamma di Irma preparava qualcosa) e venivano educate in modo piuttosto spartano. Però, mia madre raccontava che si divertivano, c'era un piccolo giardino dove organizzavano giochi e, volendo, Irma insegnava loro anche a cucire e a lavorare all'uncinetto. Imparavano queste attività fin da piccolissime, erano in competizione fra loro e le più grandi realizzavano anche qualche lavoro importante. Mia zia, sorella maggiore di mia madre, andava da Irma quando la scuola chiudeva o magari il pomeriggio e pare che a dieci anni sia riuscita a realizzare una tenda ricamata che poi è stata utilizzata in casa.
Le bambine più grandi, poi, diciamo dagli otto anni in su, avevano anche il permesso di uscire da sole per coltivare piccoli orticelli che si trovavano nei pressi della casa di Irma. Queste uscite erano ovviamente controllate e con orari rigorosi, ma, diceva mia zia, rappresentavano un riconoscimento di autonomia e quindi erano molto ambite.
La cosa curiosa, per l'epoca, era l'assoluta laicità dell'"insegnamento" di Irma, in un tempo in cui la vita era scandita dalle funzioni religiose.
Credo che le bambine frequentanti fossero in numero piuttosto esiguo, specialmente quando le più grandi andavano a scuola, ma probabilmente nei periodi di maggiore frequenza arrivavano anche a quindici.
Certo, ora niente di tutto questo sarebbe possibile, per motivi fiscali, igienico-sanitari e sociali. Però, rimango convinta che gli asili di caseggiato, con pochi bambini, potrebbero costituire una risorsa per alcune famiglie e un reddito aggiuntivo per altre.
Immagini di mia proprietà
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è davvero bello quello che scrivi! Ci vorrebbe un bel come-back a queste strutture spartane che aiutano le donne in carriera e favoriscono l'aggregazione di bambini di tutte le età! I nidi adesso sono troppo sterili e impostati...l'unica alternativa sono quegli odiosi "parcheggi per bambini" con gonfiabili e palline che non insegnano quasi nulla ai piccini!
Grazie per aver condiviso l'esperienza dei tuoi antenati e per aver provato a riproporlo! :)
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It's very wonderful post.people knowing many thing on read this post.thank you for sharing.
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Grazie, forse andrebbe tradotto in inglese
Thanks, maybe it should be translated into English
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yeah.thank you.
it's very excited for me.
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Secondo te come mai non ha avuto successo l'iniziativa più recente?
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Perché ora la gente è diffidente
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