Probabilmente per tutti arriva un momento in cui ti fermi un attimo e ti guardi indietro...c'è chi lo fa giornalmente, e chi invece, come me, va' avanti come un treno, noncurante delle difficoltà e di quanto la vita ti ponga davanti quotidianamente.
E ce ne sarebbe su cui riflettere, a voler essere introspettivi.
Non mi fraintendete, non sono proprio un menefreghista, più che altro un fatalista, uno di quelli che se è andata così, probabilmente così doveva andare, o di quelli che "non fasciamoci la testa prima di essercela rotta". Un ragionamento di comodo? Forse, ma è maturato negli anni e mi fa decisamente vivere meglio, e mi accorgo che a volte ha pure un effetto positivo su chi mi sta attorno, spesso perché erroneamente captato come indice di sicurezza, di avere la situazione in mano.
Beh , perché tutte queste chiacchiere, che nulla hanno a che fare con il titolo?
Perché il voltarmi indietro è una pratica più comune dall'avvento del mio primo bimbo. E unico, fino ad ora, il secondo arriverà questo Aprile!
Diventare genitore per me, è stato un cammino, un passo dopo l'altro su di una sottile striscia che delimita la consapevolezza dall'inconsapevolezza. Ok, più dell'inconsapevolezza. Nessuno di noi sa a che cosa porterà questo cammino, nessuno sa come percorrerlo e non molti abbastanza si impegnano a fondo nell'intraprenderlo. Molto spesso mi pare di pensare: eh, ma come facevamo prima? Cosa facevamo prima? Com'era il prima?
E altrettanto spesso mi pare quasi di non poter dare una risposta, mi pare di intravederne la sagoma ma di non riuscire ad esplicitarla concretamente.
E forse è giusto così. Non ancora negli anta, ma nemmeno troppo negli enta, ora capisco davvero tutto l'impegno profuso dai miei genitori, tutto l'Amore senza fine che mi è stato concesso, tutte quelle cose che sempre diamo fottutamente per scontate, ma che scontate non lo dovrebbero essere affatto.
Perché avere un bambino ti apre la mente, ti apre un mondo, più di uno, fatto di sogni ed aspettative, di pianti e pannolini, di strilli e di sentimenti, di sorrisi e notti insonni, di Amore e di quel filo argenteo sottile, quasi invisibile. Quello che, se lo segui, ti conduce al senso della Vita.
Ora, a distanza di quattro anni buoni, sono, siamo pronti a rivivere quel momento magico, quello di cui ricordi poco, ma che così fortemente ha segnato la tua vita. Da parte mia, mi par d'essere ancora in una sorta di limbo, con buona pace dei miei amici (non molti) che mi spronano a trovare del tempo per me, a cimentarmi in un hobby, a ritagliarmi del tempo solo per me. Avverrà, non sono così stupido da pensare che questo idillio papesco sia destinato a durare per sempre, ma ora, complice anche il mio lavoro part time, mi voglio godere ogni stilla di tempo che con il mio (nostri) bambino (bambini).
Perché quattro anni si hanno una volta sola. Perché arriverà un giorno in cui non avrà più bisogno della mia mano per addormentarsi. Perché gli dovrò stare sempre vicino, ma in un altro modo. Perché il tempo passa e tutto cambia. Perché ogni volta che sono senza di lui, mi manca come se mi mancasse il respiro.
Vi Amo, G.G.&G.
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