E' da sempre un rapporto difficile...

in ita •  6 years ago 


Immagine CC0 creative commons

Non ci sono mezzi termini, quando sento parlare di medicina, in particolar modo di ospedali, si accende automatica la spia di allarme.

Me lo sono chiesto, diverse volte, da cosa deriva questa avversione e diffidenza, le risposte possono essere plurime, ma l'origine non può che essere ricondotta alla mia infanzia, quando venni ricoverato per la prima volta nella mia vita in un ospedale, in seguito alle complicazioni di una malattia infettiva.

Ricordo perfettamente, nonostante una febbre che sfiorava i 41° gradi, tutto il tragitto in ambulanza, compreso il primo accesso in ospedale, indimenticabile...

Venni in contatto con una dottoressa, che definire della Gestapo era farle un complimento, dettava ordini che tagliavano l'aria, mi introdusse in questa stanza, vietando l'accesso ai miei genitori, per sottopormi ad una dolorosissima puntura, una cosa allucinante che per tanti anni rimase nella mia memoria indelebile, la sensazione di lancinante dolore localizzato era molto più di una semplice suggestione, nella zona sacrale, soprattutto quando ero sotto sforzo.

Giurai che se avessi rivisto dopo qualche anno quella autentica arpia le avrei messo pesantemente le mani addosso, ma l'unica cosa che mi rimase in testa era la sua voce metallica, senza anima, mentre la visione del viso era molto sfuocata, a 10 anni non si possono fare miracoli di nessun genere.

Il rapporto astioso continuò soprattutto con un'infermiera, che aveva la grazia di un elefante sulle uova, quando era di turno e mi faceva la puntura di penicillina, una bestia senza verso, a differenza delle sue colleghe che al suo confronto erano degli angeli, fin da questa prima esperienza si delineava nella mia testa il fatto che quando ci si ritrova in questi luoghi conta tantissimo l'effetto fortuna, perché mentre si può scegliere di essere seguiti da un medico, lo stesso non può dirsi per le altre figure mediche e per il personale infermieristico, a volte importanti quasi quanto i medici, sia in positivo sia in negativo.

Chiariamo subito un concetto, non sto facendo di tutte le erbe un fascio, ci sono tantissimi professionisti, medici e personale infermieristico, che fanno egregiamente il loro dovere, svolgendo la propria mansione con dedizione, impegno e serietà assoluti, ma è sufficiente una mela marcia, e ce ne sono davvero parecchie, tra le loro fila, per rovinare irrimediabilmente una inevitabile esperienza ospedaliera, in qualità di paziente o accompagnatore che dir si voglia.

Il dolore più grande me lo porterò sempre dentro, è riferito ad un altro fatto, che ha dei risolti incredibili, se mi fermo a pensarci a distanza di anni, ma che, per tutta una serie di circostanze, era assurdo pensare che potesse andare a finire in quella maledetta maniera, il mio immenso rammarico è stato quello che, essendo molto più giovane e leggero di quanto non sia ora, di essermi accontentato della giustizia ordinaria, citando in giudizio la classe medica, senza togliermi almeno la soddisfazione di un confronto visivo con questi dottori, ma l'offesa ricevuta, come persona coinvolta indirettamente ma molto strettamente, era quasi paralizzante, avevo il disgusto assoluto di tutto quello che riguardava quell'ambiente, non vedevo l'ora di andarmene in compagnia della diretta interessata.

Da allora, una buona serie di contatti, a volte in prima persona, molto più spesso come accompagnatore, ma vedo situazioni che sarebbero da correggere, a mio modestissimo avviso, secondo criteri di logica, ma sovente si sbatte contro muri talmente difficili da abbattere, e contro protocolli, regolamenti e norme così assurde, che danno l'impressione (ma non solo..) di essere create a sorta di protezione dell'operato della classe ospedaliera, in quanto diversamente avrebbero davvero poca razio per esistere...

Sto cercando di avere un atteggiamento più costruttivo e meno oppositivo, mi rendo conto che a volte esagero, certo rimane il fatto che alcuni di questi operatori fa veramente poco per incontrare la mia già scarsa empatia nei loro confronti: in alcuni frangenti, con il senno del poi, avrei dovuto ascoltare maggiormente la voce di quell'uccellino che mi parlava, mentre a volte avrei fatto meglio a fare zitto, in questo devo nettamente migliorare, a riconoscere le situazioni positive da quelle negative, evitando di partire a priori per partito preso, purtroppo la sanità è una sorta di male necessario, renderla più sopportabile dipende anche dal nostro operato.

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Io ho quasi una fobia di ospedali e dottori ma credo sia colpa della mia ipocondria, quando devo fare delle analisi temo sempre il peggio e vado in super ansia eppure so che dovrei superare questa paura.

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Non ho problemi ad entrare in un ospedale, ho problemi con i medici e gli infermieri che non sanno fare bene il loro lavoro, che non hanno quel minimo di empatia, incrociando queste "qualità" con una mia potenziale giornata no i risultati possono essere "scoppiettanti".

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mad hai ragione....credo sia fondamentale l'empatia e l'andare incontro sempre e comunque a gente che soffre....non porsi su un piedistallo come purtroppo spesso avviene....siamo persone!!!

Belle parole, che purtroppo (non sempre per fortuna) a volte sono sacrosanta verità, la differenza tra arrivare allo stipendio senza entusiasmo e svolgere con responsabilità e coscienza la propria mansione è enorme