Trama generale:
1885, Giunge a Rennes Le Château, piccolo comune che allora contava circa duecento anime, il nuovo umile, squattrinato ma colto e intelligente parroco, Monsieur Bérenger Saunière, nativo della vicina Montazels. Resosi conto immediatamente dell'urgenza di ristrutturare la vecchia chiesa cadente intitolata a Santa Maria Maddalena, cerca appoggio economico qui e là per cominciare i lavori. Dopo varie vicissitudini poco fortunate, riuscirà a procurarsi più di un anno dopo i soldi necessari quantomeno all'avvio delle prime opere di restauro. In seguito allo smantellamento di alcuni arredi della vetusta chiesa, avverranno strani ritrovamenti che cambieranno repentinamente e per sempre le sorti del prete stesso e di Rennes Le Château...
Pubblicazioni e numeri precedenti sull'argomento:
Rennes le Château: un paesino così piccolo, un segreto così grande
Rennes Le Château nei dettagli: #2 Pilastri, altari, pergamene e Parigi
Rennes Le Château nei dettagli: #3 Fra storia, dubbi, verità e menzogne
#4 ET IN ARCADIA EGO
BERGERE PAS DE TENTATION QUE POUSSIN TENIERS GARDENT LA CLEF PAX DCLXXXI PAR LA CROIX ET CE CHEVAL DE DIEU J'ACHEVE CE DAEMON DE GARDIEN A MIDI POMMES BLEUES.
Ve lo ricordate ancora l'enigmatico testo che saltò fuori da una delle pergamene ritrovate a Rennes Le Château e decifrate a Parigi con l'aiuto di Emile Hoffet??
Sappiamo con certezza che prima di far rientro a casa, al termine delle tre settimane trascorse nella capitale durante il suo primo viaggio, Saunière acquistò presso il museo del Louvre le copie di tre quadri, due delle quali sono le riproduzioni di opere proprio dei pittori Nicolas Poussin e David Teniers, artisti del Seicento francese.
La terza riproduzione, invece, si trattava del ritratto di Papa Celestino V (1209 - 1296), un pontefice del tredicesimo secolo passato alla storia per aver rinunciato al soglio pontificio dopo soli cinque mesi dalla sua elezione e per essere finito, proprio per il suddetto motivo, nel mirino intransigente del sommo poeta, il nostro simpatico Dante Alighieri, che impietosamente gli appiccicò l'etichetta di ignavo e lo ficcò dritto nell'anti-inferno della Divina Commedia, affidandolo alle malevole cure delle sue vespe incacchiate e le loro terribili ed incessanti punture.
Se però l'acquisto dei quadri di Poussin e Teniers aveva chiaramente il suo perché, vista la frase celata nelle criptiche pergamene ritrovate, i motivi che spinsero Saunière ad acquistare questo ritratto rimangono ancora oggi un altro dei tanti misteri irrisolti intorno all'intera faccenda.
Anche per quanto riguarda una delle altre due pitture in realtà permane qualche ombra di dubbio, perché non sappiamo con certezza quale sia esattamente il quadro di Teniers che il curato di Rennes Le Château acquistò a Parigi; sappiamo solo che l'unico punto fermo in questione è Sant'Antonio l'eremita (una delle statue dei santi presenti all'interno della chiesa di Saunière), infatti non è molto chiaro se la tela fosse quella intitolata La tentazione di Sant'Antonio (di cui esistono due versioni differenti, una che ha per scenario di sfondo una costruzione diroccata e l'altra quello di una grotta), nella quale il santo è raffigurato circondato da figure femminili tentatrici (BERGERE PAS DE TENTATION/PASTORA NESSUNA TENTAZIONE...), oppure un'altra intitolata Sant'Antonio e San Paolo in cui si notano in particolare quello che sembra essere un paesino arroccato su una collina ed un teschio appoggiato su una roccia, che ritroveremo più avanti e che, se ricordate bene, abbiamo già trovato anche vicino alla Maddalena nel basso rilievo infisso sul fronte dell'altare della chiesa di Rennes Le Château, nel quale ella viene raffigurata intenta a pregare inginocchiata dentro ad una grotta. Ne troviamo anche un altro sopra ad un libro aperto ai piedi della statua policroma sempre di Maria Maddalena, situata lungo il muro perimetrale dell'ingresso al centro della navata.
Ecco qui Sant'Antonio e San Paolo :
Per quanto riguarda invece l'ultimo e più importante quadro, quello di Nicolas Poussin, non abbiamo nessun dubbio! Si tratta de I pastori d'Arcadia, un'opera che viene datata intorno al 1640 e che si tratta del "remake" della prima versione messa su tela dallo stesso Poussin qualche anno prima, nel 1627. La domanda che nasce spontanea, ovviamente è: perché?
Perché Poussin ha deciso di rielaborare il primo quadro? La seconda e più celebre versione gli è stata commissionata da qualcuno? Vediamo di capirci qualcosa in più, intanto qui a sinistra potete ammirare la prima versione.
Immagine CC0 Fonte Wikimedia
Sebbene esistano addirittura tre versioni di questo quadro (Nel 1622 il Guercino terminò per primo la sua versione della "serie et in arcadia ego" nella quale compare un altro teschio con un foro sulla fronte), quella che Saunière prese in considerazione senza batter ciglio fu la seconda di Poussin; un quadro questo che nel corso dei secoli ha saputo attirare l'attenzione di personaggi illustri, fra i quali il Re Sole Luigi XIV (egli lo custodì gelosamente nella sua stanza da letto proibendone di fatto la vista a terzi) e che non lascia scampo ad equivoci, tanto che se fosse un uomo si direbbe essere palesemente coinvolto in questa storia dai capelli fino alle scarpe!
Quattro figure umane, pastori, tre uomini e una donna, sono intenti ad osservare stupiti quella che sembra una tomba in pietra sulla quale è incisa la scritta ET IN ARCADIA EGO, la quale compare in tutte e tre le versioni. Sullo sfondo, si intravedono le vette di alcune montagne e l'ennesimo paesino arroccato su una di esse.
Moltissimi sostengono di riconoscere alcune celebri formazioni rocciose pre pirenaiche che si possono osservare dalla collina di Rennes Le Château, ma ciò non è assolutamente l'aspetto più eclatante che contraddistingue il quadro ed il suo ruolo all'interno della vicenda!
Bene, gli aspetti interessanti e lampanti di questo quadro, sono essenzialmente due:
In primis ovviamente la celebre incisione ET IN ARCADIA EGO incisa sulla tomba che ritorna come un mantra in tutti e tre i dipinti menzionati, i due di Poussin ed il "capostipite" del Guercino.
La frase in latino in sé, sembra essere incompleta o non perfettamente compiuta in quanto si potrebbe tradurre letteralmente in un "E IN ARCADIA IO" che però a sua volta si potrebbe facilmente interpretare con qualcosa del tipo Io sono in Arcadia o Sono ANCHE in Arcadia.
Per inciso, l'arcadia è una provincia greca spesso mitizzata in passato per mezzo dell'arte figurativa, del teatro e della letteratura, ove pastori e pastorelle se la spassavano conducendo una vita idilliaca fatta perlopiù di gioia, feste, festini e pochissimo lavoro nemmeno troppo faticoso... Mica male!
C'è chi sostiene dunque che per completare l'epica frase bisognerebbe aggiungere una parolina, forse il verbo SUM (sono) o, in alternativa, anagrammarla. In tutti i modi, si otterrebbero risultati molto attinenti con il contesto. Vediamone qualcuno. Uno è senz'altro di vostra conoscenza, poiché sono io, non nell'Arcadia ma qui sulla piattaforma di steem:
I TEGO ARCANA DEI, che starebbe a significare VATTENE! CUSTODISCO I SEGRETI DI DIO oppure, inglesizzandolo, IO CUSTODISCO I SEGRETI DI DIO.
Altra ipotesi, aggiungendo il verbo SUM a formare quindi ET IN ARCADIA EGO SUM, anagrammando si potrebbe ottenere anche ARCAM DEI TANGO IESU, ovvero IO TOCCO LA TOMBA DI DIO (Gesù).
"Eh, tutto molto bello!", per dirla alla Bruno Pizzul, ma ciò che colpisce di più è che una tomba pressoché identica a quella dipinta da Poussin, è stata realmente trovata ad Arques, località nei pressi di Rennes Le Château!!
Ce lo racconta in uno dei suoi libri Henry Lincoln, scrittore e ricercatore inglese già menzionato nella pubblicazione numero 4!
Egli, orientandosi con la raffigurazione del territorio eseguita da Poussin, ritrovò la tomba dipinta dall'artista francese all'interno della proprietà privata di un americano. Gli venne detto da alcuni paesani che sembravano seguire attentamente i suoi spostamenti nella zona, che quella specie di sarcofago altro non conteneva se non le bare con i resti mortali della moglie e della suocera dello scellerato proprietario statunitense, il quale, stanco dei visitatori che negli anni seguenti alla "riscoperta" si recavano a visitare la misteriosa tomba, la fece letteralmente saltare per aria con robuste cariche d'esplosivo nel 1988!
Poveri, poveri noi, questi americani che birichini... Fra l'altro non esiste in rete nemmeno una foto riutilizzabile, perciò mi vedo costretto a linkarne una in esterna qui.
Per finire, una succulenta curiosità: Nel 1988 la salma di Celestino V, il papa ritratto nella copia del dipinto che Saunière si procurò, venne riesumata dalla Basilica di Collemaggio a L'Aquila dove conservata, per essere riesaminata.
Il risultato più eclatante dell'ispezione fu il cranio forato sulla parte frontale sinistra, forse da un chiodo, proprio come quello del quadro del Guercino!
Il mistero continua...
Strane coincidenze, soprattutto l'ultima...
Io protendo per I TEGO ARCANA DEI.
Il mistero continua..
Posted using Partiko Android
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Io anche, non potrei fare altrimenti! 😂😉
Posted using Partiko Android
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Congratulations @itegoarcanadei! You have completed the following achievement on the Steem blockchain and have been rewarded with new badge(s) :
Click here to view your Board
If you no longer want to receive notifications, reply to this comment with the word
STOP
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit