Pubblico domionio Olio su tela al musee d'Orsay a Parigi
I momenti in cui i treni partono hanno sempre suscitato negli uomini vari sentimenti e emozioni anche funeste. Qui infatti i fumi che fuoriescono dai mezzi rendono tutto opaco, non lasciano vedere né ambienti né emozioni sui visi di chi parte e di chi arriva. Tutta questa confusione non permette all'osservatore di scrutare l'ambiente circostante, è tutto confusionario e colori e fumi tendono ad alzarsi verso l'alto; ha la forma di una cattedrale dai tetti in vetro che rispecchiano ciò che al momento il cielo propone, sia come colori che come condizioni meterologiche. Mi interrogo sul gioco di colori perché, secondo me questo è un quadro che non attira, ma l'esecutore artisticamente dovrebbe monopolizzare l'attenzione di chi osserva per fidelizzare alla propria arte tutti coloro che frequentano le sue mostre. Certo lui studia un modo di stendere il colore grossolanamente e usa quelle tonalità che ben si sposano, che non offendono il gusto: le varie sfumature di marrone che si confondono con il giallino e l'azzurro del cielo non molto accennato, ma ben evidente e il colore della ghisa in alto, da cui si percepisce il vasto spazio visibile anche in verticale. A ognuno di noi non può non venire in mente Emil Zola nelle sue ricche descrizioni fatte con dovizia di particolari, che descrive Parigi nelle sue bellezze e nei suoi misteri.