Foto: CC0 Creative Commons - Pixabay.com
Aaron assisteva in silenzio.
Con una candela in mano si era unito in preghiera assieme ai suoi amici.
C'era anche lui quella sera.
C'era anche lui in quel giorno speciale quando le distanza sembrarono essere state annullate; quando un semplice muro non divideva più gli affetti, le amicizie, le persone.
C'era anche lui, affacciato alla finestra, mentre le guardie eseguivano l'ordine di non far passare nessuno... Ordine che non venne ascoltato e che lasciò sul selciato i corpi crivellati di colpi di quasi trenta persone...
Aaron non poteva dimenticare, non voleva. La sua casa, al secondo piano, aveva un punto di vista privilegiato su quell'orrido muro. Tante volte aveva visto audaci tentare di attraversarlo: tentativi che con la forza erano stati sedati. Ma questa volta era stato diverso... Questa volta c'era la sensazione che qualcosa sarebbe cambiato. Invece no. Quel sangue sembrò cancellare per sempre la speranza di una città finalmente unita...
Ma in gioco non c'era solo il destino di una divisa Berlino; l'intera Europa guardava con un occhio di particolare riguardo ai movimenti delle due superpotenze, USA e Russia, principali cause della creazione di quel muro e di tante, troppe, divisioni che si stavano radicando sul vecchio continente.
Il sanguinoso fatto non aiutò certo la democrazia... anzi...
Americani e russi si diedero reciprocamente la colpa dell'accaduto e questo fece inasprire ancora di più i rapporti fra le due superpotenze. E quando a Berlino Ovest l'ambasciatore USA venne trovato ucciso in circostanze poco chiare i sospetti caddero proprio sul KGB.
L'Ungheria e l'Austria che stavano trattando l'apertura del loro muro, irrigidirono le loro posizioni.
Nuovi venti di guerra soffiavano sull'Europa. Francia e Regno Unito giurarono fedeltà agli alleati americani mentre la Russia in nome del comunismo raccoglieva consensi nell'Europa dell'Est...
Aaron, affacciato alla finestra, guardava le lunghe carovane di mezzi militari che, sempre più frequentemente, costeggiavano il muro da ambo le parti. Poi, come avveniva da quando quell'assurdo muro era stato costruito, posava lo sguardo sul palazzo di fronte al suo eretto dall'altra parte del muro.
Al primo piano abitava Gertrud, sua compagna di giochi dell'infanzia.
Quei blocchi di cemento avevano diviso una città, un popolo ed anche una tenera amicizia...
Aaron guardava le "due" Berlino e non capiva. Non si capacitava del motivo per cui l'odio dell'uomo aveva concepito tutto questo. Domande che non potevano trovare risposta. Quesiti che le armi cercarono di risolvere in quella che da lì a pochi mesi sarebbe stata la terza guerra mondiale...
« L'obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anticarro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine.
Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva. »
Viktor Suvorov, L'ombra della Vittoria capitolo 7
Partecipo al contest proposto da @ilnegro.
Alla prossima!
che visione catastrofica!!!
per fortuna lo hanno abbattuto
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La storia non è fatta solo di grandi uomini, ma anche di piccoli/grandi avvenimenti che hanno cambiato il mondo. Il concetto di "sliding doors" proposto da @ilnegro mi ha sempre affascinato.
Per esempio la storia di Stanislav Petrov, l’eroe dimenticato che salvò il mondo dall’apocalisse nucleare...
Aveva 78 anni. Durante la Guerra Fredda, il 26 settembre 1983, non si fidò del sistema di difesa sovietico per cui missili atomici lanciati dagli Usa erano in arrivo: «Ero un analista, ero certo che si trattasse di un errore». Non fu premiato ma richiamato...
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so so...
la mia idea per partecipare è basata, infatti, su un piccolo uomo :)
vediamo se riesco a metterla su carta...
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Bel racconto, grazie @marcuz!
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grazie a te per l'opportunità!
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grazie per non avermi lasciato da sola :)
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Avrei voluto scriverlo prima... Adesso vado a leggere il tuo!
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Bravo Marcuz, un racconto più spinoso ci voleva.
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Grazie tante @sarabelardo, sono contento ti sia piacuto!
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