Il Regno di Kasiha - Parte Seconda (by @kork75)

in ita •  5 years ago  (edited)

Quando al nord di Kasiha, nelle colline interne alle appendici dei Monti Kurska durante la Luna Arancio, si alternano giornate di pallido sole a lunghi periodi di pioggia, a sud sulle spiagge del Grande Oceano: la stagione calda è già alle porte. La temperatura media in periodo di Luna Arancio è intorno ai venticinque gradi e anche se il mare consente i bagni soltanto ai meno freddolosi, a Sisi respira già un clima balneare, preludio di quel che sarà l'affollamento delle sue spiagge nel periodo di Luna Grigia. Kasiha è il regno più alla moda di Selenya è invitante per i visitatori stranieri in tutte le sue stagioni di luna: il clima è mite, e le tre grandi città (Ka, Si e Ha) possono essere visitate e frequentate con tranquillità, non occorrono prenotazioni nelle locande una volta passati i controlli alle frontiere. Kasiha è raggiungibile da ogni parte dell’Impero con facilità sia via terra che per mare, ma il mezzo di trasporto più usato è indubbiamente la nave. Chi dispone di più tempo, il periodo migliore per vistare il regno è La Luna Arancio (evitando d’incappare così nei pienoni della bella e calda fase della Luna Grigia o in quelli della celeberrima Festa della Luna Blu), si può arrivare a cavallo o in carrozza, le strade non sono magnifiche (tutt’altro), ma i paesaggi valgono la pena del faticoso viaggio. Come pura indicazione (ed è una meta specialmente consigliabile in Luna Arancio, perché in Luna Grigia il clima dell'interno è molto caldo) si consigliano le terme solfuree di Ka. A chi è abituato a pensare a Kasika come il “paese del mare”, la regione di Ka farà un certo effetto: nella zona più “verde” del regno, circondata dai massicci Monti Kurska, si trova una parete a strapiombo dove si ritirarono, nell’antichità, alcuni sacerdoti Zunikacostruendovi il suggestivo Tempio del Profondo Blu, meta di numerosi pellegrini devoti al dio Kas. Il Passo dell’Uva, nella Valle dei Monti Kurska è il valico di frontiera più pericoloso di Kasiha, in quanto confinante con il regno di Rak-Thul e soggetto alle continue incursioni predatorie da parte dei Clan di Tlicalhua, ma è anche il più incantevole varco, per via dei suoi meravigliosi tramonti.


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Immagine CC0 creative commons

Le caratteristiche fisiche che accomunano i Kasihani sono: pelle olivastra o bianco scuro, capelli generalmente scuri o neri, occhi prevalentemente celesti, alcuni azzurri o blu. Cranio di forma moderata, viso stretto e allungato, corporatura snella, ma muscolosa. I kasihani sono di statura generalmente medio-bassa e naso sottile. La donna Kasihana ha generalmente curve sinuose e lo sguardo della tonalità del ghiaccio (la maggior parte di loro ha gli occhi azzurri) con un sorriso incantevole e straordinariamente dolce. La lingua ufficiale del regno della Luna Blu è Il Kasiha, ma sin dalle scuole primarie gli abitanti del regno studiano anche le altre lingue dell’impero. Le città del regno sono tre, Ka, Si e Ha. Per le vie delle città del regno si percepisce da sempre un grande fermento, grazie alle buone condizioni economiche. Circo e spettacoli teatrali in quantità: a Ka c’è un passatempo per tutti i gusti, ma non per tutte le tasche. Chi è piuttosto danaroso e ama divertirsi il regno ha molto da offrire: le terme solfuree di Ka, sono luogo dove è consentita la prostituzione (legalizzata in case d’appuntamento) e il gioco d’azzardo. Eleganza, raffinatezza e originalità sono i tratti distintivi del Kasihiano medio di città, in contrapposizione alla rudezza dei pescatori e dei marinai che ostentano il loro “virilismo” con corpi tatuati che raccontano le gesta dell’antico dio Kas. La città di Si invece è un terreno di libera sperimentazione per filosofi, scienziati e artisti. Gli artisti considerano Si la loro seconda casa e i “circoli della cultura” a cui chiunque pseudo artista può accedere sono ovunque, lì si può restare seduti per ore, discutendo, scrivendo e parlando d’arte. Nel regno, per lavorare, gli artigiani e gli artisti sono costretti a iscriversi a “corporazioni”. I pittori sono iscritti nella corporazione degli “Speziali”, dato che i secondi vendono a loro i pigmenti necessari a impastare i colori; gli orafi, gli stilisti e i pellicciai, fanno parte dell’”Arte della Seta”, insieme ai filatori d’oro, perché considerati l’anello di congiunzione tra l’arte dell’oreficeria e quella della seta. I numerosi maestri e le botteghe dove si lavora il legno, la pietra e il marmo formano la corporazione “Maestri di pietra e legname”, che rappresenta gli scultori figurativi e i carpentieri. Liberi artisti sono invece insegnanti, maestri scrittori, poeti, musicisti e attori. Macellai, sarti, fabbri, armaioli, rivenditori di vesti, calzature e cappelli: sono solo alcuni dei mestieri praticati in città e fanno parte tutti della corporazione dei “liberi lavoratori”, la più numerosa. Molti a Kasiha sono: pescatori (la pesca è la principale attività del regno), marinai e viticoltori. La corporazione della “vigna blu” legata alla viticultura (agricoltura, allevamento e taglia boschi) è una delle più influenti, mente quella del “mare” che include i pescatori, marinai, portuali e operai dei cantieri navali è la più attiva nella vita sociale e politica del regno. Da queste corporazioni viene scelto il “Plebeo” che farà parte del “Gran consiglio delle Casate”. I rapporti con i forestieri sono da sempre ottimi, il regno di Kasiha è tollerante verso tutte le popolazioni dell’Impero. Non esistendo la schiavitù, l’immigrazione clandestina da parte di schiavi fuggiaschi o di delinquenti da ogni parte di Selenya è un problema che affligge i bargelli delle tre città.


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Economia
Importazioni:
Oro, argento, armi, pietra grezza e lavorata, giare da vino e olio, medicinali, reti da pesca e per le olive, pasta (spaghetti soprattutto), sapone, tela, ferro, ferro lavorato, rame, rame lavorato, piombo, lana, lino, stoffe, corde, cuoio, carta e riso (In pratica tutto ciò che non è producibile all’interno dei confini del Regno).

Esportazioni:
Il regno esporta da sempre: legname, vino (pregiato e ricercato è il famoso vino blu), olio, aceto balsamico, liquori (il mirto) capperi, agrumi e la seta. La cantieristica e l’industria manifatturiera (la pregiata seta di Si) sono una fonte di guadagno rilevante per il regno. I prodotti legati alla pesca (acciughe salate, tonno sott’olio e pesce fritto sotto aceto) rappresentano un terzo del fabbisogno alimentare di Kasiha. La pietra color blu cobalto, che caratterizza l’azzurro delle tipiche abitazioni delle città e dei borghi di Kasiha, si estrae in natura dalla smaltite (un composto di cobalto nichel). Gli abitanti del popolo di Kasiha sono lavoratori di vigne, marinai e pescatori. Nell’entroterra esistono pochi allevamenti di bestiame (bovini, ovini, caprini, cavalli e bestie da soma) e campi coltivati a grano e mais, nonché boschi di castagno che insieme alla cultura di ortaggi (la patata è la cultura principale insieme ai legumi) rappresentano l’unica fonte di sostentamento della popolazione in alternativa alla pesca. Sulla costa dell’area di Ka si produce e si esporta vino pregiato, olio e capperi, oltre alle rigogliose piantagioni di alberi da frutto (limoni e arance) e la produzione di miele con il relativo allevamento di alveari. Inoltre, le famose terme solfuree di Ka attraggono visitatori da tutto l’impero. I pescatori di coralli e di perle di Ka sono famosi in tutta Selenya e l’artigianato locale legato alla produzione di manufatti e preziosi gioielli, ha reso nel corso dei millenni gli orefici della città ricchi e influenti. La città di Si è celebre per la produzione della seta e per la tessitura di capi d’abbigliamento, oltre che per le miniere di cobalto e nichel, dalle quali si produce il pigmento blu che colora le case i templi e i palazzi di Kasiha. Nella città di Ha esistono diversi cantieri navali. La cantieristica, la produzione e l’esportazione di ottimo legname è la principale attività lavorativa di quest’area del Paese. La città di Ha è l’unica nella regno ad avere un porto mercantile e un arsenale militare marittimo.


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Selenya: Le sei Ombre della Luna


Le Sei ombre della Luna - immagine di @armandosodano

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