LA MORTE DEL MASCHILISMO E LE CONSEGUENZE DEL FEMMINISMO

Nel corso dei secoli le donne sono sempre stato oggetto di soprusi e umiliazioni. Hanno vissuto senza diritti o quasi, cercando di sopravvivere in una società maschilista e sessista. All’inizio del Novecento incominciarono i primi movimenti femministi, grazie alle suffragette. Con l’avvento della II Guerra Mondiale, i forti movimenti femministi combatterono per ottenere pari diritti e uguaglianze, fino poi a sfociare nella seconda ondata femminista degli anni settanta.
Ai giorni nostri le donne hanno ottenuto pari diritti e pari opportunità (o quasi) nei paesi industrializzati, ma a che prezzo?
Se prima delle suddette rivoluzioni la popolazione maschile era appunto maschilista, quindi sfacciata, arrogante, non timorata e insolente, ma in seguito alle pressioni dei movimenti femministi qualcosa è cambiato.
Le madri hanno incominciato ad insegnare ai propri figli il rispetto (e la riverenza) che bisogna portare alle donne, hanno insegnato loro quanto fosse sbagliato il maschilismo, l’impudenza e l’arroganza. Hanno insegnato loro che la forza dell’amore e la gentilezza vincono sempre. E le conseguenze di tali insegnamenti iniziano a presentare il conto.
Le donne sono ormai assuefatte dai complimenti, dalle gentilezze e cortesie. Si guardano attorno e non vedono più uomini, ma zerbini pronti ad servire a testa bassa.

Il Femminismo ha prodotto una generazioni di uomini-femmina

Il fatto di avere un pene e due testicoli non rende un uomo, Uomo.
È inutile avere un cariotipo XY e poi frignare come un’isterica.
Si può affermare quindi che da qualche lustro ai giorni nostri la popolazione di beta sia drasticamente aumentata.
Il problema qui non è essere dolci e gentili con le donne. Anzi è naturale essere dolci e gentili, provare dei sentimenti, è ciò che ci rende umani. Il problema è quando questa dolcezza è dovuta a un disperato bisogno di stare in una relazione, al bisogno di fare sesso, al bisogno di sentirsi amati.
È su quest’ultimo punto che voglio soffermarmi. Il classico beta ha una frattura emotiva, principalmente dettata dagli insegnamenti materni (e dalle emulazioni dei pattern comportamentali paterni se il padre è beta) e ha sviluppato una dipendenza affettiva. Questa dipendenza storicamente è più una caratteristica femminile, poiché nella preistoria era la donna che aveva bisogno dell’uomo, il quale cacciava, combatteva, proteggeva. L’uomo (alpha) non aveva bisogno della donna, perché i suoi istinti riproduttivi potevano essere soddisfatti quando voleva in quanto un sacco di donne era pronte in posizione ad aspettarlo.

Si capisce chiaramente come l’uomo con questa dipendenza affettiva sia strettamente collegato con le caratteristiche femminili e quindi cestinato.
Questa è la caratteristica principale del beta. La caratteristica da cui tutto nasce. Il motivo per cui tanti uomini vengono cestinati.

Negli ultimi anni poi la situazione è degenerata con teorie sessuali, secondo cui siamo tutti uguali e non vi sono distinzioni tra maschi e femmine, ma questo genera solo confusione e nello sviluppo psico-sessuale le conseguenze sono notevoli. Maschi con atteggiamenti effemminati e femmine mascoline che non si piacciono come donne.
Fino ad arrivare a uomini femministi! (Ma di che cazzo parliamo?!?)

Il femminismo quindi ha portato a un aumento della popolazione beta. Questo può essere un “bene” per le donne LSE, le quali vivranno con meno ansia e con più sicurezza le proprie relazioni, ma per le donne HSE?
Qui le cose si complicano, perché oggi per una donna HSE è molto più difficile iniziare una relazione con il proprio maschio ideale. Gli alpha sono ormai mosche bianche e gli highlanders rimasti optano per le donne HSE-HSD più belle.

Una donna HSE non bellissima, rimarrà quindi incastrata tra il doversi accontentare o rimaner sola aspettando l’Uomo giusto. Una condizione che non porta certo serenità e felicità.

Gli effetti della repressione del maschilismo erano previsti e voluti o qualcosa non era stato preso in considerazione?

La Libertà sì, ma a che prezzo?