CDNB - Il Reame del Crepuscolo - Cap. 1: Nuovo mondo, Nuova avventura

in ita •  6 years ago  (edited)

Il Nibbio Bianco non era un gruppo che si arrendeva facilmente. La loro forma poteva essere cambiata, ma i loro cuori erano ancora forti e ardimentosi. Così il gruppo di avventurieri, composto da una pantera nera (grande quanto un gatto), un camaleonte, una zanzara ed una statua d'argento fece il punto della situazione.

Primo: si resero conto che riuscivano a parlare tra di loro, e la loro voce non era cambiata. Erano evidentemente sotto un qualche tipo di incantesimo, dato che una zanzara non avrebbe mai potuto parlare, tanto meno una statua d'argento incapace persino di muovere le labbra.

Secondo: evidentemente non erano più nell'arena dove fino a qualche secondo prima stavano combattendo un'orda di scheletri; comparvero nel rudere di una casa in pietra con le travi del tetto marcescenti, pieno di polvere, macerie e frammenti di ciò che una volta poteva essere un letto, una sedia, un tavolo e una scrivania. Intorno a loro si udiva il basso ululato del vento.

Quellolì ronzò intorno a Teclis: l’elfo era immobile e splendente, bloccato in una mossa eroica, puntando la bacchetta verso l'orizzonte.

  • Sai Teclis che stai veramente bene così.

Disse lo gnomo-zanzara posandosi sul suo naso.

  • Ngh... se solo... riuscissi a muovermi... ti spiaccicherei sul muro!

Rispose l'elfo, mentre i suoi immani sforzi non trasparivano dai lineamenti immobili e lucenti del suo volto. Nel mentre, Aurora e Sciacallo si stavano avvicinando al gigantesco coniglio antropomorfo che balzò in un angolo sollevando in una mano la gamba di una sedia.

  • Fermi lì! Non avvicinatevi! Non sembrate pericolosi ma sappiate che mi difenderò se necessario!

In verità non sembrava molto pericoloso: non indossava alcun vestito ma era coperto da una morbida pelliccia bruna. Il suo muso fremeva e le sue orecchie erano piegate all'indietro: sembrava molto impaurito e parlava con una voce stridula e tremolante.

  • Non abbiamo intenzione di farti del male buon uom... ehm, buon coniglio.

Disse Aurora un po' in imbarazzo.

  • Io sono Aurora Blackpanther, cavaliere di Bellator. I miei compagni sono Teclis il mago, Quellolì il musico e Sciacallo di Pietra. O almeno, quello che resta di noi... Siamo conosciuti come il Nibbio Bianco e cerchiamo l'Orco che ha rapito la principessa Elaine.

Il coniglio drizzò le orecchie.

  • ...Bellator... Elaine...? Voi... venite da Miralis?

Aurora annuì, leccandosi involontariamente una zampa e passandosela sul muso.

  • Oh, siano ringraziati gli Dei!

Disse il coniglio abbandonando il bastone improvvisato e gettandosi a terra in ginocchio.

  • Vi prego salvatemi da qui! Sono mesi che vago in questo maledetto deserto cercando un modo per uscirne... forse conosco una via... comunque il mio nome è Maril Nimblefingers, mago dell'accademia in missione. NO non riesco ad usare nessun incantesimo. E Sì, sto chiedendo aiuto a voi, anche se sembrate ancor più spaesati di me!

Un boato sordo rimbombò in lontananza, ma nessuno ci fece troppo caso mentre la voce di Teclis uscì dalla bocca della statua.

  • Un collega! Sono un mago anche io. O meglio, ora non ho ben chiaro cosa sia. Potresti spiegarci un po' meglio la situazione? Siamo entrati in un portale bluastro e...

Il coniglio lo interruppe quando udì un altro sordo tonfo... ed ora, facendoci caso, dietro il sibilo del vento si riusciva anche a percepire il rumore delle onde. Fece cenno al Nibbio di avvicinarsi alla finestra e sbirciarono attraverso la tenda.

La casupola prendeva posto in un villaggio abbandonato e completamente in rovina. Non c'era più traccia di strade, ma tutto il terreno era coperto da uno strato di sabbia bruna che veniva sollevata dal vento... rendendo l'aria quasi irrespirabile e la visibilità ridotta. Nel cielo non sembrava esserci un sole: ma tutta la volta celeste emetteva una luce giallastra, smorta e malsana. Stringendo gli occhi a sinistra si scorgeva qualcosa di simile al mare: un'enorme massa di liquido rosso sangue in piena mareggiata, con onde alte decine di metri che si infrangevano sulle basse costruzioni in pietra, ormai quasi completamente erose.


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Osservando la situazione dall'altro lato, il Nibbio capì da dove proveniva il ritmico boato che aveva interrotto il discorso del mago.

Un essere alto almeno sei metri, dalla forma umanoide e tremendamente muscolosa brandiva un gigantesco randello ricavato probabilmente dal tronco di un albero. La creatura alzava ritmicamente la sua arma e la abbatteva rumorosamente su una delle costruzioni diroccate. Dalla porta della casa ormai distrutta uscì gridando una specie di grande uccello senza ali... che venne catturato dal gigante ed ingoiato in un sol boccone. Nonostante il pasto, la creatura non sembrava sazia e si voltò verso di loro, mostrando un volto deforme composto solo da una grande bocca ed un naso, ed un gigantesco occhio che spuntava dal centro del petto villoso.

Il coniglio chiuse velocemente la tenda con un gridolino terrorizzato.

  • Dobbiamo scappare.

Disse, cominciando a raccogliere alcune borse che aveva lasciato in giro e avviandosi verso la porta divelta. Teclis ebbe delle rimostranze.

  • Ehi, io non riesco a muovermi, non posso fuggire!

Il coniglio fece spallucce.

  • Non ti preoccupare, se anche dovesse mangiarti dubito riuscirebbe a digerirti.

Aurora saltò sulla spalla del coniglio che sobbalzò piegando le orecchie.

  • Maril, non possiamo lasciare qui da solo il nostro compagno! Aiutaci a trasportarlo e noi ti aiuteremo ad uscire fuori da qui!

Il coniglio corrugò il musetto pensieroso, fino a quando un nuovo boato (stavolta molto più vicino rispetto ai precedenti) lo fece tornare in sé. Uscì fuori dalla casupola e tornò indietro con una vecchia carriola; vi spinse Teclis dentro, non senza qualche difficoltà logistica.

Con un balzo felino Aurora si accucciò sopra la testa del mago; Sciacallo si arrampicò sulla sua schiena e Quellolì si posò sulla spalla di Maril, che tirò su i manici e annaspando, aprì la porta con un calcio e cominciò a correre allontanandosi dal mare, dal gigante e da ogni cosa che sembrava minimamente pericolosa.

Aurora pensò che fosse il momento giusto per un discorso motivazionale, ma non trovò niente di meglio da dire se non:

  • Nibbio Bianco... siete pronti a questa nuova avventura?

L'unico a mostrare un po' di entusiasmo fu Quellolì, ma la sua esclamazione di assenso si perse quando una ventata lo scagliò lontano nella tempesta di sabbia.

Non avete idea di chi sia il Nibbio Bianco, cosa sia il Reame del Crepuscolo o del perché lo gnomo del gruppo si chiami "Quellolì"? Troverete (quasi) tutte le risposte nei precedenti capitoli delle Cronache del Nibbio Bianco sul mio blog:


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Oh! Sono forse finiti nella terra di Polifemo?

Povero gnomo-zanzara, spero che sopravviva! Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli, seguo con piacere e interesse questa tua storia avventurosa! E tifo per la panterina, naturalmente ;)

Eh nel prossimo capitolo un po' delle tue domande avranno risposta! Grazie Nawamy quando pubblicherò il libro hai prenotata una copia omaggio :D

Ma che bello caro Gianluccio!
Hai descritto benissimo...mi sembrava di stare dentro un mondo incantato!
Sono curiosa di conoscere il seguito!! Speriamo presto 😘

Grazie grazie, speriamo di trovare più tempo nel futuro ;)