> Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo .< Martin Heiddegger , L’abbandono (1959)
Questa citazione di Martin Heiddegger, uno dei massimi esponenti filosofici del 900’, fa riferimento ad un argomento che potremmo definire come la chiave della nostra epoca, del nostro futuro, potrebbe essere determinante anche per l’esistenza della vita umana e di ciò che la circonda.
È un tema che richiede molto tempo per essere sviscerato a dovere, ma cercherò di essere molto sintetico nell’introduzione, per arrivare poi a sviluppare meglio i concetti più caldi e attuali.Cos’è dunque la tecnica? Che vantaggi/svantaggi può portare nel rapporto uomo – ambiente? In che periodo nasce?
> La tecnica , dal greco “τέχνη” téchne , è l'insieme delle norme applicate e seguite in una attività, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale. < Wikipedia
Per semplificare, potremmo dire che la tecnica è la forma più razionale che l’essere umano abbia mai raggiunto, per la quale si riesce ad ottenere il massimo dei risultati con l’impiego minimo dei mezzi .
Non dobbiamo immaginarla come un’entità astratta, ma come l’essenza stessa dell’essere umano .Le sue radici risalgono alla nascita di quest’ultimo che, fin dall’aggregazione dei primi ominidi, sopperisce alla mancanza degli istinti con abilità e strumenti tecnici. Alla giraffa, per esempio, serve il minimo sforzo per procurarsi del cibo, grazie alla sua predisposizione e al suo adattamento naturale, all’uomo invece, servirà utilizzare un bastone per prendere il frutto da un albero e cibarsene .
Non dobbiamo immaginarla come un’entità astratta, ma come l’essenza stessa dell’essere umano .Le sue radici risalgono alla nascita di quest’ultimo che, fin dall’aggregazione dei primi ominidi, sopperisce alla mancanza degli istinti con abilità e strumenti tecnici. Alla giraffa, per esempio, serve il minimo sforzo per procurarsi del cibo, grazie alla sua predisposizione e al suo adattamento naturale, all’uomo invece, servirà utilizzare un bastone per prendere il frutto da un albero e cibarsene .
Anche altri animali però utilizzano questi sistemi per procurarsi da mangiare, come ad esempio la scimmia, che come tutti sanno, utilizza spesso bastoni più o meno grandi per mangiare piccoli insetti e formiche . Ma qual è quindi la differenza tra l’uomo e la scimmia in questo caso? Perché non viene riconosciuto alla scimmia un valore tecnico nella sua azione ? Semplice, perché l’uomo a differenza della scimmia raccoglie il bastone e lo mette in tasca , la scimmia invece disinteressandosene lo lascia cadere a terra. Ecco che allora la tecnica viene inscritta nell’essere umano e diventa la condizione imprescindibile per la sua sopravvivenza .
Ma la tecnica, migliaia di anni fa, non era sviluppata come oggi e non aveva grandi capacità di modificare l’ambiente circostante. Come possiamo apprendere dai greci, infatti , quando il coro chiese a Prometeo se fosse più forte la tecnica o la necessità che vincola le leggi di natura, Prometeo senza esitare dichiara vincitrice la natura. Anche Sofocle nell'Antigone dice che la terra fende il terreno, ma quest’ultimo presto si ricompone dopo il suo passaggio . Per trovare le nostre risposte e capire come la tecnica sia riuscita a modificare in bene e in male i paesaggi naturali, dobbiamo andare un po più in la nel tempo fino ad arrivare intorno al 1800 con il sorgere delle rivoluzioni industriali. In quel momento storico vennero alla luce macchinari di grande portata, che aiutarono notevolmente l’uomo ad abbattere parte delle fatiche del lavoro, ma la borghesia durante il suo dominio, riuscì a creare forze produttive di massa.
Le macchine, l’applicazione della chimica all’industria e all’agricoltura, la navigazione a vapore , le ferrovie e il soggiogamento delle forze naturali, introdussero l’uomo nell’era della tecnica . Ecco che però accadde qualcosa di inevitabile,i lavoratori non si sentirono più parte integrante della società, ma come disse Marx nel manifesto del partito comunista : > Con l’estendersi dell’uso delle macchine l’uomo diviene un semplice accessorio di essa, al quale si richiede soltanto un’operazione manuale semplicissima, estremamente monotona e facilissima ad imparare <.In seguito arrivò un altro grande Filosofo del 800 di nome Hegel, che ribaltando le carte in tavola disse che il fondamento della ricchezza non è costituito dai beni che uno possiede ma dai mezzi di produzione e che quando un fenomeno aumenta quantitativamente, non si avrà un cambiamento solo quantitativo, ma anche qualitativo.
Queste due affermazioni nell’epoca della tecnica cambiano tutta la visione del fenomeno perché come disse Marx > il denaro viene considerato un mezzo per i bisogni. Ma se il denaro aumenta quantitativamente diventa la sola condizione per realizzare i fini e soddisfare i beni , allora anch’esso diventa un fine < . Ecco quindi che questa formula può essere applicata al tema della tecnica considerandola, non più come un mezzo in vista di fini ma come la sola condizione per realizzare i fini stessi( durante l'800 la classe dominatrice era quella borghese che aveva il monopolio sui mezzi di produzione ). E oggi invece? Anche nella nostra epoca il discorso poc’anzi fatto vale più che mai, e ne siamo tutti consapevoli. Ad esempio, è più potente una persona che possiede una bella villa con piscina, una macchina sportiva di lusso e un telefono di ultima generazione o chi ha i mezzi per produrre tutto ciò?
Ma lo sviluppo di una tecnica così avanzata come ai giorni nostri può salvare o distruggere il nostro pianeta?
Ma lo sviluppo di una tecnica così avanzata come ai giorni nostri può salvare o distruggere il nostro pianeta?
Come nell’articolo precedente abbiamo citato, le società occidentali sembrano essere in fase di sviluppo di un etica di comportamento rivolta verso il rispetto della natura . Ne è un caso la Francia la cui Costituzione contiene una sezione dedicata interamente al rispetto dell’ambiente, ovvero la Carta dell’ambiente del 2004. Questa potrebbe essere la strada giusta per dare spazio a temi ecologici ed ambientali, mettendo così in un forziere un bene intoccabile. Di fatti inserire in Costituzione la salvaguardia dell’ambiente potrebbe rassicurare molti cittadini, ma davvero si potrebbe pensare che sia intoccabile dato il suo inserimento in Costituzione? Purtroppo oggi non è così, perché la politica prima di agire, spesso volta la faccia all’interesse dei cittadini dando più importanza all’economia, e quest’ultima, prima di operare, guarda i mezzi a disposizione che possiede per far fruttare i suoi interessi, cioè volge lo sguardo alla tecnica .
Per comprendere meglio potremmo fare un parallelo con la Costituzione italiana, che all’articolo primo cita : > L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul LAVORO , la sovranità appartiene al popolo che la esercita nella forma e nei limiti della Costituzione < . L’articolo 1 evidenzia con chiarezza che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro , ma la tecnica associata con la tecnologia ci sta portando evidentemente nella direzione opposta e cioè nella Repubblica del non – lavoro o del lavoro automatizzato . Certo nasceranno dei nuovi lavori, ma è impossibile negare che il lavoro, come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, diminuirà drasticamente o sparirà del tutto a causa di questo processo .
Quindi il processo e lo sviluppo tecno–scientifico sono certamente in grado di stravolgere i nostri pilastri fondamentali, e di influenzare la classe politica verso una direzione piuttosto che un’altra.
La politica, come diceva Platone, è il luogo della decisione ma oggi più che mai queste decisioni sembrano inquinate da una visione tecnica del mondo dove a prendere il sopravvento sembra essere l’utilità delle cose piuttosto che la solidarietà , l’interesse comunitario e l’empatia umana.
La politica, come diceva Platone, è il luogo della decisione ma oggi più che mai queste decisioni sembrano inquinate da una visione tecnica del mondo dove a prendere il sopravvento sembra essere l’utilità delle cose piuttosto che la solidarietà , l’interesse comunitario e l’empatia umana.
Quindi la tecnica è buona o è cattiva?
La tecnica non è ne buona ne cattiva, ha provocato grossi danni ambientali come la perdita delle terre coltivabili, utilizzo di sostanze tossiche nell’agricoltura, disastri energetici, bombe atomiche ecc; ma è anche la sola capacità che abbiamo per ricostruire tutto ciò che abbiamo distrutto. Non bisogna vederla come il male assoluto, ma neanche possiamo lasciarci soggiogare entro una prospettiva meccanicista e tecnologica disumanizzante con i suoi vincoli di competizione e negazione . Non penso che la soluzione al problema sia ritornare ai tempi del neolitico con una tecnica arcaica, ma neanche affidare la speranza di un miglioramento ambientale completamente alla tecno-scienza, che come suo scopo principale non ha certo il miglioramento della vita umana e ambientale, ma solo il suo auto-potenziamento.
Devo questo mio lavoro al professor. Umberto Galimberti e Carlo Sini, che mi hanno ispirato ed illuminato riguardo al concetto della tecnica. Questo scritto è uno stimolo a pensare , non un articolo passivo inquadrato e preimpostato sul lettore.
> Padrone assoluto dei sottili segreti della tecnica, può fare il male quanto il bene. Se rispetta le leggi del suo paese e la giustizia degli dèi, come ha giurato, nella città sarà considerato grande; ma ne sarà cacciato se per arroganza lascerà che il male lo contamini. Spero che un simile individuo non si accosti al mio focolare, non condivida i miei pensieri > . Sofocle – Antigone
Ci tengo a concludere inserendo una foto che mi ha colpito particolarmente. Lo scatto è di un tramonto immortalato qualche anno fa.
ottimo!
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Appena letto, molto interessante grazie :)
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Ottima analisi tecnica.. :)
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