La classica stronza - 2° parte

in ita •  6 years ago 


Immagine CC0 creative commons

Dario guardò un attimo Marina, e notò qualcosa di strano in lei, non era la solita presuntuosa ed arrogante ragazza, sempre pronta alla battuta pesante, quasi offensiva, era molto giù quel pomeriggio.

"Stai bene??", gli chiese per rompere il ghiaccio, "Insomma", rispose lei in tono sommesso.

La guardò più intensamente, e si convinse che c'era qualcosa di serio che non andava assolutamente.

"Mi dai la mano per favore?"

"Non hai le tue??"

"Sei sempre simpatica come tuo solito, non cambi mai", disse risentito Dario, "se mi permetti, sempre e solo se mi permetti, vorrei controllare una cosa", e così dicendo allungò la sua mano sinistra verso di lei.

Marina osservò un attimo Dario, e si convinse ad assecondare la sua richiesta, appoggiando la mano su quella del ragazzo.

Era la prima volta che i due si toccarono, anche se Dario non avrebbe mai pensato che sarebbe mai riuscito neppure a sfiorarla, da quanto erano distanti mentalmente l'uno dall'altra, ma avvenne così, per puro caso, e sentì subito una piacevolissima sensazione, procurata da quello specifico contatto.

Dario cercò con le dita il polso della ragazza, per contare le sue pulsazioni, aveva avuto un sospetto guardandola nelle sue movenze, e la sua intuizione venne confermata dal ritmo che rilevò, molto alto.

"Sai quante pulsazioni hai a riposo??", chiese Dario, "Penso 60, forse 65."

"Sei agitata o hai fatto un sforzo qualche minuto fa??"

"No, sarà mezz'ora che sono seduta qui."

"Allora hai una febbre da cavallo, vicina ai 40° secondo me, perché hai 105-110 pulsazioni".

"Come fai a dirlo?"

"Lo so, perché dovresti essere tra i 70 ed i 75, non sei agitata ed hai almeno 30-35 pulsazioni in più, ti dispiace se ti tocco la fronte?"

"Sei un medico in incognito, mi devo aspettare che mi chiedi anche di spogliarmi?"

La battuta colse impreparato Dario, per l'ennesima volta aveva superato le difese che da tempo il ragazzo poneva per evitare di ferirsi con le battute tagliente della capricciosa ragazza, ed aveva come al solito accusato il colpo, ma questa volta andò un po' meglio delle puntate precedenti, e Marina, guardandogli il viso serio e triste, si affrettò a dire....

"Certo, certo, fai pure, era solo una battuta la mia", e si sporse in avanti verso Dario.

Il ragazzo, rincuorato dalle parole ascoltate, mise il palmo della mano sulla fronte di Marina, che era semplicemente bollente.

"Hai sicuramente la febbre, ma tanta davvero, devi andare subito a casa", sentenziò Dario.

"Ok, va bene, aspetto una mezz'oretta che si avvicina la corriera e vado di sotto al parcheggio per prenderla", rispose Marina.

"Non sei in auto?"

"No, mi sposto in corriera, abbiamo solo due auto in famiglia", si giustificò la ragazza.

"Non se ne parla nemmeno, ti accompagno io a casa, qui non puoi stare, non voglio che prendi freddo, stai troppo male, aspettami qui che scendo nel piazzale e porto la macchina qui all'uscita della facoltà".

"Ma dai, non voglio darti fastidio, non ti preoccupare, e poi, mi sono sempre comportata come una stronza con te, non mi merito tutte queste attenzioni da parte tua, lascia stare, mi arrangio da sola, ti ringrazio ma ce la faccio".

"No, facciamo come dico io, non ti fare pregare, è meglio così, credimi".

Dario era molto risoluto, e Marina, dopo qualche tentannamento, accettò il passaggio, stava veramente male, ed aveva anche qualche capogiro.

In poco più di cinque minuti Dario era già alla porta della facoltà, la sua 75 era distante un centinaio di metri dall'ingresso, e quando vide che Marina si era coperta con un leggerissimo soprabito, si tolse la giacca di montone che aveva addosso e la appoggiò sulle spalle della ragazza.

"No, dai, tienilo tu, dai, sei in camicia, lascia stare, non c'è bisogno", disse la ragazza, ma non c'erano discussioni da fare, e dopo il giubbotto, Dario prese sotto braccio Marina, e la strinse a sé portandola verso l'autovettura.

Una volta arrivati di fronte alla rossa berlina, Marina disse ...

"Ehilà, oggi non siamo con la motozappatrice??"

"No, la motozappatrice è di mia mamma, io mi sono fatto il culo per comprarmi questa, che l'altra volta era in officina per il tagliando".

"Carina, sportiva ma carina, complimenti."

Marina abitava ad una ventina di km dall'università, faceva fatica a tenere gli occhi aperti, la testa incominciava ad essere pesante e fortunatamente non c'erano molte deviazioni da fare se non una svolta in una stradina sterrata, che portava alla graziosa villettina su due piani dove viveva con i genitori, la madre infermiera ed il padre agente di commercio.

Fermata la autovettura in uno spiazzo di fronte al cancello d'ingresso, c'era un vialetto di buona lunghezza da percorrere, la casa aveva un bel giardino curato, con qualche albero da frutto ed alcune siepi, ed una volta scesa dalla macchina, Marina sentì un gran mal di gambe, la febbre era sicuramente salita ancora e Dario chiese alla ragazza se c'era qualcuno in casa.

La madre quel pomeriggio lavorava fino alle 22, ed il padre era fuori per il suo giro di visite ai suoi clienti, per cui Marina sarebbe stata da sola per 4-5 ore.

"Se non ti dà fastidio, ti posso fare compagnia per un po' di tempo, vorrei almeno sapere quanta febbre hai, stai davvero male, e non me la sento di lasciarti da sola...", disse dolcemente Dario.

"Ci stai provando, fustacchione?!?!", disse con un accenno di sorriso Marina.

"Dai, smettila di scherzare, abbassa la maschera per una volta, fai la seria per favore", rispose il ragazzo guardandola diritto negli occhi.

"Resta, se non ti crea disturbo, e ti ringrazio davvero, sei una brava persona, sul serio."

Dario si offrì di prenderla in braccio, era messa veramente male, e lei, dopo una piccolissima resistenza, si attaccò dolcemente al collo del ragazzo, che la sollevò da terra senza problemi, era ben messo fisicamente, con i suoi 75 kg di peso distribuiti su un'altezza di un metro ed ottantatre.

Che bella sensazione tenerla tra le braccia, sentiva il suo respiro pesante ed affannato sul collo, non era sicuro ma ad un certo punto pensò che Marina gli avesse pure dato un bacio, quello che sapeva in quel preciso momento è che avrebbe tanto voluto che fosse la normalità prendersi cura di lei, entrare in casa per ruzzolarsi dappertutto, e fare l'amore finché non avesse sparato tutte le cartuccie che aveva a disposizione, violandola in tutti i pertugi possibili ed immaginabili, fino allo sfinimento delle forze, e quando si sarebbero svegliati, riprendere di nuovo a possederla con tutta la propria virilità, facendole sentire quando indiscutibilmente lui la desiderasse.

To be continued

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Un racconto davvero coinvolgente. Aspetto il seguito e mi racconando, non ci fare attendere troppo! :o)
A presto.

Ma guarda questi, che voglio il seguito subito ai tutti i costi!!!
E va bene, domani notte arriva la terza puntata, curiosoni!!!
Sono contento che vi piaccia, grazie del commento, caro @marcuz

qui la cosa si fa interessante...attendiamo questo terzo episodio :)

Certamente, dai, solo un giorno di attesa, poi però si salterà a lunedì!!
Grazie del gradito commento

Vedi che non sono solo io?
Quelli della notte aspettano tutti il seguito.

Siete proprio scatenati!!!

Daii,daii!! Sono curiosa adesso...devo sapere assolutamente cosa succederà 😉

Sì, sì, domani a quest'ora, arriva il seguito, tranquilla, ma grazie del commento e del passaggio!!