Sulla stampa tedesca fa capolino il tema di tutti i temi: il taciuto, il tabù, il non detto.
Il Capo Economista del FMI Maurice Obstfeld vede nel surplus della bilancia commerciale tedesca una grave fonte di squilibrio internazionale e un rischio per la stabilità finanziaria mondiale. Alla buonora, si sono accorti che una nazione che ha il Pil fondato per il 46% sulle esportazioni sta terremotando tutte le altre. Il Capo Economista centra il suo ragionamento su un punto secondo me marginale, la stabilità finanziaria. Ma meglio di nulla.
Dichiara infatti che alla lunga il credito accumulato dagli esportatori può diventare tossico: per sapere che il tuo debitore se non lavora presto o tardi non ti restituirà il credito bisogna essere Capo Economista dell'FMI. Secondo me lo capisce chiunque (tranne la Merkel).
Il tema principale sarebbe che se una nazione importa troppo dall'Estero comporta che la sua gente o non lavora e dovrà accettare una corsa al ribasso dei salari e dei diritti (che gli economisti furbissimi e intelligentissimi che vanno per la maggiore chiamano questo fenomeno "corsa alla competitività" ). Questo alla lunga deprime la domanda interna per poi spappolare il tessuto produttivo e alla fine si avranno davvero anche conseguenze sociali e politiche enormi: nascita di nazionalismi, sciovinismi e revanscismi di ogni genere e sorta, con conseguente terremoto politico.
Le soluzioni proposte dal Capo Economista FMI? Secondo Maurice Obstfeld la Germania dovrebbe agire dal punto di vista fiscale aumentando investimenti, salari e quant'altro. Troppo poco e troppo tardi: questo andava fatto 10 anni fa, non ora.
Ora le soluzioni sono due:
- La Germania accetta di creare una vera moneta unica (non un sofisticato meccanismo monetario per creare lo spazio vitale" all'interno dell'area monetaria e un mezzo per aggredire con cambio svalutato i mercati mondiali): bilancio unico, condivisione del debito dell'area UE, uniformizzazione del Welfare e del sistema fiscale all'interno dell'Area. Ovviamente non accetteranno mai. Dunque vale la soluzione sub 2:
- Smontare il meccanismo monetario (non è una moneta, è un meccanismo monetario!) chiamato Euro, chiusura delle frontiere e controllo della circolazione dei capitali. E ognuno s'arrangi a casa sua.
La soluzione 2 ovviamente comporta uno strascico di risentimento da entrambe le parti che può portare malauguratamente anche ad una guerra nel cuore dell'Europa. Occorrerebbero grandi politici che salvino il salvabile ma non si vedono all'orizzonte.
Insistere nella situazione attuale che evidentemente i decisori tedeschi considerano ottimale per loro, comporterebbe comunque o l'arrivo - presto o tardi - di una nuova crisi finanziaria, segnatamente quando gli USA non saranno più in grado di far fronte al pagamento dei propri debiti esteri. Oppure quando gli USA stessi metteranno veramente i dazi per evitare proprio la situazione di sopra. E del resto nessuno gli può dire nulla perché è dal 1971 che hanno un passivo di bilancia commerciale sempre più consistente: sono 50 anni che pagano la festa per tutti e arriverà il momento in cui diranno basta.
Chi difende questo sistema dal punto di vista economico (leggi gli economisti liberoscambisti) hanno una visione di prospettiva degna di una talpa. Chi invece lo difende politicamente ha le idee confuse: perché mischia elementi culturali con elementi economici che non c'entrano un baffo: "Gne gne, Trump cattivo vuole chiudere la frontiere, odia la fratellanza tra i popoli, vuole chiudere l'Erasmus e giochi senza frontiere e pure l'Eurofestival". Stupidaggini ridicole, è proprio lo squilibrio nel commercio internazionale che crea le divisioni tra i popoli perché nessuno al mondo alla lunga può accettare di vedersi colonizzato economicamente prima a causa dell'invasione di merci estere, e poi finanziariamente a causa dell'accumulo del debito estero. Chiunque alla fine dice basta.
Comunque in Germania un tabù nel dibattito pubblico si è rotto. Era ora. (Anche se sarà del tutto inutile, perché un popolo di bottegai tale rimane).
Fonte
Welt, Von Olaf Gersemann, IWF macht Deutschland für Crash-Risiko verantwortlich
Bel post, una analisi economica che fa riflettere. Vediamo che strategie ne escono fuori da questa situazione che non piace neanche a me.
... ricorda qualcuno di un secolo fa circa, i tempi sono maturi per sostenere nuove dittature? Se la storia è un continuo loop...
un saluto, nicola
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Grazie Nicola! Staremo a vedere....
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E' proprio ciò che temo anche io... e come l'altra volta, potrebbe partire dalla mittle Europa (Austria, Ungheria, Polonia, ecc hanno tutti l'estrema destra al potere al momento:::)
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